Si unì po con la titanessa Temi, la giustizia, ed ebbe da lei varie figlie, le Ore, che presiedevano alle varie stagioni dell'anno ed erano simboli di alte doti morali come Irene, la pace, Eunomia, l'ordine, Diche, la rettitudine. Un'altra oceanina, Eurinome, fu la sua terza moglie e gli diede tre figlie bellissime, le Grazie, o Càriti: Aglaia, la splendente, Eufrosìne, la gioiosa e Talia, la fiorita. Infine dalla titanessa Mnemosìne ebbe le nove Muse, gentili divinità delle scienze e delle arti. Eccone l'elenco:
Callìope, dalla bella voce, musa dell'epica e dell'eloquenza; Clio, colei che celebra, musa della storia; Euterpe, che rende lieti, patrona del canto lirico; Talia, la fiorente, da non confondersi con la Grazia di egual nome, musa della poesia campestre e della commedia; Melpòmene, colei che canta, preposta al teatro tragico; Tersìcore, che danza lietamente, patrona delle danze; Erato, l'amabile, musa della poesia amorosa; Urania, la celeste, protettrice dell'astronomia; Polinnia, dai molti inni, patrona della poesia religiosa.
Ma la vera sposa di Zeus, quella che doveva formare con lui la terza ed ultima coppia divina, fu Era, figlia di Crono al pari di lui stesso. E, dopo Esìodo, i poeti parlano infatti solo di Era quale sposa del signore degli dèi. Tuttavia i figli di Zeus che, insieme con i sei figli di Crono, dovevano costituire il gruppo dei maggiori dèi della Grecia, non ebbero tutti Era per madre: questa, infatti, diede a Zeus solo Ares, il dio della guerra, e Efesto, dio del fuoco. Due fra le divinità più care al popolo greco, Febo o Apollo, dio solare, e Artèmide, dea lunare delle selve e della caccia, furono date a Zeus da Leto, filgia dei titani Ceo e Febe. Da Maia, discendente del titano Giapeto, il dio ebbe Ermes, simpatica e scanzonata divinità protettrice dei commerci e delle industrie.
Infine la dea greca per eccellenza, Atena, scaturì dalla fronte stessa di Zeus: secondo alcuni era la figlia di Metis, che Zeus nascose nella propria testa prima di inghiottire la madre, come abbiamo detto. Lo stesso Esìodo accenna poi al fatto che Zeus, oltre a queste mogli divine, ebbe anche molte spose mortali. Ma questo era necessario perchè da Zeus, divenuto la massima divinità, i Greci vollero far discendere non solo alcuni degli dèi maggiori e più amati, ma anche gli eroi delle loro leggende, destinati a divenire capostipiti di famiglie illustri.
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