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Le strane equazioni della Lega: “più bombe, più immigrati”

Creato il 28 aprile 2011 da Alphaville

È incredibile come ci casco sempre. Baudelaire diceva di sentirsi, a volte, sfiorato dall’ala dell’imbecillità: a me invece ogni tanto sembra che mi si schianti addosso un Canadair a pieno carico, quando credo a certe cose. E mi piglierei a schiaffi da sola.

Infatti l’altro ieri, ritagliandomi un coriandolo di tempo in queste giornate convulse che vedono affastellarsi lavori impegni e rivelazioni, ho letto che la Lega non è per niente d’accordo con Berlusconi sul bombardamento della Libia.

Ohibò!, mi son detta. E bravo Bossi. Sta’ a vedere che stavolta ne fanno una giusta e mi tocca rimangiarmi tutti i veleni che gli ho riversato addosso in questi anni — opporsi ai bombardamenti in Libia è proprio una bella cosa. Anche perché magari ci si sarebbe dovuto pensare prima, non adesso che a Gheddafi gli dice male ed è troppo comodo andar lì a fare bella figura all’ultimo quando les jeux, se non sono già del tutto faits, poco ci manca. Ma è da un po’ che all’Italia piace vincere facile, ve ne sarete accorti.

Insomma stavo iniziando a dispormi di buon animo verso la Lega, quando proprio stamattina leggo la seguente dichiarazione del ministro Maroni:

«No alla guerra, no al bombardamento. È una decisione sbagliata che avrà come conseguenza certa un’ondata di immigrati mandati da Gheddafi o che scappano dalla guerra».

Ah, ecco. Tutto si spiega. C’era il trucco — non è che la Lega fosse contraria ai bombardamenti in Libia per questioni, chessò, umanitarie, etiche, financo politiche. Figuriamoci: la Lega disapprova Berlusconi perché se no arriva l’invasione e mamma li turchi e le radici dell’Europa sono in pericolo e saresti contento se tua figlia sposasse un negro?  e preferiresti che tua moglie fosse stuprata da un bianco o da un negro? (giuro che è vera, l’ha chiesto un leghista anni fa a mio marito).

E allora niente di nuovo sotto il sole. Ripongo in bell’ordine le mie boccettine di veleno sullo scaffale, aspettando il momento giusto per cavarne qualche goccia, e ritorno all’usato lavoro. Mannaggia a me che ci casco sempre.


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