Le varici e i vasi linfatici

Da Euplio

Le varici e i vasi linfatici

Le varici

I vasi linfatici

Una delle cause secondarie della formazione delle varici e che quindi possiamo prevenire e curare è la stasi linfatica con conseguente edema.

E’ proprio l’edema agli arti inferiori uno dei maggiori responsabili dei sintomi più ricorrenti che si accompagnano alla patologie delle varici, e cioè il gonfiore, la pesantezza e la stanchezza alle gambe.

Visita quest’altro post che ho scritto per ottenere più informazioni sulla patologia delle vene varicose e sul sintomo delle gambe stanche

Tu sicuramente sai, che il sistema circolatorio sanguigno si compone delle arterie, delle arteriole, delle vene, delle venule e dei capillari…

Anche la circolazione linfatica è composta da vasi che sono:

  • I canali prelinfatici
  • I capillari linfatici
  • I precollettori
  • I collettori linfatici
  • I linfangioni
  • Le vie collaterali
  • I tronchi linfatici terminali

Vediamo insieme ora uno alla volta queste strutture che compongono la circolazione linfatica

I canali prelinfatici

I canali prelinfatici non sono dei veri e propri vasi linfatici, dato che manca loro la forma e la tunica endoteliale che definiscono le strutture vascolari, ma per la loro funzione di conduttori della prelinfa (liquido interstiziale) fino a i capillari linfatici, vengono classificati tra i vasi linfatici veri e propri.

I canali prelinfatici sono molto piccoli e decorrono tra le fibre e la sostanza fondamentale del tessuto connettivo, e al loro interno decorre la prelinfa che si muove verso i capillari linfatici.

I capillari linfatici

I capillari linfatici costituiscono la parte iniziale del sistema linfatico vascolare. Sono presenti praticamente in tutto l’organismo, tranne che nella sostanza ossea, nelle cartilagini, né i capelli, nelle unghie e nel sistema nervoso centrale (cervello, midollo osseo ecc…).

I capillari linfatici hanno la forma delle dita di un guanto, quindi sono a fondo cieco. Essi sono in comunicazione fra loro, formando una specie di rete tubolare.

Sono costituiti da uno strato di cellule endoteliali i cui margini ondulati si sovrappongono leggermente come le tegole di un tetto. I capillari linfatici non hanno una tunica muscolare né una tunica collagene, quindi nella loro struttura non esistono tessuti rigidi in grado di opporsi alla pressione esterna.

Proprio come succede con i capillari sanguigni, in condizioni normali di riposo la maggior parte di essi è più o meno inattiva, dato che in tale circostanza l’organismo lo permette.

Di norma, in tutto il corpo si formano solo da uno a due litri di linfa, quantità che aumenta in modo notevole in caso di stasi linfatica o di accumulo dei liquidi nei tessuti (edema).

Precollettori linfatici

I capillari linfatici sono intercomunicanti e sono collegati ad altri canali, che vengono chamati  precolletori linfatici e formano con questi una specie di rete che viene chiamata “plesso vascolare linfatico”.

I precollettori linfatici sono vasi di piccolo calibro simili a capillari ma, a differenza di questi, hanno la possibilità di contrarsi grazie alla presenza di cellule muscolari e di fibre elastiche. Queste strutture presentano già al loro interno alcune valvole che, in condizioni normali, costringono la linfa a circolare nel senso giusto.

Una parte dei precollettori linfatici trasporta la linfa verso vasi di maggiore calibro, che vengono chiamati collettori linfatici, mentre un’altra parte mantiene una funzione simile a quella dei capillari linfatici.

Linfangione

Volevo riprendere un attimo il discorso sul linfangione.

Si chiama linfangione il tratto di vaso linfatico e esistente tra due valvole linfatiche contigue. I precollettori e i collettori linfatici sono formati da numerosissimi linfangione. Ciò conferisce a i vasi un aspetto “a corona di rosario” come uno successive dilatazioni e strozzature, che sono appunto le valvole linfatiche.

I linfangioni sono circondati nel tratto centrale da sottili fibre muscolari lisce e da recettori nervosi che si contraggono automaticamente, quando percepiscono un certo grado di tensione o di dilatazione, come capita per esempio se si riempiono di linfa: in questo modo la linfa progredisce lentamente.

I linfangioni agiscono dunque come un’unità funzionali analoghe a piccoli e rudimentali cuori.

In condizioni normali, i linfangioni si contraggono 10-12 volte al minuto con una pausa di 5-6 secondi ogni volta per il riempimento. Naturalmente quando per una qualche ragione il liquido interstiziale (prelinfa) aumenta, l’attività dei linfangioni accelera automaticamente per aumentare la funzione di riassorbimento.

A questo punto tu ti porrai sicuramente una logica domanda…

ma scusa Euplio…

in questo caso è utile il massaggio linfodrenante?…

…Certamente si

Infatti con le manipolazioni del drenaggio linfatico manuale (massaggio linfodrenante) si provoca uno stiramento longitudinale e trasversale dei linfangioni, che ne stimola l’automatismo e, di conseguenza, la capacità di trasporto della linfa.

Ma attenzione…

…Se applicassimo massaggi più vigorosi e più rapidi e quindi più profondi, si avrebbe uno spasmo reattivo che rallenterebbe il drenaggio della linfa.

Le vie collaterali

Le vie collaterali sono delle comunicazioni tra i collettori più o meno vicini, che fanno si che la linfa di una determinata regione possa incanalarsi in essi se trova un ostacolo lungo il suo cammino.

Nel caso di una interruzione traumatica dei collettori linfatici, come per esempio nel caso di una ferita, di un trauma, il flusso della linfa si interrompe temporaneamente, se la lesione non è stata molto ampia, il disturbo si risolve spontaneamente nel giro di poco tempo, grazie proprio alle viene collaterali.

Più problematica è l’asportazione chirurgica di un gruppo gangliare (linfonodi) che raccoglie la linfa di tutto un quadrante linfatico, come spesso succede nella terapia chirurgica dei tumori.

Un modo che il sistema linfatico vascolare adotta per reagire a un’interruzione traumatica, consiste nel formare nuovi vasi linfatici che uniscono le terminazioni vascolari rimaste libere dopo l’interruzione dei canali di scorrimento. Però queste intercomunicazioni possono essere insufficienti e quindi si viene a formare un ristagno di linfa che provoca un linfedema.

Anche in questi casi il drenaggio linfatico manuale costituisce il mezzo più idoneo per risolvere il problema

I tronchi linfatici terminali

I tronchi linfatici terminali sono i grandi vasi linfatici che raccolgono tutta la linfa proveniente dalle diverse regioni del corpo. anche questi vasi sono dotati di valvole.

Dopo che la linfa è passata lungo i tronchi linfatici, si riversa nel sistema venoso, e precisamente nelle anse formata dalla vena giugulare  interna (che decorre nel collo) e dalla vena succlavia (che decorre nel braccio). Questo punto si chiama “Terminus“e si trova ai due lati della base del collo.

Al Terminus sinistro confluisce il dotto toracico che raccoglie la linfa di tutta la parte inferiore del corpo, della parte sinistra del torace (emitorace sinistro), del braccio sinistro e della metà sinistra del capo, del collo e del viso.

Nel Terminus destro sbocca il dotto linfatico destro nel quale confluiscono diversi tronchi linfatici che raccolgono la linfa dalla parte superiore destra del corpo, fondamentalmente i tronchi giugulare, succlavio e bronco-mediastinico destri.

Il dotto toracico

Il dotto toracico è il più grande tronco linfatico del nostro corpo. Si forma a partire dalla congiunzione dei tronchi linfatici lombari, i quali trasporto non la linfa proveniente dalle gambe ed agli organi del basso ventre, e del tronco intestinale, che raccoglie la linfa dell’intestino (detta “chilo”), dal caratteristico aspetto lattiginoso.

L’inizio del dotto toracico si trova tra la 10ª vertebra dorsale e la 2ª vertebra lombare, esso sale davanti alla colonna vertebrale e lungo il tragitto vi confluiscono i vasi linfatici che drenano la linfa della metà sinistra del torace.

Bene…

A questo punto tu capisci benissimo quanto sia importante la circolazione linfatica nella formazione delle varici, infatti un suo rallentamento, o ancora peggio una sua stasi, porta nel tempo, ad una insufficienza del circolo linfatico i cui effetti si manifesteranno anche sulla circolazione del sangue.

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