Efeso, la biblioteca di Celso
Nella città di Smirne (Izmir), nell'area un tempo denominata Metropolis, gli archeologi hanno riportato alla luce una struttura termale risalente agli antichi romani. Sono ritornate alla luce anche una statua di Thyke, dea della fortuna, ed una scultura raffigurante Zeus oltre a numerosi frammenti di marmo e ad alcune statue di gladiatori.Metropolis si trova tra i villaggi di Yenikoy e Ozbek ed ha restituito, già in passato, numerosi reperti. I lavori in sito vanno avanti da vent'anni e sono supportati dal Ministero del Turismo e della Cultura. Numerosi aspetti culturali della popolazione che abitava Metropolis in epoca antica traggono origine dalla Grecia. Una storia, dunque, di più di 5.000 anni ed una fondazione che risale all'inizio dell'Età del Bronzo. Gli scavi hanno permesso, infatti, di recuperare frammenti di ceramica databili proprio all'Età del Bronzo.
Metropolis non era lontana da Efeso e tutti i suoi edifici e le sue sculture erano di livello eccezionale. Gli antichi cronisti riferiscono che la dea protettrice della città era Artemide, cosa estremamente rara per una città anatolica.
La struttura termale riportata alla luce ha l'estensione di oltre 100 metri quadrati ed è situata al centro della città. Il bagno ha pianta rettangolare ed è ricoperto di mosaici e vi era anche un'area dedicata all'esercizio fisico. Le statue di Zeus e di Thyke, scoperte nell'area termale, portano a credere che il complesso risalga al II secolo d.C. dall'imperatore Antonino Pio.
Sull'acropoli di Metropolis è stato anche ritrovato un sigillo ancora non decifrato, scritto in geroglifici di epoca ittita. Il regno ittita aveva, infatti, la sua capitale a circa 30 chilometri a sud est di Metropolis che, inoltre, fece parte - secoli dopo - del regno ellenico di Pergamo. Fu proprio in questo periodo che la città raggiunse il suo massimo sviluppo culturale ed economico. Sempre sull'acropoli si trovava un tempio dedicato ad Ares.