Attraversiamo tutta la pianura padana verso ovest, di monti e rilievi solo le sagome lontane offuscate dall’afa opprimente, finché, dietro un curvone la valle si apre davanti ai nostri occhi. È già il tramonto e noi dobbiamo incontrare il guardapesca per prendere i permessi per i prossimi due giorni. Serse, il capo dei guardapesca della riserva, è nella “Fishing House”, ovvero la casetta di pesca che accoglie tutti i pescatori della valle… una figata!
Dopo tre ore di autostrada siamo finalmente in Valdieri, sulle sponde del torrente Gesso, ad incontrare il gentilissimo Serse, il quale oltre ad essere il Re di Persia è anche il re dei re dei guardapesca che, mentre prepara i nostri permessi per i giorni seguenti, ci concede di pescare le acque nelle adiacenze della “Fishing House”, la parte più bassa delle acque che pescheremo nei prossimi due giorni.
Sabato sera alle 20.10 scendono al fiume i due celeberrimi idoli delle folle alieutiche, i grandi artisti della pesca a spinning, gli alfieri della serie A di Anonima Cucchiaino, quei grandi di Jacopo e Pietro, noi stessi medesimi. Neanche il tempo di sgranchirsi le gambe e abbiamo già i waders addosso e le canne montate. Saltiamo sui pochi sassi che ci separano dal fiume e facciamo il primo di tanti lanci in queste acque: Il Gesso della Regina.
Primi lanci, prime trote… perse! Il fatto di pescare con attrezzature “fast”, ovvero rigidine e reattive, e con un solo amo singolo senza ardiglione ha portato per tutto il weekend ad un numero spropositato di trote slamate nei vari recuperi…
Il primo incontro con il fiume non è dei migliori, ci basta poco per capire il tratto: pochi pesci selvatici e tanta pronta pesca di buona taglia, lasciamo perdere i raschi per concentrarci sulle lame lente dove le iridee adorano pinneggiare svogliatamente. I recuperi si fanno lenti, per invogliare le pigre trotone ad abboccare. Dopo due o tre perse ecco arriva la prima: iridea. Ecco la seconda: iridea… e così via. Si fanno le nove, il tramonto cala sulle montagne tutto intorno e noi e, per quanto ci stiamo divertendo, siamo sinceramente un po’ delusi dalla fauna da “pronta pesca”. Serse con un fischio acuto sovrasta il mormorio dell’acqua e da lontano ci richiama alla realtà, strappandoci al mondo incantato di lanci lunghi nella bruma serale ormai alta sulle acque del torrente. Due chiacchiere e capiamo di aver pescato nell’unico tratto “turistico e di pronta cattura” di tutta la zona! Usciamo dal fiume ed entriamo nella fishing house per scambiare due chiacchiere veloci, giusto per dissipare i nostri dubbi: fortunatamente quello è davvero l’unico tratto di pesca facilitata! Pochi minuti e siamo di nuovo in macchina per verificare dove scendere al fiume il giorno dopo.
Seguiamo il fuoristrada della guardia mentre il cielo si fa buio. Curva dopo curva scompaiono rapidamente le case e qualsiasi traccia della presenza dell’uomo oltre l’asfalto stesso su cui corre la macchina. Una volpe ferma il piccolo convoglio e lenta attraversa la strada, ci fissa con occhi sgranati, intontita dai fari delle auto. Saliamo ancora qualche curva, accostiamo e spegniamo i motori.
L’impatto con l’alta Valdieri è di quelli che non dimenticherai mai!
Per noi è avvenuto in questo momento, scendendo dall’auto: aria fresca profumata di conifere ed erbe selvatiche, il fiume che canta con voce ferma e gentile al tempo stesso, le cime delle montagne tutte intorno alte sulle nostre teste per incorniciare un cielo di infinite stelle e le stelle mai così unite alla terra perchè tutto intorno a noi, a perdita d’occhio, milioni di piccole luci danzanti fanno festa nel buio inseguendosi tra gli alberi. Piccoli prodigi si illuminano a intermittenza, sono lucciole, (gli insetti luminosi, non le altre… n.d.R.), in un numero tale che non avremmo saputo immaginarlo… Trasognati, come stessimo vivendo tra le righe di una fiaba, seguiamo le orme di Serse che ci mostra alcune pietre che scendono ad un piccolo ponte di ferro bianco sopra le bianche schiume del torrente rischiarate dalla luna.
Domani inizieremo lì a pescare. Domani daremo la caccia alle vere trote del Torrente Gesso! Le trote della Regina! Perchè “della Regina”? Perchè in queste acque pescava un’illustre abile pescatrice, la regina Elena di Savoia, che da queste parti tutt’ora è ricordata con grande affetto per le sue opere di beneficienza, progresso e solidarietà… e per le trote che prendeva e che, già allora, faceva immettere: trote mediterranee!
Non a caso l’edificio che ci ospiterà a Sant’Anna di Valdieri si chiama “Casa Regina“, lo raggiungiamo giusto in tempo per vedere i mariti delle gestrici scofanarsi la nostra cena… Ma le ragazze hanno molte frecce al loro arco e in pochi minuti ci preparano una cena spettacolare. Nonostante l’ora, riescono a rifocillarci con arista di maiale cotta con emulsione di birra, patate arrosto, salumi e formaggi della valle e una panna cotta straordinariamente buona, ovviamente con marmellata di mirtilli e miele della valle. Altro che “km 0″ e “biologico” di città… questo è davvero il cibo come dev’essere!
È già mezzanotte quando finisce la ridarola in stanza, tipica sindrome di stupidera da terza media, ci facciamo cullare dal suono del fiume che scorre lì sotto e finalemte ci addormentiamo. Ore 5.00 siamo in piedi. 5.30 abbiamo bevuto il caffè dal thermos e sbranato la torta fatta in casa!
Saliamo in macchina che è ancora buio per percorrere tutti i 4 km che ci separano dal primo spot, molto più a monte di quello di ieri.
Ore 6.00 jacopo si mette i waders e Pietro invece, per la prima volta prova un nuovo assetto estivo di pesca: scarponcino con calza in neoprene e pantaloni in fibra tattico-fallica-supersonica che si bagnano ma che si asciugano in fretta. (Una sensazione strepitosa quella di entrare in pantaloni nel fiume… D’estate mai più waders! N.d.R.)
Le previsioni davano sole a picco, nello zaino Pietro ha cappello di paglia e crema solare, naturalmente piove copiosamente e ci si arrangia con una specie di mini k-way in tessuti d’avanguardia: plastica blu non traspirante di categoria “sacco della munnezza”; Jacopo più saggio ghigna all’asciutto.
Subito una piccola fario gioca con la gommina su testa piombata e ci eccitiamo come scolaretti. Il fiume ruggisce alternando spettacolari salti d’acqua a buche profonde.
Uno splendido torrente di montagna! Si presta molto a “pucciare” le gomme con testa piombata o a pescare a risalire con i classici rotanti lanciati con precisione in testa di pozza.
Una fario sui venti centimetri arriva ed è bellissima, ma è solo l’inizio di una lunga serie di catture. La prima buca importante con un discreto fondo lama, ci vede lanciare un imponente Vibrax 4 argento. Mentre la pioggia cade in testa una botta flette la canna!
C’è, è bella, stimata sui 40 abbondanti per come tira, invece nel guadino vedremo una trota che ai 40cm non ci arriva ma che è vestita di colori mozzafiato! Selvatica, pinnata benissimo e con la schiena particolarmente verdastra, una livrea insolita ed elegantissima!
Poco dopo è il turno di Jacopo, poi Pietro di nuovo… inizia una specie di “gara” amichevole in cui chi sta prendendo più pesci fa pescare davanti l’altro e così risaliamo il fiume sostanzialmente sempre in parità e, di fatto, divertendoci come matti tra una cattura e l’altra, tra un acquazzone e una schiarita!
Alcune delle trote fario che prendiamo hanno livree mozzafiato e la diversità delle taglie è indice di una buona popolazione stabile ed attiva nel fiume, segno che l’associazione Fly Fishing Valdieri sta gestendo le acque de “Il Gesso della Regina” in modo egregio con questo lungo no-kill!
Ogni tanto poi si allama qualche strana “puccini” fluorescente che sarà anche spettacolare da vedere, ma di certo molto poco autoctona, così come la trota più grande di giornata, una over 40 di Jacopo, presa proprio prima di pranzo. Una signora trotona, ma le pinne atrofiche ci fanno capire che è il residuo delle immissioni di una precedente gestione oppure scesa da una qualche riserva a monte…
A pranzo il Ristorante Ciriegia ci dà sfoggio della cucina piemontese di montagna: trote in carpione, polenta e coniglio, polenta e salsiccia, genepy per gradire… Il tipico pasto di fine Luglio!
Al pomeriggio andiamo a caso lungo il fiume, facciamo un lungo tratto a risalire estasiati dalla meraviglia del paesaggio! Montagne che davvero non temono confronti con le Dolomiti o le più esotiche Montagne Rocciose, tantissime farfalle, rospi, un serpente colorato e moltissime trote che ci fanno divertire come matti nelle acque cristalline… siamo davvero ospiti della natura in questo posto da sogno! Dell’uomo vediamo traccia solo quando un passiamo sotto un piccolo ponte. Proviamo di tanto in tanto minnow, ondulanti e gomma… ma il classico rotante, meglio se con il corpo piombato, la fa da padrone.
Il sole inizia a calare e noi abbiamo un appuntamento con due personalità della pesca: Simone Ardigò, illuminato presidente che gestisce queste acque sacrificandosi anima e cuore per puro amore del torrente e della valle ed Emilio Todeschini, nome noto in Nord Italia per il suo celebre negozio di pesca vicino a Milano e da qualche anno per aver rilevato e rilanciato con importanti innovazioni il marchio “Filibustiere”. (Noto anche per il suo carattere estroverso, creativo, incontenibile e imprevedibile… una forza della natura! N.d.R.).
Gli ultimi lanci li facciamo proprio a monte di Sant’Anna e le ultime trote non sono da meno per bellezza e combattività. Il bollettino finale conta circa 20 trote a testa prese al 100% e circa tre o quattro volte di più prese e slamate nel recupero.
Alle 20.15 lavati e cambiati come due signorini ci presentiamo a cena da “Chez Serse” alla fishing house!
Quando arriviamo troviamo ad aspettarci un gruppo eterogeneo di appassionati veri, uniti dal comune sentimento per la pesca e dall’eccellente cucina di Serse, che si trasforma in abile chef presentandoci un menù eccellente nel quale spiccano le trote impanate di un allevamento che prende acqua dal Gesso.
La serata scorre piacevole e interessante, come sempre quando si mettono tanti pescatori intorno a un tavolo, tra la storia della riserva raccontata da Simone Ardigò, solerte presidente del Gesso della Regina che approfondisce i traguardi importanti che si è prefissato, la quotidiana lotta per preservare il fiume e le difficoltà che un “foresto” deve affrontare, e le idee visionarie e rivoluzionarie di Emilio Todeschini, simpatico ed eccentrico titolare dell’omonimo negozio di pesca di Milano, che ci mostra i nuovi progetti realizzati e quelli che devono ancora vedere la luce al neon degli scaffali. (…esche davvero super interessanti soprattutto per l’acqua dolce! Le proveremo il giorno dopo, ovvero nel prossimo report. N.d.R.)
Ma la sveglia alle 5:00, le tante ore di pesca e il saltare su e giù dai sassi del fiume mettono a dura prova la nostra resistenza e anche se resteremmo volentieri ancora a lungo a farci rapire dalle parole di Simone e ascoltare l’entusiasmo dell’istrionico Emilio, è il momento di tornare in branda a ricaricarci per il giorno dopo. Un altro giorno di pesca, un’altra storia che racconteremo.
Jacopo & Pietro
Rock’n'Rod