Questi ultimi stravolgimenti nel mondo politico italiano hanno portato all‘attenzione dell’opinione pubblica ciò che rappresenta il fulcro dell’azione politica per definizione e che è stato messo in discussione con il recente innesto dello “streaming“, ossia il retroscena degli accordi politici.
Nonostante l’accesso nei salotti politichesi, relativamente celati ai cittadini soprattutto in questo ultimo ventennio, dei rappresentanti grillini, tutti con curriculum candido da esperienze pregresse, la Politica nuovamente ,nella sua essenza più recondita, è tornata a chiudere il cerchio ed a serrare le fila ritrovando la forza di vomitare le ipotesi di apertura e di trasparenza, tanto richieste da tutti i cittadini.
All’apparenza ed ad un primo impatto sembrava che la Politica iniziasse un processo di “mea culpa“, come strumento per battere sul suo terreno il “nuovo” che avanzava.
Da una parte gli “anziani” legati a troppi formalismi istituzionali, abituati a non rispondere alle domande ed ai loro comportamenti, loro abituati ad essere autorefenziali ed abituati ,nel momento del bisogno, ad aiutarsi sommessamente e celermente dimenticando le invettive lanciate vicendevolmente nei salotti televisivi ovattati a dovere.
Dall’altra parte dei semplici cittadini che non rispondevano a logiche di interessi , se non a quelli del “bene comune“, della cooperazione, della trasparenza, dei diritti uguali per tutti e che urlavano a gran voce la loro voglia e la loro esigenza utopica di sentirsi rappresentati da chi è espressione e risultato del loro voto, non essere sempre l’ultima componente da tener in considerazione, come volontà superiore di tralasciare ciò che è ovvio, o dovrebbe esserlo.
E così si finisce per ri-applaudire una stessa persona (Napolitano, n.d.a.) , per la prima volta nella nostra storia costituzionale, seduto sullo scranno più alto e più importante ed aspettare quando il suo nome verrà scolpito a dovere nelle pagine dei quotidiani come “Salvatore” della patria senza voler leggere “le trame oscure del palazzo” che son dietro a quell’elezione vigliacca, perchè non riconosciuta dalla maggior parte dei cittadini che scioccamente avevano sperato in una “catarsi” , tanto attesa ma mai nemmeno avviata dalla politica tutta, che per l’ennesima volta chiude gli occhi dinanzi al pianto dei suoi ,solo normativamente, padroni (i cittadini, n.d.a.).
Siamo soli, e probabilmente lo siamo sempre stati noi che siamo nati sotto questa politica di malaffare e non siamo più capaci di sognare un mondo diverso, perchè questa è la nostra abitudine, il nostro modello,ciò che vediamo ogni giorno e non siamo più capaci di essere “ il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo” perchè ci hanno tolto la voglia e gli strumenti per poter essere diversi da loro, di distinguerci perchè onesti e non facilmente corruttibili; arroccati nei loro palazzi hanno la sicurezza nel pensare che tutti son così e non cambierà mai niente , e noi intanto glielo facciamo credere da vent’anni, continuamente, e probabilmente, ci fa piacere.
Cibal