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Le sfide di Apple senza Steve Jobs

Creato il 01 settembre 2011 da Vociapple @vociapple

Le sfide di Apple senza Steve Jobs

Una settimana fa, Steve Jobs rassegnava le sue dimissioni da amministratore delegato di Apple lasciando le redini al suo successore Tim Cook. La cosa non poteva capitare in un momento peggiore per la società. Nonostante le ingenti disponibilità liquide e i grandi risultati finanziari, Apple si trova davanti un periodo critico in cui dovrà affrontare importanti sfide.

Attualmente, il 68% dei profitti della società arriva dal mercato degli smartphone e quindi dalla vendita di iPhone. Un altro 21% dei profitti è generato da iPad e solo il restante 11% racchiude i profitti di vendita della gamma Mac, degli iPod, degli accessori e del software. Il primo grande problema di Apple è dunque Android che rappresenta oggi il primo sistema operativo mobile nel mondo per diffusione con una crescita doppia rispetto a quella di iOS.

Nel 2011, la quota di mercato di iOS è rimasta pressoché invariata nonostante il definitivo stop di WebOS e la partenza a rallentatore di Windows Phone 7. La quota di Android è invece cresciuta inesorabilmente.

La posizione predominante di Apple nel mercato smartphone, inaugurata con il lancio del primo iPhone, sembra essere a serio rischio. A Cupertino iniziano ad essere costretti ad inseguire caratteristiche e prestazioni dei telefoni equipaggiati con Android per garantire un rapporto qualità/prezzo competitivo sul mercato.

La crescita di Android

L’attesissima presentazione autunnale dell’iPhone 5 dovrebbe riportare in auge Apple consentendogli di guadagnare quote di mercato ma solo fino ai primi mesi del 2012 quando ilNexus Prime di Google e Samsung potrebbe rappresentare il nuovo terminale di riferimento senza dare ad Apple la possibilità di un sorpasso tecnico per molti mesi.

Anche le prospettive nel mercato tablet prevedono un indebolimento di Apple. Recenti statistiche dimostrano che Android equipaggia il 20% dei tablet spediti alle catene di distribuzione. Una quota enorme se paragonata ai dati di tre mesi fa. In ogni caso, al momento Apple non ha motivo di preoccuparsi visto che i dati di vendita -e non di spedizione- le danno una percentuale di mercato di assoluto predominio con una diffusione superiore all’80%.

L’attuale situazione di mercato dei tablet è però paragonabile a quella del mercato smartphone di inizio 2010: sta per arrivare una nuova versione di Android -la 4.0- che aumenterà le possibilità dei tablet equipaggiati con l’OS di Google con una nuova generazione di terminali che potrebbe portare un aumento di mercato simile a quello generato dall’arrivo di Android 2 per gli smartphone.

L’obiettivo di Apple dovrebbe essere quello di mantenere competitivo il rapporto qualità/prezzo evitando di concedere possibilità di recupero agli avversari attualmente in difficoltà. In questo senso gli accordi di Apple con i produttori per accaparrarsi per prima e in grande numero i componenti dei tablet sembrano garantirle il mantenimento della posizione di predominio nel lungo periodo.

La guerra dei brevetti

Il secondo problema di Apple è dato dalla guerra dei brevetti che sta caratterizzando sempre più sia il mercato smartphone che quello tablet. Si tratta di un vero e proprio conflitto a colpi di avvocati che potrebbe costare miliardi di dollari agli sconfitti che sarebbero costretti a pagare costose licenze per costruire e distribuire i propri dispositivi.

L’acquisizione di Google dell’intero portfolio dei brevetti di Motorola -riguardanti le funzioni base di tutti i telefoni cellulari- potrebbe aver sbilanciato definitivamente la battaglia nel mercato smartphone. Apple, dal canto suo, possiede importanti brevetti su cui si basa il design di tutti i moderni smartphone. La speranza, quindi, è quella di un accordo amichevole tra le due società che porterebbe mettere definitivamente fine a una guerra inutile.

Tim Cook: il successore di Jobs

Il terzo problema di Apple potrebbe essere rappresentato dal successore di Jobs: Tim Cook. Il nuovo CEO di Apple è stato finora un perfetto complemento a Steve Jobs e alla sua idea di leadership ma nel ruolo di amministratore delegato potrebbe farsi notare la mancanza del carisma di Jobs e della sua visione del futuro capace di ideare dal nulla una nuova categoria di prodotti e, allo stesso tempo, di convincere il mondo intero della sua utilità.

Tim Cook è molto diverso da Steve Jobs. Se il cofondatore di Apple era ossessionato dal design e dal feeling di un prodotto, Cook è storicamente attento all’efficenza e al suo utilizzo concreto. Una caratteristica estremamente utile in un mercato stabile ma che potrebbe far arretrare Apple in una situazione agguerrita come l’attuale.

A mio parere, gli utenti e gli investitori di Apple possono comunque continuare a fare sogni tranquilli in quanto la presenza prolungata di una figura così carismatica come quella di Jobs ha lasciato in Apple una scia tanto grande e profonda da essere quasi impossibile cambiare strategia se non nel lungo periodo.

Ad ogni modo, bisogna sottolineare che Tim Cook ha già sostituito Steve Jobs per diversi mesi come amministratore delegato durante il suo precedente periodo di convalescenza e non sono stati registrati cambiamenti di sorta nella gestione della società.

Strategie future

In una situazione tanto critica per il futuro di Apple, la soluzione per uscirne indenni sembra essere una sola: iniziare un progressivo abbassamento di prezzo degli iPhone e degli iPad così come avvenne negli anni successivi all’introduzione dell’iPod. Naturalmente tale strategia ha un costo e farebbe perdere ad Apple gran parte dei profitti sbandierati ad ogni fine trimestre fiscale.

Può Apple gestire questa inevitabile riduzione di profitti senza crollare su se stessa? Tim Cook è l’uomo adatto a guidare la società in questa difficile transazione?

Tra qualche anno avremo le nostre risposte. Intanto non dimentichiamo che Apple ha raggiunto la sua posizione essendo indiscussa protagonista dell’innovazione mondiale. Apple è da sempre una macchina di idee e se continuerà a sfornare intuizioni geniali creando nuovi mercati non ci saranno altro che inseguitori.

 


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