Tutta Italia si interroga e probabilmente anche mezza Europa se lo domanda, fatto sta che nonostante tutto quel che si dica, si legga, si scriva nessuno può sapere se il caporalmaggiore Salvatore Parolisi sia colpevole dell’omicidio volontario aggravato della moglie nonché del vilipendio del cadavere.
Tutti però sanno che Salvatore Parolisi è in carcere anche perchè secondo il giudice di Teramo che ha emesso il mandato di fermo, ha esibito un alibi falso per il giorno del delitto, scopo: garantirsi l’impunità. Ingenuità? Premeditazione? O semplicemente voglia di mettersi al riparo certo, perchè lui, uomo già reo di aver tradito la moglie sarebbe stato il primo grande accusato?
Nell’ordinanza di arresto il magistrato aggiunge che il vedovo ha inquinato le prove e che fuori di cella potrebbe continuare a farlo, ma soprattutto che una volta libero tornerebbe a uccidere.
Parolisi dunque un serial killer? Chi ucciderebbe e perchè? Cosa ha questo “ragazzo” burbero e “cuor di coraggio” che ha speso alcuni anni della sua giovinezza difendendo le patrie guerre umanitarie?
Quelle citate nell’ordinanza sono quelle che comunemente vengono dette “esigenze cautelari”. Una ordinanza piena di dubbi e perplessità dove mai una volta di parla di prove ma solo di probabili indizi di colpevolezza. Indizi però che secondo quel che dichiara il giudice Giovanni Cirillo, ci sarebbero tutti.
E’ curioso però come nella realtà ci sia Melania Rea morta ammazzata, Salvatore Parolisi ristretto ed un giudice attanagliato dalla perplessità.
E’ lo stesso Giovanni Cirillo che ipotizza l’errore giudiziario sul caso Parolisi: «La tesi dell’Accusa merita adesione, ma con tutte le precisazioni che il caso richiede. In questa fase del procedimento penale i fatti non sono del resto mai sufficientemente definiti e la responsabilità dell’indagato può mutare ed essere meglio precisata, ad esempio riguardo al grado della sua partecipazione al reato ». Insomma si potrebbe pur leggere la pag 149 dell’ordinanza di custodia come se Salvatore Parolisi sia il responsabile della fine della moglie Melania Rea, ma non si può sapere in quali termini lo sia. Perchè la accompagnata? O perchè la ha uccisa? O, altre mille ipotesi si scoprono. Impossibile stabilire se addirittura l’abbia materialmente uccisa lui o lo abbia fatto qualcun altro.
L’ex gip Cirillo, come fanno tutti, nella ordinanza ha tratto alcune conclusioni. Per esempio è molto chiaro come e perchè i coniugi Parolisi Rea si trovino in quei luoghi il giorno nell’omicidio. «Parolisi concorda con la moglie di recarsi a Colle San Marco (da dove poi dirà averla vista sparire – ndr), per poi andare, alle 16, a casa della madre di un’amica per conoscere il nipotino appena nato. Secondo Parolisi l’iniziativa di andare lì sul Pianoro sarebbe di Melania, ma sul punto non esiste alcuna certezza. Anzi, il fratello della vittima, dichiara espressamente di trovare strano che la sorella intendesse recarsi a San Marco per poi essere, solo un’ora e mezzo dopo, di ritorno a Folignano. E non è di aiuto la madre di Melania alla quale, lei, poco prima aveva detto al telefono che sarebbe andata al Pianoro, senza però specificare di chi sia l’iniziativa». Certo sarebbe utile sapere chi ha deciso e perchè è stata decisa la scampagnata anche se ben poco influenti possono essere di pareri del fratello e della madre che non erano presenti in casa Rea Parolisi il giorno 18 aprile.
Se media, stampa e blog affermano che Salvatore e Melania insieme alla piccola Vittoria sono usciti da casa il 18 aprile alle ore 14.15, il Gip scrive: «Nessuno dei tre testimoni è in grado di descrivere con certezza come fosse vestito Parolisi quel giorno e soprattutto che la presenza della moglie e della figlioletta di lui non è presente nella memoria dei testimoni, tant’è che NESSUNO menziona la bambina e il solo il teste B.S. fa riferimento a Melania.».
Melania potrebbe essere uscita già morta da casa? Una ipotesi non improbabile o impossibile? Ma come? Melania forse non è nemmeno uscita di casa viva quel pomeriggio? Stando al giudice è un’ipotesi. Infatti si domanda per quale ragione, il vedovo, avesse infilato nel bagagliaio una enorme valigia. Vuota. Vero, la famiglia Parolisi, il pomeriggio successivo, sarebbe partita per le vacanza pasquali. Però l’unica valigia che Melania aveva riempito e che era pronta per essere caricata in auto, era quella della bimba. Perché Salvatore carica invece quella enorme e vuota? Mistero. Il giudice ha consigliato ai pm il sequestro della borsa e nuovi indagini.
Un caso sempre più intrigante e difficile, pieno di dubbi, misteri, commistioni ed incertezze, troppe ipotesi nessuna realtà.
Ammesso che la famiglia sia uscita di casa al completo quel 18 aprile, «Non è tuttavia possibile stabilire quale direzione abbia preso in auto, perché nessuno ha visto. E Parolisi aveva spento il cellulare. ».
L’ordinanza poi prosegue: «Perfino il teste chiave che dichiara di avere visto lui con moglie e figlia sul Pianoro, il 18 aprile alle 15,25, sbaglia clamorosamente. Perché Parolisi chiama per la prima volta Melania, a suo dire già sparita da 20 minuti-mezzora esattamente alle 15,26 e 28 secondi. Ovvero più di un minuto dopo. ».
Ecco che qui si profila nettamente l’ipotesi di un errore giudiziario. Le celle dei telefonini non sono per niente certe e dunque la mappatura del cellulare di Parolisi è incerta, non si può certo dire che realmente Parolisi abbia portato la donna al bosco di Ripe mentre Vittoria dormiva in Auto. “Invece questo non è possibile. Perché vicino al cadavere, poco oltre la testa, sono state sì rinvenute tracce di pneumatici. Ma sul punto si sollecita un approfondimento istruttorio da parte della Procura per stabilire se fosse o no la vettura di Parolisi. “.
L’ordinanza sconclude cosi: ”Siamo in grado di ricostruire ciò che quel giorno ha fatto Melania (e non il perché), ma possiamo solo ipotizzare quel che può avere fatto il marito”.
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