Le supernovae lontane scovate da SkyMapper

Creato il 02 aprile 2015 da Media Inaf

In molti casi il lavoro di squadra è tutto e fa la differenza. Come in questo. Oltre 40 mila astronomi amatori (quindi una bella squadra) hanno classificato quasi 2 milioni di corpi celesti mai identificati prima grazie all’ausilio del telescopio SkyMapper della Australian National University (ANU). Sicuramente è come cercare il ben più famoso “ago nel pagliaio”, ma gli esperti sono riusciti a scoprire 5 supernovae cercate ormai da tempo, delle stelle esplose ed estremamente brillanti che forniscono alla comunità scientifica importanti informazioni sulla storia e sul futuro del nostro Universo.

Richard Scalzo, della ANU Research School of Astronomy and Astrophysics, ha commentato entusiasta: «E’ stato un grande successo e ognuno di noi è stato felice di avervi preso parte». E ha aggiunto: «Un volontario è stato così determinato da rimanere online per ben 25 ore. Non è riuscito a trovare una supernova, bensì una bizzarra stella variabile che pensiamo possa esplodere nei prossimi 700 milioni di anni». Quindi una futura supernova!

SkyMapper si trova presso il Siding Spring Observatory vicino a Coonabarabran nel Nuovo Galles del Sud e contribuisce all’osservazione dell’intero emisfero meridionale del cielo catalogando più di un miliardo di stelle e galassie. Gli esperti hanno partecipato a questa specifica survey da volontari e il loro lavoro è consistito nel guardare diverse immagini della stessa porzione di cielo ma scattate in momenti diversi. E non hanno cercato solo supernovae, ma anche stelle, asteroidi, e oggetti mai visti e studiati prima. Grazie alla loro estrema luminosità, le supernovae sono come dei fari per gli astronomi, che in questo modo possono misurare la distanza delle galassie più lontane.

Scalzo ha aggiunto: «Quando esplode una stella diventando una supernova, per circa un mese brilla molto di più dei miliardi di stelle della sua galassia di appartenenza». Identificarle a occhio nudo è facile, un po’ meno è farlo con un computer perché bisogna insegnarglielo, ha spiegato Scalzo. «Abbiamo messo 5 persone per ogni oggetto e per gli oggetti più difficili da classificare anche 20 persone». L’enormità di dati che si sta raccogliendo aiuterà a programmare i computer e a migliorare l’automatizzazione delle macchine nel processo di osservazione e identificazione.

Come è già successo in passato, anche questa survey fa parte di Zooniverse, un grande progetto di citizen science che ha superato il milione di volontari impegnati nella classificazione di diversi oggetti del cielo, oltre che nella raccolta di dati climatici. La survey condotta con SkyMapper è durata 5 giorni e ha coinvolto volontari inglesi, neozelandesi e statunitensi.

Fonte: Media INAF | Scritto da Eleonora Ferroni


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