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"Le
ultime luci della sera" è un romanzo onesto. Vero. È una storia viscerale,
che affronta una tematica delicata e lo fa senza peli sulla lingua, senza
edulcorare la realtà. L'ho scritto con attenzione e dedizione, editandolo per un
numero imprecisato di volte e curandolo nei minimi dettagli. Tuttavia, niente è
servito a farlo accettare da editori e agenti letterari. Sebbene non abbiano
avuto nulla da ridire su struttura, stile e plot narrativo, non se la sono sentita di
dargli spazio e fiducia. Diverso il parere dei lettori del Rifugio degli
esordienti. A loro, il libro è piaciuto a tal punto da considerarlo "una
storia difficile da dimenticare". In nome di questo e di altri ottimi
pareri ricevuti da chi ha avuto modo di conoscerlo, ho deciso di fargli vedere
la luce da sola. Ci vorrà un po', perché voglio fare le cose per bene ma il
prossimo anno lo pubblicherò chiudendo un ciclo. Un ciclo inerente la tipologia
di storie a cui "Le ultime luci della sera" appartiene. È davvero
arrivato il momento di far camminare il romanzo con le sue gambe. È davvero tempo
di congedare Giulia, Gabriele ed Elia.
"La notte è vagabonda,
un pozzo di paure
dove non troverò mai luce.
Preparo la
valigia,
non voglio più tornare,
non voglio parlare.
È un incubo eterno,
un
crepuscolo nero."
(Crepuscolo nero, Elisabetta R Brizzi)
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