‘Le Streghe son tornate’ e ‘The Tribe’, l’autunno caldo di Officine Ubu

Creato il 06 novembre 2015 da Trescic @loredanagenna
La distribuzione che ha portato in Italia titoli come Il Sale della Terra, Gemma Bovery e ha fatto conoscere Sacro Gra, in questo mese rilascia in homevideo due dei suoi film europei usciti nella scorsa stagione: un action/fantasy spagnolo dallo humour nero e un dramma contemporaneo ucraino e senza parole Già apparsi in sala pochi mesi fa e stretti tra le uscite big forse avrebbero meritato più fiducia da parte degli esercenti, ma l’homevideo serve anche a riparare certe mancanze, e soprattutto alcune pellicole perse in sala. Nel caso di Officine Ubu, nei giorni di Halloween è stato pubblicato il Dvd di Las Brujas de ZugarramurdiLe Streghe son tornate – di Alex de la Iglesia. Farsa rocambolesca paragonabile per concitazione e spirito rabelaisiano a commedie come L’ultimo Capodanno di Marco Risi. Un pugno d’improvvisati rapinatori travestiti da mimi di strada deruba di 25.000 fedi nuziali un Compro Oro a Madrid, ma nella fuga verso il confine francese i ladri vengono investiti dalla maledizione di fattucchiere. La grande Carmen Maura alla testa di una stirpe di streghe proprio nella Salem spagnola riuscirà ad attuare una tremenda vendetta sui maschi impostori? Tra avventura fanta-grottesca, tinte action e commedia nera il regista issa a modo suo un quadro satirico dell’eterna rivalità (nonché rivalsa) tra i sessi. In The Tribe invece più che la rivalità tra i sessi prospera una pericolosa collaborazione criminale. In un collegio per sordomuti a Kiev, ragazzi e ragazze mettono in moto ogni notte un articolato business di rapine e prostituzione. Sergei è quello nuovo e i suoi sentimenti appuntiti come chiodi innescheranno reazioni inaspettate e totalmente fuori controllo. Primo film al mondo del tutto privo di parole annienta anche il sottotitolo lasciando la lingua dei segni a farla da padrone. Lo stesso audio è un ambiente quasi impercettibile dove emergono giusto i suoni più acuti e quelli più forti, simulando un udito da sordi. Soggettiva che trascina lo spettatore nel centro della diversità. Shakerata all’adolescenza e all’isolamento dallo stupefacente regista esordiente Myroslav Slaboshpytskiy l’implosione in un silenzio assordante si estremizza in rabbia, amore, sottomissione, odio, dolore. La tendenza all’estremo è il tratto che accomuna questi due film dal vecchio continente, seppur in forme, direzioni e mood diametralmente opposti. Molto diversi anche nella proposta dei contenuti extra, Le Streghe ha il capitolo Making of diviso in tre backstage tematici raccontati seraficamente in video dall’autore: Storia, Personaggi e Rapina. Trattasi di un tripudio di cut frenetici al pari del film e brevità nei minutaggi sulle immagini dal set, con tanto di cartelli finali con la data d’uscita al cinema – un dettaglio che risulterà sempre più vintage andando avanti negli anni – ma in contrasto con la pacatezza del regista. L’unico a scostarsi un po’ dallo spottone, giusto per qualche contenuto in più, è Rapina, dove De la Iglesia ricorda la lavorazione a Puerta del Sol, nel centro madrileno, in occasione della sequenza iniziale: un concentrato di action e sarcasmo. The Tribe invece, oltre a un breve backstage sulla preparazione del set, include un album fotografico e il cortometraggio di Slaboshpytskiy che costituisce una sorta di prova generale al film: Deafness (Sordità) uno shortfilm girato con sordomuti su una storia senza parole dette, né scritte. Peccato non ci siano interviste a Grigory Fesenko, il giovane protagonista che nella vita è artista di graffiti e pratica parkour e train surfing. Quelli come lui sono chiamati “figli della strada” in Ucraina. La lavorazione si è svolta durante le proteste in piazza Maidan (location era il quatiere Stalinka, a 15 km) e l’invasione della Crimea da parte della Russia di Putin. Alle proteste aveva preso parte anche gran parte del cast, tutti realmente sordi. O con Yana Novikova, la giovane prostituta del film, che dall’audizione per l’Accademia di Teatro di Kiev si è ritrovata ad essere notata dal regista, impegnandosi sul set con sacrifici personali, diete e una durissima preparazione fisica. I risultati radiosi ora sono tutti in un disco, anche se l’esperienza della sala in un silenzio irreale è qualcosa che toglie il fiato. Dimenticavo, altro tratto comune sono i molti premi. The Tribe ha vinto tra gli altri il Gran Premio alla Semaine de la Critique a Cannes, mentre Le Streghe ben 8 Premi Goya. The post ‘Le Streghe son tornate’ e ‘The Tribe’, l’autunno caldo di Officine Ubu appeared first on Il Fatto Quotidiano.