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Le ultime vittime delle repressioni sovietiche, ignorate dalla Russia di Putin

Creato il 20 settembre 2012 da Matteo
Le vittime del terrore di Stato ricordano allo Stato che non sono ancora morte tutte
"Siamo persone malate e povere"
19.09.2012
Un'organizzazione di vittime delle repressioni politiche di Krasnojarsk [1] si è rivolta al presidente russo con una lettera aperta. 25 rappresentanti della direzione della locale Unione dei Riabilitati sono perplessi perché questa categoria di fruitori di agevolazioni – "Vittime di repressioni politiche" – è stata passata a livello regionale. Il popolo non fu tormentato per volontà delle autorità locali. Fu la politica dello Stato.

In generale le autorità federali fecero scendere la cura per i riabilitati a livello dei soggetti della Federazione già 8 anni fa. La legge del 22 agosto 2004 (n. 122-FZ [2]) era parte del "riordino delle obbligazioni dello stato nei confronti della popolazione". Quando il potere si occupò di questo, fu chiaro: l'ordine nelle obbligazioni non ci sarebbe stato. Allo stesso tempo, ricordo, le autorità federali reclamizzarono la campagna per il superamento della povertà in tre anni. Tutte insieme queste decisioni si trasformarono in una lotta non alla povertà, ma agli stessi poveri. Anche così si possono sradicare le piaghe sociali: niente persona – niente problema [3].

E lo scorso anno le vittime sopravvissute delle repressioni di Stato hanno sperimentato pienamente le conseguenze di queste decisioni, perdendo il poco che avevano: "le cure in case e luoghi di cura, indispensabili per mantenere la salute minata in prigionia; la lista continuamente accorciata di medicine con lo sconto del 50%; la fornitura di un'abitazione ai bisognosi" (cito la lettera). Inoltre molti di questi sfortunati sono separati dai loro familiari, trovandosi non per loro volontà negli angoli più oscuri della Russia. Scusandosi e risarcendo ciò, lo stato gli forniva un viaggio gratis sulle ferrovie e, in mancanza di questo, uno a prezzo agevolato in aereo una volta all'anno e un viaggio nella regione sui mezzi pubblici cittadini. Ma il territorio di Krasnojarsk ha privato i riabilitati del diritto ai viaggi gratis. E in aggiunta anche del diritto all'installazione gratuita dei telefoni, aggravando ancor più l'isolamento di molti dai familiari e dalle persone care. Questi hanno perso anche il diritto alla fornitura a prezzo scontato di protesi ortopediche.

Oggi, scrivono le vittime del terrore di Stato, "la nostra vita è diventata insopportabilmente pesante, la maggioranza assoluta di noi ha già sui 70 anni, siamo persone malate e povere e viviamo sempre con un senso di dignità umiliata. La nostra pensione ammonta a 9-11 mila rubli [4], per alcuni, che non hanno potuto ricevere le certificazioni necessarie in stati adesso stranieri, anche meno. Dopo aver pagato tutti i servizi restano per vivere 5-6 mila rubli [5]".

I riabilitati, riferendosi al fatto che sono già alla fine delle loro vite come pure alla crisi economica e ai due giubilei di quest'anno – 95 anni dall'inizio delle repressioni politiche e 75 anni dall'inizio del Grande Terrore, – chiedono al presidente di soddisfare tre loro richieste. Riportare i servizi sociali alle vittime delle repressioni politiche a livello federale. Aumentare l'entità dei servizi sociali. Pagare il risarcimento dei danni morali alle vittime delle repressioni.

Argomentando l'ultima richiesta, gli abitanti di Krasnojarsk si riferiscono proprio a una sentenza della Corte di Strasburgo su questa questione – solo nei confronti di due cittadini della Georgia vittime di repressioni. Gli abitanti di Krasnojarsk già da un anno portano avanti una causa presso il tribunale Presnenskij [6] di Mosca e presso altri tribunali per il pagamento dei risarcimenti per i danni morali causati dalle repressioni. E promettono di arrivare alla Corte Europea, se la Russia non terrà conto spontaneamente della sentenza di questa sul caso "georgiano", identico in tutti i dettagli.

Su richiesta della "Novaja gazeta" la lettera è stata commentata dal presidente della sede di Memorial [7] di Krasnojarsk Aleksej Babij:

– Prima di tutto sul genere: da molti anni le organizzazioni di vittime delle repressioni scrivono lettere ai presidenti. Non ricordo che qualcuno di essi abbia risposto a queste lettere, tanto meno che abbia risolto i problemi descritti. Sul contenuto. La richiesta di riportare l'assicurazione sociale dei riabilitati a livello federale è assolutamente giusta. Memorial richiede la stessa cosa, questo è stato anche uno dei punti del "programma di destalinizzazione" proposto dal Consiglio per i Diritti Umani presso il presidente. Quando l'assicurazione sociale delle vittime delle repressioni fu scaricata dal bilancio federale su quelli locali, fu una diretta violazione della Costituzione. E' necessario ristabilire lo status quo. Nel territorio di Krasnojarsk, peraltro, la situazione è comunque migliore che, per esempio, nella regione di Penza [8]. Ma peggiore che a Mosca o a Piter [9].

Sul risarcimento del danno morale. E' scomparso dalla legge sulla riabilitazione insieme alla monetizzazione delle agevolazioni, è necessario farlo tornare. Questa scomparsa è semplicemente indecente. Le vittime delle repressioni hanno sofferto proprio dal punto di vista morale – per l'ingiustizia. E queste sofferenze non sono state minori di quelle fisiche. Secondo me, queste agevolazioni umilianti, che causano più danno che soddisfazione, non devono esserci in generale. Dev'esserci un adeguato risarcimento in un'unica soluzione, come si usa nella pratica giuridica per le riabilitazioni "non politiche". Di riabilitati è rimasto mezzo milione in tutta la Russia, nei "sazi" anni Duemila si sarebbe potuto risolvere questo problema una volta per sempre. Ma, ahimé, per il potere questo problema in generale non esiste.

Aleksej Tarasov, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/columns/54506.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] Città della Siberia centrale.
[2] Federal'nyj Zakon (Legge Federale).
[3] Tristemente celebre frase di Stalin.
[4] Circa 224-274 euro.
[5] Circa 125-150 euro.
[6] "Della Presnja". La Presnja è un piccolo fiume che passa per il centro di Mosca.
[7] "Memoriale", associazione nata per difendere la memoria delle vittime delle repressioni sovietiche e tuttora attiva sul fronte dei diritti umani in Russia.
[8] Città della Russia centro-meridionale.
[9] Nome colloquiale di San Pietroburgo.

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