I lettori di Viadellebelledonne hanno già avuto di conoscere e apprezzare Fabrizio Tiberio del quale in passato ho postato un racconto. Stavolta lo presento in veste di poeta viandante che offre a noi tutti le tappe del suo cammino. Fabrizio Tiberio ama viaggiare e le poesie di questa nuova raccolta, stampata in proprio ma davvero graziosa nella veste grafica, sono degli appunti di viaggio, delle istantanee scattate non con la macchina fotografica, ma con la forza del linguaggio poetico che è in grado di evocare immagini e suoni e colori e persino profumi quanto (se non di più) una fotografia. Il suo è un Baedeker personale ed intimo, un canto d’amore alla nostra bella Italia di cui il suo sguardo di poeta tratteggia un ritratto vivido e sensuale.
TRIESTE
TRIESTE
è una piattaforma di mare,
di vento tra i capelli delle belle,
di sale sui gradini delle coppie,
di piogge nei cortili degli ebrei,
di sangue sopra ai colli sloveni,
di caffé nelle sale giuliane
(oro e stucchi al San Marco),
di “viennesi” solerti camerieri
come i suoi palazzi in livrea bianca:
voci e passi che ho vissuto
a scacciar via nubi sporche
e arie stanche.
BALLATA CUNEESE
Vetrine d’antan
nei viali deserti
e occhiate bollenti
tra tanto tran-tran…
Mi riposo al Bar Bruno,
che occhi, l’Elisa!
Lei sempre decisa
pur s’entra qualcuno
mi vuole colpire
con sguardi rubati
tra tazzine e gelati.
La sento arrossire…
Son proprio contento
di questa mia sosta,
a tipe così ben faccio la posta.
Mezzodì a Cuneo, e non mi lamento!
GIORNO PER GIORNO (2002)
I.
Fumo residuo, a spirali lente
sale dalla tazza a tulipano,
mi ipnotizza il sentore fruttato,
di quella bevanda nella gola di lei…
Canticchiano primavera, nei pomeriggi
assolati e silenti,
le tendine smosse e scosse
mutano la luce sul muro di cucina.
L’allegria in un sol soffio…
II.
E questo Sole, adesso?
Trascolorare improvviso
di oggetti arcinoti, di libri cari.
Sfrondo le notizie del mattino,
tu intanto allevi glicini in fiore
sul percorso che serbi per te sola.
21 marzo, dai bordi del tavolino…
Come un segugio,
insisto sul pizzo bianco scollato
della cliente che non ordina mai,
esito sulle labbra piene
della cameriera gitana
al banco dei desideri più segreti
(ma neanche tanto, in fondo…)
E sa osare, sa le giuste mosse
la biondina timidamente sola
sulla soglia del locale vociante.
I tendoni scossi
dalla sera di vento impaziente
sanno di Meridione,
come quelle mie sere brindisine
che il vento salato di novembre
scompigliava le palme assopite.
Finestre sulla città
Meravigliosa cornice, le finestre.
Ci restano impigliate le nuvole,
che portano neve sulle piste
e fanghiglia qui in città.
Ci transitano stormi inquieti
che sfiorano le colline,
nel viaggio verso il Sud…
Come un impiegato zelante,
mi sforzo di restare seduto
scrivo una lettera, mando un fax,
ma fuori sbocciano i giardini,
stagionale tormento.
20-4-2010
Appunti di Cielo, di Terra, di Mare.
Io che vado di fretta
ho già in bocca il sapore del caffé.
Tutto intorno invece ancora è attesa,
è un incrocio di podisti il lungofiume,
è una coda alle casse e alle stazioni,
aspettando una cena e due risate.
Io non resto immobile, certo
al merlo e al suo inchino elegante,
stasera che spalanco la finestra
e mi colpisce la fragranza dei giardini.
Quanto ancora, questi cieli
che le otto la sera è a strisce rosa?
Quanto ancora queste foglie nuove
che la mano sua percorre divertita?
Costernati, affranti quei cronisti:
già coperta sulla spiaggia la mattanza
di innocenti bagnanti, adolescenti terminate
sotto le coperte bianche di un dissesto impietoso.
Si ricopre di cenere epocale
l’Europa nostra ridanciana e trafelata;
si sfalda e si sfarina con un niente
questa Italia sfrenatamente visitata.
Fabrizio Tiberio è nato a Torino nel 1971. Accanito lettore, appassionato fotografo, svogliato viandante per città storiche e campagne assolate. Tiene in tasca un taccuino per quando gli salta fuori una nuova poesia. Scrive da una ventina d’anni in modo continuativo, diari pressoché quotidiani, racconti e poesie. Queste ultime raccolte in due sillogi, QUEI BATTITI ULTERIORI (2003) e LE STRADE, I GIORNI (2012).