Libri Comunicato stampa. Le tre vite del mio cuore – Il mio battito a corrente alternata (PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto), una medical story autobiografica di Elena Genero Santoro. Un battito cardiaco irregolare, una cicatrice che brucia sulla pelle e nell’anima.
Diversamente da come ci si potrebbe aspettare dal titolo, non si tratta di un racconto romantico ma di una “médical story” che ripercorre un viaggio emotivo attraverso la malattia: aritmia, bradicardia, tachicardia rappresentano la difettosità del corpo con cui Elena si è dovuta confrontare, ma simboleggiano anche le diverse velocità che la vita, spesso in modo violento ed imprevedibile, ci impone. Non a caso a introdurre il lettore alle vicende raccontate in questo libro è una psicoterapeuta; con questa prefazione intendo infatti invitarvi alla lettura di un’opera nella quale si può cogliere l’intima relazione tra mente, corpo, emozioni e spiritualità, ma anche tra fragilità e resilienza dell’animo umano.
Le pagine tratteggiano sfide, difficoltà e traguardi attraverso gli occhi – e il cuore – di chi ha compiuto in prima persona un percorso tortuoso e inconsueto, ma sempre affrontato con fiducia e coraggio.
Le tre vite del mio cuore offre una prospettiva autentica sul tema della salute, sia fisica che mentale, e può fungere da ispirazione per vivere con determinazione e speranza le avversità. dalla prefazione della dott.ssa Monica Pilone, Le tre vite del mio cuore di Elena Genero Santoro
Le tre vite del mio cuore
Il mio battito a corrente alternata
di Elena Genero SantoroPubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Medical story | Narrativa non-fiction
Copertina flessibile | 184 pag | formato tascabile
ISBN 9791254587126
cartaceo 13,00€
ebook 2,99€
tazza letteraria 8,00€
Quarta
Un battito cardiaco irregolare, una cicatrice che brucia sulla pelle e nell’anima.
«La prima volta che feci un bagno dopo l’intervento, non riuscivo a guardare la ferita. Era brutta, imbastita di punti neri: mi deturpava. Il mio sguardo sopra di essa scivolava via in fretta, come l’acqua strizzata dalla spugna.»
Questa è la storia di una donna che ha dovuto imparare a convivere con un pacemaker che le ha ridato la vita, ma che, in qualche modo, le ha anche tolto qualcosa. Un memoir potente, ironico e disarmante. Attraverso una narrazione che mescola le reminiscenze dell’infanzia con le sfide della malattia e le riflessioni dell’età adulta, l’autrice intreccia determinazione e forza di volontà con la delicatezza delle emozioni umane più profonde. Ne emerge l’intima relazione tra mente, corpo, emozioni e spiritualità, ma anche tra fragilità e resilienza dell’animo umano.
Un’infanzia piena di energia, sempre in movimento tra danza, ginnastica, nuoto, escursioni in montagna, una vitalità che spinge a non fermarsi mai, un rifugio dal caos interiore, un modo per spingere sé stessa oltre i limiti, per dimostrare che niente può fermarla, nemmeno quando è costretta cambiare direzione. Poi gli studi universitari, le notti insonni, lo stress, l’ansia che si accumula, le stanze di ospedale, le visite, la diagnosi, l’intervento, le battaglie vinte.
Prospettiva autentica sul tema della salute fisica e mentale, sono pagine che si fanno invito a trovare la bellezza persino nella propria fragilità, un tributo alla perseveranza, un incoraggiamento a non mollare, un inno alla vita in tutte le sue sfumature.
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