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Le tre parti della storia: lo sviluppo

Creato il 23 novembre 2011 da Nicola Nicodemo
Le tre parti della storia: lo sviluppo Se l'incipit era il primo scoglio da superare per addentrarci nel mare aperto della nostra storia, lo sviluppo non sarà cosa più facile. Certo, abbiamo buttato giù le prime pagine, e non importa che siano solo una bozza, anzi lo saranno! e abbiamo attirato l'attenzione del lettore. Ora ci sono diverse possibilità. Sia che abbiamo una vaga idea di come la storia si concluderà, sia che sappiamo esattamente come andranno le cose, sia che ci lasciamo ispirare dall'evolversi degli eventi, dobbiamo porci una domanda: cosa faccio per essere sicuro di arrivare alla fine? E soprattutto: cosa faccio perché il lettore continui a leggere fino alla fine?
Quelli di Fuel your writing si sono posti le stesse domande. E hanno approntato qualche utile consiglio, che, in linea di massima, condivido anch'io.
Andateci piano con le digressioni!
L'avevamo già accennato nell'altro post. Il lettore non deve conoscere per forza tutto il bagaglio di esperienze di vita dei nostri personaggi. O almeno, le cose non strettamente necessarie alla comprensione della storia, saranno ritenute superflue. Questo - ovviamente - non vuol dire spogliare il libro o impoverirlo di contenuti, ma saper scegliere e non divagare in modo inopportuno. Le digressioni rallentano il ritmo della narrazione, e distoglieranno l'attenzione del lettore dalla storia. Potrà capitare così che il lettore, confuso, abbandonerà la storia ancor prima di finirla. Occore dunque che le informazioni siano diluite gradualmente e con ordine nel corso della stesura, affinché il lettore comprenda i retroscena della storia attraverso la ricostruzione di brevi frammenti. 
Chi sta facendo cosa?
Ok, prendete ad esempio uno di quei romanzi di Ken Follett, tipo 'I pilastri della Terra'. Più di mille pagine, decine e decine di personaggi, un intreccio straordinario. Ora immaginate quante trame e sub-trame vi siano. Ecco, nel caso vorreste scrivere un libro del genere, occorre essere sempre al corrente dell'azione di ciascun singolo personaggio. Perché se lasciate Tizio al capitolo 3, e iniziate a parlare di Caio, dopo un po' avrete l'esegienza di tornare a parlare di Tizio, magari nel capitolo 12. E vi chiederete: dove l'ho lasciato? Cosa stava facendo? E allora andrete a cercarlo nelle pagine addietro. Ma se dovete far questo per una decina di personaggi, probabilmente vi sarete esauriti prima di riuscire a terminare il romanzo. Per evitare di finire in un vicolo cielo, annotate graficamente e in maniera chiara e intuitiva le varie trame e gli intrecci tra scene e personaggi. E se i fogli di carta non dovessero bastare date un'occhiata a questi due programmi: Scrivener e yWriter
Abbiate sempre uno scopo
Saprete di certo che quando la nave lascia il porto ha sempre una meta ben precisa. Vale lo stesso per la scrittura. Dovrete sempre avere uno scopo per scrivere. La nostra storia dovrà avere uno scopo. Anche se non siete sicuri di come una scena (o il romanzo) si concluderà, provate sempre a darle un obbiettivo. Se scrivete solo con la speranza che la storia prima o poi emergerà, questo rallenterà il ritmo della narrazione, e il lettore si accorgerà presto della vostra insicurezza.
Dateci un taglio!
Se ti accorgi che non stai facendo progressi, non trascinare la storia per le lunghe. Se le scene sono difficili da scrivere o troppo macchinose, significa che sono noiose o artificiose, e quindi non vanno scritte. Tagliatele. Se la storia si leggerà bene anche senza di esse, il lettore non si accorgerà della loro assenza. Se proprio non volete sacrificare le scene, salvatele in un file a parte. Potrete sempre revisionarle e reinserirle in un secondo momento. Evitare la sindrome da "figli di mezzo"
La sindrome da "figli di mezzo" o sindrome del mediano era un'ipotesi (che ormai sembra superata) secondo la quale il figlio mediano si sentirebbe "schiacciato" tra il primogenito e il figlio minore. Almeno in scrittura, lasciate perdere. Tenete piuttosto a mente il detto latino "In medio stat virtus". Lo sviluppo della storia, e quindi la fase centrale, è importante tanto quanto l'incipit e il finale. L'incipit sarà affascinante per l'approccio ad una nuova storia tutta da costruire; il finale lo sarà ancora di più perché la trama confluisce verso una conclusione e la storia si risolve. Ma senza sviluppo non c'è storia, quindi perderebbero di significato sia l'inizio che la fine. È nello sviluppo che la trama si fa interessante e che la storia acquisisce veridicità e coerenza.
P.s. L'ultima parte della guida ispirata ai post di Fuel your writing sarà dedicata al finale della storia e ai suggerimenti per affrontarlo al meglio. Come sempre, se avete voglia di lasciare qualche vostro consiglio, siete liberi di commentare!

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