Titolo: Le tre minestre
Autore: Andrea Vitali
Editore: Mondadori
Anno: 2013
Spassosissimo ‘racconto lungo’, “Le tre minestre” di Andrea Vitali contiene molte gemme e, in appendice, come sempre più frequentemente avviene nei romanzi, una rassegna delle ricette citate (rigorosamente lombarde: dai vari modi di cucinare la polenta, alla famigerata busècca e all’altrettanto terribile cassoeula). Ricette che poi sono quelle praticate dalle tre zie paterne, alle quali lo scrittore dedica un’autentica dichiarazione d’amore, che qui cercheremo di declinare cogliendo una sfumatura inconsueta.
Il romanzo contiene infatti una divertente rivelazione (forse) autobiografica: tra atmosfere struggenti, perdute e narrate con grande ironia, Andrea Vitali riconduce la scelta di diventare medico ad aneddoti dal sapore … dark.La sui generis venatura horror sgorga quando lo scrittore descrive una delle zie, caratterizzandola in questo modo: “A differenza dell’archetipo di tutti gli indovini, Cassandra, che vedeva giusto ma non veniva creduta, la zia Paola vedeva male ma veniva creduta”.
Nella memoria rimangono scolpiti, a opera dei racconti delle zie, patimenti e torture cui fu sottoposto San Vincenzo: “… la storia della vicenda umana di questo santo … è uno dei racconti più gotici che conservo della mia fanciullezza …”
Tra tentativi di “abbattere i passeri che abitavano su un sambuco “ e galline minacciate di condanna capitale dalla zia Colomba (quanti volatili!), nella casa delle tre sorelle nubili (simpaticamente immaginate ciascuna a capo di un dicastero per la vocazione specifica agli affari interni, esterni o agricoli), il giovane Andrea Vitali intravede in un episodio culinario il momento cruciale per la sua scelta negli studi. L’occasione viene fornita dalla “gallina ripiena lessata”, quando una zia “mi concesse l’alto onore di anatomizzarla, cioè ridurla in pezzi edibili” .
E se i disturbi alimentari sono generalmente la spia di un malessere psicologico, quale trauma si cela dietro al rifiuto dell’autore per la “cassoeula”? Le responsabili sono sempre loro, le care ziette, che giocano il tutto per tutto pur di aiutare l’amato nipote – seguace di Esculapio - a ben comprendere “il decorso dei nervi cranici”: appuntamento con il becchino, al cimitero. Per gustare l’horror … umanistico e illuminato di Andrea Vitali!
Ah, dimenticavo: per finire in bellezza propongo un menù tutto lariano (primo, secondo, contorno e dolce), scegliendo direttamente dal ricettario de “Le tre minestre”: Menestra de urtìc (ma attenzione: la minestra di ortiche prevede un antistaminico come aperitivo) – missultìn (agoni) e pulenta rustida (polenta arrostita) – crucànt de nus (croccante di noci).
Bruno Elpis