In questo hotel vi abitano persone non straordinarie ma che sono riuscite in qualche modo ad affrontare o superare i tanti problemi della vita, in questo hotel il direttore ci conduce all’interno del coraggio, nella passione, nell’amore e nel talento che contraddistingue gli italiani. Nella prima puntata dedicata alla differenza razziale, il tema prende la via confidenziale e assume toni narrativi equilibrati: “Voglio raccontarvi di una scuola di Milano che è il simbolo dell’integrazione, su 93 alunni, 80 sono stranieri. Secondo le previsioni, nel 2050 gli scolari stranieri saranno la maggioranza, allora siamo andati a guardare nel nostro presente per capire il nostro futuro”.
Ed effettivamemte entriamo in questa scuola particolare, ascoltiamo le voci dei bambini della scuola elementare di Via Paravia a Milano (la stessa dove studiò Calabresi) con la più alta densità di allievi extracomunitari d’Italia. Una scuola che da sempre ha accolto le grandi ondate migratorie dal sud alla periferie del Cairo, passando dall’India, 16 nazionalità differenti, insomma il mondo in una scuola, una vera babele. Invece questa scuola insegna a tut
A guardare dentro questa scuola sembra tutto facile, le lezioni sono altamente partecipative e coinvolgenti, quella di musica offre la possibilità di conoscere sonorità diverse, percussione e ritmi africani, danze di altre nazioni e loro mano nella mano, con colori di pelle che si mescolano, giocano e imparano nel confronto, e sognano di fare, l’avvocato, il calciatore, l’attrice, la parrucchiera, la maestra. Alla domanda cosa è l’Italia rispondono: pace, bandiera, Roma, stivale e casa! Questa scuola gli ha regalato un’identità. Un piccolo miracolo, una scuola con le capacità di mettere insieme mondi diversi.
Ma anche le più belle favole cozzano contro l’attuale politica e quando le cose funzionano bene in Italia si deve provvedere e infatti l’anno prossimo non ci sarà più la prima classe, una circolare ministeriale impedisce l’apertura di classi con più del 30% di stranieri e allora alcuni di loro avranno il nucleo familiare sgretolato perché sorelle o fratelli frequentano la quarta o la quinta, dovranno far
E’ un hotel molto particolare quello che ci accoglierà ogni lunedi sotto il grande lampadario a gocce che da volume alla scenografia dello studio, dove campeggia la scritta “Hotel Patria” come l’insegna di un motel hollywoodiano, al centro del rotondo palco, panche e tavoli di legno e in mezzo alla gente con grande garbatezza e buona arte affabulatoria il direttore firmerà la sua conduzione, all’insegna della comprensione e della riflessione esibita per esempio nel confronto con Aldo, Giovanni e Giacomo, chiamati non per promuovere dischi o film ma come testimonianza di