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Le soffitte della Storia: convivi e buone maniere

Da Myroseinitaly

Come promesso, oggi vi vorrei parlare dell’arte di come si riceveva a tavola( e non solo) nell’epoca d’oro del Medioevo, alla corte di principi e nobili dai gusti raffinati e dispendiosi…Lo sapevate che il maestro di sala, lo scalco, era  un nobile, come lo era il trinciante, ovvero colui che presiedeva al taglio delle carni. E poi vi erano i coppieri che servivano abbondanti libagioni di vini molto diversi da quelli a cui siamo abituati, anche perché venivano diluiti con acqua.
Le soffitte della Storia: convivi e buone maniere
Nel Medioevo, non si direbbe, l’etichetta era molto importante; nei banchetti il principe sedeva al centro di una tavolata disposta ad U, gli invitati più importanti gli sedevano vicino, ai lati venivanocollocati i convitati di minor riguardo. Le tavole erano ricoperte di fresche tovaglie di lino che però si sporcavano in fretta perché usate come… tovaglioli. Si mangiava con le mani (cosa nient’affatto disdicevole all’epoca) e dallo stesso piatto che spesso veniva condiviso da perfetti sconosciuti, pertanto le virtù più importanti a tavola erano la temperanza e la cortesia.Le soffitte della Storia: convivi e buone maniere

Durante il banchetto i commensali,specie nelle corti d’oltralpe, godevano della munificenza del principe che non badava a spese. Cantori d’Amore, giullari e giocolieri, danzatori e, chi più ne ha più ne metta, animavano le feste che in tempo di pace abbondavano sempre.I castelli,riscaldati dagli enormi camini, riecheggiavano delle risa  e delle chiacchiere delle giovaniaffascinate da questo o da quel cavaliere,mentre qualche giovane più ardito chiedeva alla sua bella un pegno d’amore sulle note di un delicata melodia che accompagnava i sonetti amorosi e le canzoni dei trovatori. Le soffitte della Storia: convivi e buone maniereCostosissimi arazzi alle pareti,cassapanche ricoperte da stoffe pregiate, scranni, tronetti e …sedie pieghevoli completavano l’arredamento, mentre musici esperti aprivano le danze con ritmi vorticosi e coinvolgenti, infuocando l’atmosfera di passione.Per concludere questo breve viaggio nell’affascinante Medioevo, vorrei lasciarvi con un piccolo dono ,una ricetta di grande raffinatezza che ho appreso (e provato) dal celeberrimo libro di cucina “A tavola nel Medioevo”, la Torta bianca.Io ne sono rimasta conquistata. Se la proverete, fatemi sapere come è andata!Buon appetito!Le soffitte della Storia: convivi e buone maniereA presto, Linda  
    TORTA BIANCA


  Ingredienti
  Pasta brisèe  250 g di farina,125 g di burro,  10 cl d’acqua e 5 g di sale.
  Ripieno  300 g di tomino o raveggiolo ben strizzato,  125 g di zucchero,  125 g di burro ammorbidito,  3/4 di cucchiaino di zenzero in polvere,  1/4 di litro di latte,  sale.
  Rifinitura  2 cucchiai di zucchero,  1 filino d’acqua di rose.
                              Procedimento
  Dopo aver lavorato brevemente gli  ingredienti della pasta brisèe ed averla  messa in frigorifero a riposare per 2 ore,  lavorare il formaggio a pasta molle con  le chiare d’uovo leggermente sbattute ed  incorporarvi lo zucchero, il burro e lo zenzero,  stemperando con un po’ di latte fino ad ottenere  una crema liscia ed omogenea.  Stendere la brisèe  molto sottile e foderare una  tortiera con i bordi alti.  Versare il ripieno nello stampo foderato e far cuocere  a 225° per 1 ora. Perché la torta rimanga bianca,  coprirla con un foglio di alluminio dopo i primi  30/45 min. di cottura.  Una volta tolta dal forno, spruzzare con l’acqua di rose
                                                            e spolverare di zucchero

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