di Andrea Pazienza
Titolo: Le straordinarie avventure di Pentothal
Genere: fumetti
Autore: Andrea Pazienza (Wikipedia)
Nazionalità: italiana
Anno prima pubblicazione: 1982
Ambientazione: Italia (Bologna, Napoli), fine anni 70
Casa Editrice: Fandango Libri
Pagine: 136
Provenienza: Amazon
Link al libro: IN LETTURA – ANOBII – GOODREADS
inizio lettura: 11 aprile 2014
fine lettura: 18 aprile 2014
Voto: 5/10
(Pagina 36)
Il talento di Andrea Pazienza non è riuscito a conquistarmi in questo libro che più che una graphic novel è un insieme di tavole con lo stesso titolo.
Nel 1977 Andrea Pazienza ha ventun’anni, studia al DAMS a Bologna e disegna i suoi pensieri trasformandoli in grottesche, surreali avventure.
Non avevo mai letto Andrea Pazienza prima d’ora, e devo ammettere che uno dei motivi era che non me ne sentivo particolarmente attratta. Quando al gruppo di lettura LeggerMente è stato scelto questo libro non avevo onestamente nessuna voglia di leggerlo, ma ho cercato di vincere i miei pregiudizi e sono corsa a comprarlo (sebbene già adocchiando la copertina su Amazon mi risultava irritante). Quando poi è arrivato e mi sono trovata davanti questo librone in questo formato mastodontico, l’antipatia è stata davvero completa! Quindi, insomma, ammetto di essere partita proprio male nell’approcciarmi a questo fumetto, e anche se ho fatto di tutto per cercare di non farmi condizionare dai miei pregiudizi (che, tra l’altro, non mi so spiegare!), non so se ci sono riuscita, perché alla fine non mi è piaciuto.
Allo stesso tempo però ho cercato anche di non farmi condizionare neanche dalle opinioni altrui, di non convincermi che doveva piacermi per forza perché Pazienza è un genio di fama internazionale, ecc. ecc. Mamma mia che fatica evitare i condizionamenti!
Tutta questa noiosa premessa per dire che non so quanto questo mio commento sia davvero onesto, e quanto invece non risenta dei miei pregiudizi da una parte e delle opinioni altrui dall’altra.
A me Le straordinarie avventure di Penthotal non è piaciuto perché fondamentalmente leggendolo mi sono annoiata. Sono arrivata addirittura a saltare alcune pagine (quelle in cui c’era più testo che disegni), cosa che non faccio mai, per quanto un libro mi possa stare deludendo. In questo fumetto non c’è trama (infatti non è, come pensavo prima di iniziare a leggerlo, una graphic novel). Non c’è neanche una vera e propria ambientazione e, ad esclusione del protagonista che è l’autore stesso (e non questo fantomatico Pentothal) sono quasi assenti anche i personaggi. Cos’è che mi sono persa, che non ho capito? Cosa dovrebbe trasparire da queste pagine? Uno spaccato della vita universitaria dell’epoca? Una provocazione? Una metafora? Una biografia? Qualunque cosa sia, io non l’ho colta.
Un discorso a parte meritano i disegni. Non sono propriamente il mio genere, ma quelli sono riuscita comunque ad apprezzarli. Mi è piaciuto soprattutto come lo stile cambiasse quasi ad ogni pagina: abbiamo tavole quasi vuote, tutte bianche o tutte nere, pagine invece pienissime di disegni e/o scirtte; abbiamo personaggi rappresentati in maniera molto realistica, altri buffi, altri grotteschi, altri ancora assurdi (nella mia ignoranza in campo fumettistico mi hanno fatto pensare un po’ a Iacovitti).
La copertina, come ho detto, non mi è piaciuta particolarmente, così come il titolo, con questo personaggio dal nome che sembra un farmaco, e non c’entra proprio nulla col libro in sé, se non per fatto di essere ripetuto svariate volte all’inizio di una nuova “storia”.
Commento generale.
Non so bene perché ma Pazienza non mi ispirava per niente, e arrivare a fine lettura pensando di aver avuto ragione non mi soddisfa neanche un po’. Sono curiosa della discussione che verrà fuori al prossimo incontro del gruppo di lettura, visto che mi pare di capire agli altri sta piacendo moltissimo questo libro. Vedremo se sapranno farmi almeno venire voglia di dare una seconda possibilità a questo tanto osannato autore, perché adesso come adesso io direi di avere tranquillamente chiuso con lui. Senza astio, ma anche senza rimpianti. Non fa per me, è un genere forse troppo cervellotico per i miei gusti, senza una storia a far da collante tra le varie pagine, senza un filo conduttore a dare un senso a tutto. Qualche tavola che ho trovato gradevole c’era, ma nel complesso solo tanta noia.
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pippe mentali disegnateArgomenti
3 stelline, ambientati anni 1971-1980, ambientati in Italia, ambientati nel 20° secolo, autori del 20° secolo, autori italiani, frasi da fumetti, fumetti, La sfida infinita 2014, Mini Recensioni 2014, Tutti diversi 2014, voto 5