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Le streghe di Salem

Creato il 22 giugno 2015 da Fabio Buccolini

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Eccoci con un nuovo articolo riguardante la rubrica “Il cinema del Diavolo”, stavolta scomodiamo il musicista-regista Rob Zombie con questo “Le streghe di Salem” (“The Lords of Salem” il titolo originale).
Trama tratta da wikipedia: “La rocker Heidi lavora come DJ per un’emittente radio locale e forma il Big H Radio insieme a Whitey e Munster Herman. Arriva in radio un misterioso disco in vinile ad Heidi, spedito dai “Lord”. La ragazza pensa si tratti di una nuova rock band in cerca di visibilità, ma appena ascolta il disco con Whitey, questo inizia a suonare al contrario ed Heidi rivive il flashback di un trauma del passato. Quando più tardi Whitey riascolta il disco, da lui rinominati “Lords of Salem”, con sorpresa la canzone si sente normalmente e diventa una grande hit tra gli ascoltatori della radio. Successivamente i Lord ringraziano la radio con biglietti gratuiti e dei poster per un evento a Salem. Heidi ed i suoi amici però si ritrovano in una situazione ben diversa dallo spettacolo che si aspettavano” Fine trama

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Dunque, è uscito nelle sale con grandi pretese questo film, come se Rob Zombie dovesse essere il nuovo messia del cinema horror…niente di più falso.
Allora, questa pellicola è una accozzaglia di citazioni, la trama e l’argomento riprendono da una decina di film, tra i quali ricordo il capolavoro “Rosemary’s Baby” di Roman Polanski, “Omen”, “Shining” di Stanley Kubrick, “La nona porta” sempre di Polanski, e vari film anni 70-80 sulle streghe.
Non è credibile come horror, dall’inizio alla fine, fa acqua da tutte le parti la sceneggiatura, aldilà della banalità, è proprio lo sviluppo che non vale nulla.
Fa ridere vedere le streghe (donne quasi tutte anziane) che girano intorno a un falò, blaterando chissà cosa, e invocando il Diavolo (sembra che il Male in persona possa arrivare in questo Universo solo se sul pianeta Terra si accende un fuoco e si blaterano delle parole a caso XD); fa ancora più ridere vedere il figlio del Diavolo, sembra un nano deformato; gli immancabili caproni, sono tutti argomenti sorpassati, che già quando furono trattati per la prima volta erano ridicoli, immaginate al giorno d’oggi, dove la censura sta scomparendo del tutto e ogni genere di concetto viene rappresentato in ogni modo possibile.
Tuttavia si è dimostrato un validissimo regista a livello tecnico, e nonostante i suoi film siano tutti remake o film dalla sceneggiatura pessima scritta da lui, sono tutti buoni a livello di immagini e fotografia (ricordo a tutti che il cinema è immagini), e quest’ultimo è forse il suo prodotto migliore, i colori a tratti cupi e a tratti accesi, le immagini astratte nel finale (molto weird), la rappresentazione del Diavolo, visto solo una volta, di spalle, con le sembianze di una specie di bestia, che guarda la nostra protagonista-moglie del regista Sheri Moon Zombie (rivelatasi non solo bella, ma anche piuttosto brava).

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E’ chiaro il riferimento e le citazioni alla musica per tutto il film, la bestia che rappresenta il Diavolo in primis, citazione alla Bibbia e agli Iron Maiden (ricordate che 666 is the number of the beast); l’angosciosa melodia che arriva in vinile da questo sconosciuto gruppo “Lords”, basata sul tritono, che produce un suono cupo e gutturale, che nel Medioevo era stato bandito, essendo stato identificato come la musica del Diavolo, e ad oggi utilizzato molto dalla band fuoriclasse death metal Morbid Angel in quasi tutte le sue canzoni, e dagli Slayer (dei quali Rob Zombie è un grande amico) nel loro album “Diabolus in musica” (letteralmente, “Il Diavolo in musica”); il regista si prende in giro anche da solo, con grande autoironia, quando mostra un cantante black metal che viene intervistato dalla nostra protagonista e dai colleghi alla radio, conciandolo come un satanista convinto e schizzato, ma che comunque è sempre partecipe ad uno show (come dice Vasco Rossi: “E’ tutto un rock’n roll show”), perché recita una parte, come Rob Zombie stesso (anche se non suona il black metal), invitando lo spettatore a non prendere sul serio, ma sempre con ironia, i testi e i comportamenti sul palco di questo tipo di gruppi e musicisti.
Colonna sonora e “melodie malate” ottime in questa pellicola, anche se non sono un particolare fan di Rob Zombie (diciamo che nel metal ci sono musicisti e gruppi, i quali non mi metto ad elencare, che sono nettamente superiori dal punto di vista musicale).
“Le streghe di Salem” è cinema per quanto riguarda l’estetica, il fatto comunque che dal nulla Rob Zombie si sia cimentato nella regia (ricordo “La casa dei 1000 corpi”, “La casa del diavolo”, ecc…) con ottimi risultati dal punto di vista delle immagini denota che è un talento naturale dal punto di vista tecnico, è una caratteristica innata che ha di suo, ma nella trama, dialoghi, sceneggiatura, argomenti, ecc…forse dovrebbe farsi aiutare.
Diciamo che Dio gli ha dato l’occhio e le mani per girare, ma non gli ha dato la mente per pensare.

EDOARDO ROMANELLA



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