Golf: se le Olimpiadi iniziassero oggi, difficilmente gli azzurri sarebbero da medaglia. I fratelli Molinari da un paio di stagioni stanno offrendo un rendimento altalenante, mentre il giovanissimo Matteo Manassero è ancora distante dalla piena maturazione agonistica e solo sporadicamente mostra il suo illimitato potenziale. In 4 anni, tuttavia, i valori in campo possono ribaltarsi. Importante sarà che gli azzurri comincino ad ottenere risultati di spicco nei tornei del Grande Slalm. Intanto il vivaio italiano continua a sfornare talenti interessanti come Crespi e Geminiani. In campo femminile ci affideremo a Diana Luna (prima azzurra di sempre ad essere convocata per la Solheim Cup, l’equivalente della Ryder Cup maschile) e Giulia Sergas.
Rugby a 7: è bene sottolinearlo subito: la Federazione non sta investendo nel giusto modo nel rugby a 7. Nel Bel Paese manca una specializzazione, così come non esiste un campionato nazionale. L’Italia, in campo internazionale, sta raccogliendo sconfitte in serie ed anche avversarie come Spagna, Portogallo e Russia appaiono al momento un gradino avanti. E’ probabile che la Fir, in vista delle qualificazioni, punti su alcuni atleti del rugby a 15, ma si tratta di due sport completamente differenti e l’improvvisazione certamente non paga. Al 90% non vedremo l’Italia a Rio in questa disciplina.
Sollevamento pesi: ha soli 24 anni: Genny Pagliaro può ancora dire la sua nella pesistica internazionale. L’impressione è che lei per prima debba convincersene e ritrovare le motivazioni necessarie. In vista dei Giochi brasiliani, poi, si punterà sulla crescita di Mirco Scarantino, Michael Di Giusto ed Alessandra Pagliaro (classe 1997 e sorella di Genny).
Pugilato: in bilico le posizioni di Clemente Russo e Domenico Valentino: continueranno tra i dilettanti o tenteranno l’avventura tra i professionisti? Di certo la punta di diamante azzurra a Rio sarà rappresentata da Vincenzo Mangiacapre, che andrà a caccia del bersaglio grosso dopo il bronzo di Londra 2012. Il prossimo potrebbe rivelarsi anche il quadriennio di Manuel Cappai, mentre si spera finalmente nell’esplosione di Simone Fiori, talento sino ad ora inespresso. Tra i giovanissimi, attenzione a Giuseppe Ranno e Fabio Turchi.
Scherma: anche a Rio sarà il nostro principale serbatoio di medaglie. Mai come in questa disciplina il ricambio generazionale avviene a getto continuo. Tra i principali enfant prodige citiamo i fiorettisti Edoardo Luperi ed Alessia Mancini, gli spadisti Marco Fichera e Rossella Fiamingo e lo sciabolatore Leonardo Affede. Nel fioretto femminile, a meno di cambiamenti regolamentari, non sarà presente la prova a squadre e saranno disponibili solo due posti per nazione nell’individuale: si prevede una lotta accesissima tra Valentina Vezzali (che ha già dichiarato di puntare a Rio), Arianna Errigo, Elisa Di Francisca e la rientrante Margherita Granbassi. In campo maschile Baldini e Cassarà dovranno guardarsi proprio da Luperi, mentre ad Avola e Aspromonte viene richiesta la consacrazione definitiva. Cerca un rilancio la spada che riparte da Paolo Pizzo e da un possibile recupero di Matteo Tagliariol, mentre tra le donne Navarria, Del Carretto, Mollheusen e Fiamingo dovranno essere gestite meglio rispetto al recente passato per sfruttare le loro immense potenzialità. Nella sciabola maschile, con l’addio di Tarantino, dovrebbe venire sostanzialmente confermato il gruppo attuale (anche Montano continuerà), mentre Irene Vecchi è ormai pronta a diventare una grande di questa disciplina.
Equitazione: le speranze di medaglia saranno riposte in Valentina Truppa (dressage), ma nel corso del quadriennio sarà necessario rilanciare il settore del salto: i talenti non mancano (Francesca Airoldi su tutti). Nel completo, invece, urge allargare la base dei praticanti.
Taekwondo: avanti con Carlo Molfetta e Mauro Sarmiento, ma occhio anche alla crescita di Claudio Treviso. Imprescindibile rilanciare il settore femminile, magari proprio da quella Veronica Calabrese che si era messa in mostra a Pechino 2008 ed ha assistito solo da commentatrice tecnica ai Giochi Londra2012.
Tennis: cambio generazionale necessario in campo femminile. Con Francesca Schiavone e Flavia Pennetta ormai quasi a fine carriera, il Bel Paese punterà sulla già affermata Sara Errani e sulla finora altalenante Camila Giorgi, senza dimenticare la rediviva Krin Knapp. Attesa anche la crescita di Nastassja Burnett e Martina Caregaro. Tra gli uomini, invece, grandissime speranze sono riposte in Gianluigi Quinzi, anche se a Rio avrà solo 20 anni. Importante sarà organizzare un progetto serio sui doppi (compreso il misto), dato che assegnano importanti medaglie ai Giochi.
Tennistavolo: dopo un biennio di apprendistato tra i Senior, la grande speranza Leonardo Mutti è chiamata a rilanciare un movimento che boccheggia dalla metà degli anni Duemila. Tra le donne attenzione alla giovanissima Cristina Dumitrache. I successi azzurri di qualche stagione fa erano coincisi con una naturalizzazione massiccia di giocatrici straniere (cinesi in particolare), pratica che d’altronde procede imperterrita nella stragrande maggioranza dei Paesi Europei. Insomma, una soluzione da prendere in seria considerazione.
Tiro a segno: si riparte naturalmente da Niccolò Campriani, che a Rio potrebbe addirittura andare a caccia di un tris d’oro se continuerà nel suo processo di crescita anche nella carabina a terra. Cercano continuità di rendimento Petra Zublasing ed Elania Nardelli, due grandi talenti sin qui non sfruttati appieno. Lo staff tecnico guidato da Valentina Tunisini è garanzia di successo e sta lavorando ottimamente anche su nuove leve come Dario Di Martino e Simon Weithaler. Non dimentichiamo, poi, due atleti ancora giovani ed in cerca di riscatto come Mauro Badaracchi e Riccardo Mazzetti.
Tiro a volo: baluardo imprescindibile (lo sarà ancora molto a lungo considerando i suoi 20 anni) sarà la campionessa olimpica Jessica Rossi, fuoriclasse che ha già vinto tutto in carriera e che ora punta al raggiungimento di nuovi record. Nella fossa maschile, con Pellielo giunto forse alla fine di una gloriosa carriera, al fianco di Massimo Fabbrizzi potrebbe finalmente sbocciare Erminio Frasca, promessa progressivamente smarritasi negli anni. Attenzione anche ai giovani Valerio Grazini e Giulio Fioravanti. Nello skeet una ventata di novità dovrebbe provenire da Giancarlo Tazza e Tammaro Cassandro, già pronti per il circuito maggiore, mentre Valerio Luchini, campione d’Europa in carica ma escluso dalle Olimpiadi per scelta tecnica, potrebbe acquisire quella consapevolezza necessaria per il salto di qualità. Più delicata la situazione nel double trap e nello skeet femminile, dove attualmente non si intravedono dei giovani così interessanti da poter pensare ad un podio a Cinque Cerchi (anche se lasciano intravedere buone cose Simone Vedovelli e Simona Schiocchetti).
Tiro con l’arco: il gruppo che ha conquistato l’oro a squadre a Londra proseguirà certamente per 2/3 fino a Rio 2016. In bilico solo la posizione di Michele Frangilli, anche se ad Olimpiazzurra aveva rivelato qualche settimana all’intento di gareggiare per un altro quadriennio (clicca qui per l’intervista completa). Da dietro, comunque, spingono con decisione anche Luca Melotto e Massimiliano Mandia. In campo femminile (ritiro per Valeeva?) rientrerà in prima squadra Guendalina Sartori, già campionessa del mondo a squadre nel 2013: insieme a Lionetti e Tomasi potrebbe comporre un terzetto di assoluto rilievo.
Triathlon: il prossimo deve essere il quadriennio dell’Italia. Alessandro Fabian può diventare da podio una volta risolto il tallone d’Achille della frazione podistica, mentre alle sue spalle fremono anche Davide Uccellari e, soprattutto, Matthias Steinwandter, enfant prodige azzurro di questa disciplina e già campione d’Europa juniores in carica. Cerca la definitiva consacrazione anche Anna Maria Mazzetti.
Tuffi: scommettiamo che Tania Cagnotto ci sarà? Per la 27enne bolzanina la medaglia olimpica rappresenta una vera e propria ossessione e non è escluso che possa provare un ultimo tentativo di podio a Rio 2016. Sarà il quadriennio del ricambio generazionale: puntiamo moltissimo su Giovanni Tocci, Gabriele Auber ed Andrea Chiarabini in campo maschile, mentre tra le donne Elena Bertocchi lascia già intravedere delle potenzialità di tutto rispetto. Inoltre, una volta incrementato il coefficiente di difficoltà di alcuni tuffi, Noemi Batki potrebbe entrare nell’elite mondiale della piattaforma 10 metri.
Vela: serve una rifondazione totale. Si riparte dai giovani, che fortunatamente non mancano. Simon Kosuta e Jas Farneti, recenti vincitori degli Europei juniores nel 470, costituiscono l’equipaggio di maggior classe su cui puntare, ma bisogna investire con decisione anche su Cecilia Zorzi (Laser Radial), Filippo Baldassarri (Finn) e Francesco Marrai (Laser). Peccato per l’esclusione dal programma olimpico dell’RS:X, che tarpa le ali ad un talento in rampa di lancio come Laura Linares, erede designata di Alessandra Sensini. La 22enne siciliana dovrà adattarsi in una nuova disciplina, magari proprio nel kiteboarding che farà parte delle discipline veliche a Rio.
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