Detto, fatto!
Questa volta ValDi non era da sola…ad accompagnarla in questo itinerario c’erano due “validi” assistenti!
L’appuntamento è a Porta Pinciana, all’ingresso di Villa Borghese, dove è possibile anche affittare bici (3 ore – € 12).
…ma cosa sono queste statue parlanti?!
Molti di voi avranno sentito parlare di Pasquino, la più nota delle 6 statue che sin dal XVI sec. rappresentavano l’opposizione al papato e alla corruzione delle classi dominanti. Questa si esprimeva con grande senso dell’umorismo attraverso cartelli satirici e denunce, sfogo di autori ignoti, che durante la notte venivano appesi o scritti su di esse in latino o romanesco, in prosa o in versi e che valsero alle statue il nome di “Congresso degli Arguti”.
Erano posizionate nei luoghi più frequentati della città, affinchè i messaggi potessero essere letti da tutti prima di essere rimossi la mattina dalle guardie.
Ora che siamo tutti pronti…via verso la prima statua, il Babuino a Via del Babuino, davanti la chiesa di Sant’Attanasio dei Greci.
Babuino
Figura distesa di sileno, la statua è dal Rinascimento elemento decorativo di una fontana usata per abbeverare i cavalli. Fu chiamata così perchè la faccia del satiro, corrosa dal tempo, sembrava quella di una scimmia.
Seconda tappa Via Lata, dove ci aspetta il Facchino.
Facchino
Piccola figura maschile, forse opera di Jacopino del Conte, rappresentata nell’atto di versare acqua da una botte è stata chiamata così perchè indossa il tipico costume della corporazione dei facchini o “acquaroli” (detti facchini perchè fino ai primi del ’900 raccoglievano l’acqua dalle fontane pubbliche per rivenderla porta a porta).
Unica donna del gruppo, Madama Lucrezia troneggia in un angolo di Piazza San Marco, a due passi da Piazza Venezia.
verso Madama Lucrezia
Madama Lucrezia
Busto marmoreo alto ca. 3 m, la statua proviene da un tempio dedicato a Iside e forse rappresenta una sacerdotessa (probabilmente raffigurante Faustina, moglie di Antonino Pio) o la dea stessa. Il soprannome deriva da Lucrezia d’Alagna, nobile dama del XV sec., amante del re di Napoli Alfonso V d’Aragona, che trovò la sua residenza in questo luogo quando venne a chiedere il divorzio per il re al papa.
“Spalla” di Pasquino, Marforio ci aspetta in cima alla scalinata del Campidoglio, all’interno dei Musei Capitolini.
Marforio arriviamo!
ancora qualche scalino...
eccoci a destinazione!
Marforio
Lunga figura barbuta, distesa su un fianco, originariamente era posizionata nel Foro Romano, dove rimase visibile per tutto il Medio Evo. Probabilmente rappresenta l’allegoria di un fiume (il Tevere?) o forse Nettuno.
w la bici!
pedalando...
In un angolo di Piazza Vidoni (a fianco della chiesa di S. Andrea della Valle) fa capolino l’Abate Luigi.
alla ricerca dell'Abate Luigi!
la ricerca continua...
Abate Luigi
Uomo in toga tardo-romana, deve probabilmente il suo nome al sacrestano della vicina chiesa del Sudario, il quale, secondo la tradizione popolare, somigliava molto alla figura scolpita.
Ultimo, ma primo per importanza, ecco finalmente Pasquino, dal 1501 alle spalle di Piazza Navona, in uno slargo che porta il suo nome.
Pasquino
Torso di figura maschile, forse risalente al III sec. A.C. Diverse ipotesi sono state formulate sulla sua identità, la più accreditata è quella che lo vuole raffigurante Menelao mentre sostiene il corpo di Patroclo morente. Anche l’origine del nome non è chiara; la leggenda vuole che fu chiamato così dal nome del proprietario di un barbiere o di un’osteria dove fu rinvenuto.
La sua popolarità durò attraverso i secoli e quanto scritto sui cartelli prese il nome di “pasquinate”.
ValDi gruppo