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Le tante facce del carcere

Creato il 15 aprile 2012 da 19stefano55

Un tema che immagino interessa poco in quanto è problema di altri, di chi commette un reato , anche se molti sono in attesa di giudizio e qualcuno è anche innocente. Ma in questi giorni ho letto due notizie in parte opposte su cosa può diventare un carcere.

La prima consolida il concetto che il lavoro aiuta a recuperare la persona sia come soggetto relazionale sia come consapevolezza del reato e di come si può ripagare, almeno la collettività. A Verona 10 persone (tossicodipendenti e chi ha violato il codice della strada) hanno optato per attività di pubblica utilità al posto dell’ozio in carcere.

Le associazioni di volontariato si sono fatte garanti con convenzioni sull’impiego e dai resoconti delle stesse sembra che i più hanno deciso di diventare “volontari” anche dopo avere terminato il periodo detentivo. Un esperimento che ha portato anche il Tribunale ad ampliare il numero dei beneficiari. A me sembra una notizia positiva sopratutto pensando che , di solito, dopo pochi anni escono e spesso sono peggiorati, dentro, e ormai il reato non fa più paura ma anzi stimola ad una strategia più calcolata e quindi ad un valore della nefasta azione maggiore.

Il secondo caso è drammatico e sembra la fotografia della povertà di oggi. Un uomo di 70 anni agli arresti domiciliari, per ben 3 volte è uscito di casa e ogni volta telefonava ai carabinieri per farsi arrestare. Prova e riprova , alla fine il giudice l’ha fatto rientrare in carcere per altri 4 mesi. Solo, operato da poco al cuore, con una minima pensione, l’unica prospettiva per sopravvivere era il carcere. Al giudice ha detto che a Brissogne (Aosta) si era trovato bene, lì era il suo mondo, lì aveva trovato qualche amico con cui parlare e da mangiare. Peraltro il tal carcere è oggetto di indagine, per presunte violenze nel 2009 ad un marocchino, ma tutte da verificare.

Le tante facce del carcere

Con la tendenza all’invecchiamento della nostra Italia e all’aumento di povertà c’è molto da riflettere.



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