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Di Little Women c'è inoltre c'è una versione del 1949 e questa ha tra le piccole protagoniste Liz Taylor nel ruolo di Amy (aveva 17 anni) e Janet Leigh (la bionda di Psyco) nel ruolo di Meg.
La più riproposta da quindici anni a questa parte è sicuramente la versione del 1994 con Susan Sarandon nel ruolo della signora March, Winona Rider nel ruolo di Jo e Claire Danes nel ruolo di Beth. Ci sarebbero da citare innumerevoli altri grandi attori, ma non è il caso. Potete comunque controllare su IMDB.
Esistono poi due versioni animate giapponesi di Piccole donne. La prima ha lo stesso titolo del romanzo ed è stata mandata in onda per la prima volta in terra nipponica nel 1981 (in Italia nel 1982). La serie è stata prodotta dalla Toei Animation (gli stessi di Candy Candy, Jeeg, robot d'acciaio, L'uomo tigre, ecc.). E' composta da appena 26 episodi ed è molto fedele al romanzo originale della Alcott.
La seconda invece è del 1987 e ha come infelice titolo Una per tutte, tutte per una. Questa seconda produzione, che potrebbe sembrare una ripetizione della prima, tappa una falla nel progetto del WMT, World Masterpiece Theater (Sekai Meisaku Gekijō, "Teatro dei capolavori del mondo"), ideato dalla Zuiyo Eizo e continuato dalla Nippon Television che ha proposto, e continua a proporre, anime basati sui migliori classici per l'infanzia di tutti i tempi. Tra questi ricordo Anna dai capelli rossi, Lovely Sara (La piccola principessa di Frances Hodgson Burnett), Pollyanna, Marco [(Dagli appennini alle Ande), il protagonista del racconto inserito all'interno del libro Cuore di De Amicis], Flo, la piccola Robinson, basato su un romanzo "pedagogico" di Johann David Wyss dal titolo Der Schweizerische Robinson (Il Robinson svizzero) che poi fu tagliato da suo figlio e riproposto senza le inutili noiose nozioni scientifiche di cui era infarcito.
Nello stesso progetto del WMT c'è anche Una classe di monelli per Jo che comprende il terzo e quarto libro della serie delle March: Piccoli uomini e I ragazzi di Jo.
Stranamente, mentre le versioni cinematografiche tendono ad accorpare il primo e il secondo libro della saga familiare dei March, non esiste una versione animata del secondo libro, Piccole Donne crescono (Good wives, 1869). In questo libro succedono molte cose: le piccole donne ormai cresciute si sposano, viaggiano, lasciano il guscio familiare per intraprendere una vita propria. Per questo motivo l'episodio più triste viene un po' oscurato: la morte di Beth è vista con la coda dell'occhio, in un modo meno partecipato rispetto alla malattia che aveva avuto nel primo libro e che aveva gettato nella disperazione la famiglia March e soprattutto Jo, che a causa della mancanza di sua madre, che era andata via per aiutare il marito ferito durante la guerra di Secessione, da (ormai) donna forte e responsabile tenne in mano le redini della situazione finché Beth alla fine si riprese scongiurando, almeno per qualche anno, la morte. Beth invece muore nel secondo libro, di una malattia che se non ricordo male non è neanche specificata. E' appassita come un fiore proprio durante la primavera. In questo caso la morte sembra una cosa inevitabile, un passaggio triste e una consolazione per i protagonisti che credono fermamente nell'Aldilà. Jo stavolta non è disperata, è piuttosto rassegnata, mentre Amy lo viene a sapere addirittura quando è già morta, mentre è in viaggio in Europa.
Questi sono i versi che Jo dedica a Beth (Le piccole donne crescono, Giunti Editore, traduzione di Fausta Cialente):
Meno duro sarà l'addio supremo - meno atroce lo strazio di quel giorno - la perdita sarà un guadagno e luce le tenebre - o tu che mi precedi nella vita - dolce sorella aspettami là - e lasciami intanto, guide sicure e angeli custodi - la speranza e la fede che - per mano mi attraggono a te
Non era più tempo per una morte iniziatica: le donne era ormai cresciute. La Alcott ha evitato quello che nei romanzi di formazione sembra essere diventata una tappa obbligatoria (quindi a rischio di essere stereotipo): il confronto con la morte. Un confronto che non ha risparmiato, direttamente o meno, neanche il giovane Holden Caufield e l'Alex di Jack Frusciante è uscito dal gruppo, tanto per citarne due.
Proprio questa omissione ha tratto in inganno anche me e in un precedente post ho pensato che fosse dovuta alla censura (il post è stato poi editato e corretto. Mi scuso per l'errore. E' pur vero che trovi gravi errori anche nei saggi...). In realtà, se censura c'è stata, consiste proprio nell'aver deciso di non trasporre sotto forma di animazione l'intero secondo libro. Hanno tagliato tutto il periodo in cui le sorelle March, ormai donne, raccolgono i frutti della loro consapevolezza. Il WMT quindi, invece di inventare inutili apocrifi come Sorridi piccola Anna [1], potrebbe riempire questi buchi o dedicarsi a classici moderni di indubbia qualità. E ce ne sono tanti per fortuna.
[1]. Sorridi piccola Anna (Before Green Gables) è stato scritto da Bugde Wilson nel 2008 in occasione del centenario dell'uscita del libro di Lucy Maud Montgomery Anne of Green Gables.
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