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Le "Tre" C / /Un progetto di vita nuovo di zecca perché sia sempre Natale

Creato il 24 dicembre 2011 da Marianna06

Partiamo subito con alcuni enunciati riguardanti il nostro impegno a breve, quello cui don Ciotti, il fondatore del Gruppo Abele, di Libera, e di tante altre importantissime iniziative in un'Italia troppo sonnacchiosa e ormai anche impoverita, ci richiama attraverso il suo ultimo "scritto" dal titolo emblematico:"La speranza non è in vendita".

Don Ciotti, di origini venete come me, è un uomo da sempre di poche parole.

Lui è uno che fa e che cerca di fare possibilmente  bene.

 Ama  l'azione,quella onesta e "giusta". Mai lo stare a guardare.

Il problema vero, però, è che tutti e tutti insieme dovremmo fare  e fare con lui e come lui. Senza stancarci mai.

La nostra dovrebbe essere la "santa" indignazione dinanzi alle ingiustizie di questo mondo.

Se poi il nostro autentico progetto è concorrere a migliorarlo davvero.

 E questo anche e  se non sempre le ciambelle riescono con il buco.

Ma andiamo al messaggio che don Ciotti ci lascia , quest'anno, come dono di Natale con l'augurio che Natale ,d'ora in avanti, possa esserlo per noi ogni giorno.

Le parole sono : corresponsabilità, continuità ,condivisione.

Appunto le "tre"C.

Per lui, don Ciotti, corresponsabilità vuol dire "vivere in modo generoso il proprio ruolo di cittadini (non dice cristiani!), sapendo che le ingiustizie poggiano su complicità e silenzi ma si avvantaggiano anche degli ostacoli di una legalità formale, scritta più nei codici che nelle coscienze".

Continuità significa invece" trasformare l'indignazione passeggera in sentimento stabile, perché oltre alla denuncia serve la proposta e l'impegno per portarla avanti".

Condivisione è :"da soli non si va da nessuna parte e i cambiamenti avvengono quando la preoccupazione per la propria vita individuale è sostituita dall'attenzione per il bene comune".

E io aggiungo che questo, il suo riflettere perché tutti noi si cambi e si lavori a cambiare il negativo intorno a noi, vale tanto nel vicino quanto nel lontano.

Ovvero da noi come in terra di "missione".

Africa, America Latina, Asia, periferie degradate del Nord del mondo.

Ed è un "fatto" ,in primis, culturale  in senso lato.

Perché il "progetto  di vita" sia subito  realtà gli ingredienti presupposti tuttavia sono: accoglienza vera,conoscenza storica ed empatica, dialogo autentico e, sopratutto attesa paziente.

E' una sfida che vale comunque la pena di essere accettata.

Sempre.

San Paolo, a suo tempo, scriveva :" Tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile ,onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri"(Fil.4,8).

E non aveva affatto torto.

Sereno Natale, con affetto e simpatia, a tutti gi amici di"JAMBO AFRICA"!

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Don-Luigi-Ciotti

 


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