Siamo abituati a leggere storie eroiche, romanzi avventurosi, amori impossibili, eppure spesso dimentichiamo che anche le letture più famose hanno origini dalla vita normale, quella di tutti i giorni, quella che a volte ci annoia altre ci stupisce. La nostra vita, sia essa spietata, vittima o semplice, è una storia. Raccontarla non è facile. Le virgole della vita di Emanuela Bertello racconta le vite di persone normali, persone come tante, vite drammatiche, vite in rincorsa, vite ferme, annoiate, luminose, stanche, felici.
Ogni vita ha un dettaglio, una virgola appunto, che merita di venire raccontato. Emanuela Bertello presta le sue parole ai protagonisti dei racconti e pennella quel momento, quel pensiero. Non esagera mai, quando disegna la tragedia incredibile della bambina venduta di paese in paese, e nemmeno quando presta le sue parole alla guerra. Descrive dolcemente un momento, poi passa oltre, permettendo a chi legge di pensare, decidere, valutare.
La realtà è che il quotidiano non fa notizia. Ma io sono il quotidiano. Sono realtà di tutti i giorni. Quella che si vive senza soffermarsi, quella che ti accorgi che ti manca solo quando non c’è più.
Una lettura piacevole, scorrevole; una storia nella storia, quella di una donna che ama scrivere e osserva attentamente ogni protagonista, plasmandolo, modellandolo in rispettoso silenzio.
Il padre disoccupato, disperato, avvilito, cerca con tutto se stesso la forza per continuare, per alzarsi ogni mattina e sperare. Il padre soldato, si oppone alla morte, decide di tornare da suo figlio. La puttana bambina. La manger spietata. La morte, la vita.
Nella guerra, in nessuna, esiste la libertà. Non è una cosa che si può conquistare.
Presentazione dell’Opera
I racconti di Emanuela Bertello sono storie di vita vera: dolore, difficoltà, problematiche e drammi dei nostri tempi, li attraversano. Tra i protagonisti c’è chi perde il lavoro e si arrangia onestamente e dignitosamente per crescere i propri figli, chi si misura con una malattia incurabile, chi, per la carriera, ha dimenticato l’umanità, il barbone divenuto tale per il dolore, come pure il soldato tragicamente coinvolto in una guerra che non può comprendere o il figlio carnefice del proprio padre per smania di denaro o, ancora, la fanciulla vittima di mostruose violenze maschili.