Prima di tutto due precisazioni:
1 - I vaccini oggi normalmente somministrati ai neonati non sono 2, ma 7 (quando va bene!): una fiala contiene l’esavalente (cioè una miscela di 6 vaccini) e una fiala contiene il vaccino antipneumococcico. Ricordo anche che la legge italiana (nelle Regioni dove non è stata ancora sospesa) obbligherebbe solo a somministrare 4 vaccini, mentre i Servizi di Igiene e Profilassi ne somministrano 7. Per comodità o per motivi economici? Dietro le campagne di vaccinazione, infatti, sappiamo che c’è una forte pressione economica.
2 – È terribilmente vero che chi decide di non vaccinare il proprio figlio è sottoposto ad intense e spesso terribili pressioni psicologiche con critiche non sempre sopportabili. Non sono rari i casi in cui le madri mi hanno riferito che il medico vaccinatore o il pediatra di base si sono rivolti loro con parole molto forti del tipo: “Sa che se non vaccina suo figlio lui rischia di morire? … E si ricordi che se capiterà qualcosa a suo figlio, il responsabile è solo lei!”. Vorrei ricordare che questo comportamento medico è totalmente scorretto per vari motivi:
-- È un comportamento violento e coercitivo.
-- Non è nella verità, perché oggi è molto più facile avere danni dalla vaccinazione che dalla non vaccinazione (e questo tanto più frequentemente quanto più i vaccini sono numerosi e tanto più è bassa l’età del bambino al quale vengono somministrati).
-- Se il medico che assume un tale atteggiamento fosse corretto, direbbe che la responsabilità è del genitore se decide di non vaccinare il figlio, ma è anche sua (cioè del medico stesso) se lui lo vaccina. Perché allora il medico vaccinatore non si assume questa responsabilità e non accetta di firmare una carta in cui dichiara che se accadrà qualcosa al bambino dopo la vaccinazione è lui il responsabile? Perché la responsabilità dovrebbe essere unidirezionale? E perché deve assumersi ogni responsabilità proprio quella parte che non avrebbe gli elementi per decidere essendo priva delle conoscenze necessarie? E perché, diversamente da quello che accade all’estero, non viene data una informazione coerente, veritiera e bidirezionale?
In una tale condizione è vero che il genitore si sente SOLO, anzi lo è completamente. È solo e angosciato, perché non ha elementi per decidere e non sa cosa fare … se poi deve combattere contro tutti … specialmente contro il coniuge o i familiari, peggio ancora.
È questa la nostra Sanità Moderna? È questa la nostra libertà di cura?
Ora la risposta alla domanda
Per quanto riguarda l’eventuale sospensione delle vaccinazioni dopo una prima o seconda seduta vaccinale, va precisato chiaramente che ciò non comporta alcun rischio per la salute del bambino, ma ovviamente annulla (se la sospensione avviene dopo la prima dose) o riduce (se avviene dopo la seconda dose) gli effetti protettivi del vaccino stesso, se il suo protocollo di somministrazione non è stato completato.
Quindi, le vaccinazioni che sono già state iniziate possono essere interrotte senza alcuna conseguenza negativa per il bambino. Anzi, in questo caso, se il bambino è molto piccolo, il suo sistema immunitario ne ha solo da guadagnare.
Comunque, va detto pure che un protocollo vaccinale può anche essere ripreso dopo anni di interruzione senza dover ricominciare le vaccinazioni dall’inizio, a patto che siano stati eseguiti almeno i primi due inoculi, se l’intero ciclo vaccinale è formato complessivamente da 3 o 4 inoculi.
Infatti, si ritiene che il sistema immunitario mantenga una memoria anticorpale protettiva anche per 4-5 anni dopo i primi due inoculi, anche se, per correttezza e per sicurezza, sarebbe utile effettuare (specialmente per quanto riguarda il vaccino antitetanico) un dosaggio degli anticorpi contro l’antigene vaccinale verso il quale si vuole sapere se persiste ancora o meno una protezione anticorpale.
Fonte: informasalus