Le tante primavere nella cenere
di Zakaryya Tamer
di Iannozzi Giuseppe aka King Lear
in copertina, illustrazione originale di Ilaria Grimaldi
(www.ilariagrimaldi.it)
Federica Pistono, che ha curato e tradotto i racconti di Zakaryya Tamer, nella sua nota introduttiva alla raccolta, spiega: “La lingua è un arabo classico sobrio e raffinato. Tamer non cede mai alla tentazione, comune a molti scrittori arabi contemporanei, di ricorrere al dialetto, neppure per i dialoghi. Lo stile è piano e scorrevole, come si addice a un narratore bambino”.
I racconti, tutti ambientati in una Damasco ora tenebrosa ora magica e imprevedibile, narrano storie di persone comuni, perlopiù appartenenti a un ceto sociale umile, che invano tentano di migliorare la propria infelice condizione: presto sulla loro strada, a fargli lo sgambetto appaiono jinn dispettosi e ribelli. Colui che cerca di beffare i jinn, nel più felice dei casi, rimane beffato, ma più spesso va incontro a una morte in solitudine, lontana dalla luce e dalla cronaca. E’ l’uomo della strada, in tutte le sue accezioni, il protagonista assoluto che Zakaryya Tamer descrive sposando la sua povertà di spirito, le sue ansie ma anche la sua impotenza, e in qualche raro caso una innocenza bambina. Tamer è un maestro della prosa breve: con poche e ben calibrate immagini, mai retoriche, riesce a condensare vite intere e a dar loro un senso, per quanto amaro esso possa alla fine essere.Zakaryya Tamer ha il raro dono di condurre il lettore per mano, con inusitata delicatezza, attraverso le tante oppressive contraddizioni di Damasco, della Siria di ieri, di oggi: come un moderno Virgilio. Primavera nella cenere e altri racconti di Tamer è una raccolta che include alcuni dei suoi primi magistrali lavori, a partire dal 1963 fino alla sua più recente produzione (Il porcospino, 2005), per un totale di ventidue racconti. Essenziale per cominciare a conoscere Zakaryya Tamer e le sue tante amare primavere.
Zakariyya Tamer nasce a Damasco, in Siria, nel 1931 da famiglia povera. All’età di tredici anni è costretto ad abbandonare gli studi per lavorare. Dal 1957 inizia a scrivere per diversi giornali siriani. Nel 1960 pubblica a Beirut la sua prima silloge, cui seguiranno molte raccolte di racconti brevi fino all’ultima, Il Porcospino, del 2005. Oltre a svolgere l’attività di giornalista e di scrittore, Tamer lavora, dal 1967, per il Ministero dell’Informazione siriano e, in seguito, per la televisione pubblica. Nel 1980 Tamer pubblica su al-Ma’rifa, rivista edita dal Ministero della Cultura siriano, un estratto di un’opera del letterato al-Kawakibi (m. 1902), che denuncia la tirannia e rivendica la libertà. Il clamore suscitato dalla pubblicazione induce Tamer a ritirarsi e a trasferirsi in Gran Bretagna, dove tuttora vive. Nel 2001 gli viene conferito il premio letterario Sultan Bin ‘Ali al-’Uways , uno dei più alti riconoscimenti letterari del mondo arabo. Nel 2002 viene investito dell’Ordine siriano al merito. Nel 2009 gli viene conferito il premio letterario internazionale Blue Metropolis di Montreal.
La traduttrice, Federica Pistono, è laureata in Lingua e Letteratura araba presso l’Università degli Studi L’Orientale di Napoli, ha conseguito un diploma di master in Traduzione letteraria ed editoriale dall’Arabo presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Vicenza.
Ha inoltre conseguito il Diploma in Lingua araba presso l’Istituto di Lingua Araba dell’Università Statale di Damasco nonché il Diploma in Lingua araba presso lo Yemen Language Center di Sana’a.
Oltre a questo libro, per Cicorivolta Edizioni ha tradotto il romanzo “L’altra cosa (Chi ha ucciso Layla al-Hayk?)” e i racconti “Uomini e fucili” di Ghassan Kanafani, pubblicati per la prima volta in Italia nel 2011.
Primavera nella cenere e altri racconti – Zakaryya Tamer (traduzione dall’arabo di Federica Pistono) – Cicorivolta edizioni – collana i quaderni di Cico – ISBN 978-88-97424-25-3 – © 2012 – pagine 102 – prezzo € 10,00
leggi anche la recensione di Iannozzi Giuseppe, L’altra cosa (Chi ha ucciso Layla al-Hayk?). Un magistrale Ghassan Kanafani presentato in traduzione italiana per la prima volta in assoluto da Cicorivolta edizioni nella traduzione di Federica Pistono 0.000000 0.000000