Le vite degli altri
specchi che deformano
squarci rossi nel tempo
bocconi avvelenati
ma prelibati d’ambrosia
sotto lo stesso cielo
distanze senza nome
e abissi ciclici
ci rendono sconosciuti
astratti di genetica
io ho sofferto troppo
per essere compreso
da un vivente altro
lungo il cammino della luce
verso il saggio oriente
o non ho mai patito
abbastanza per poter
risorgere davvero
sgozzato dal sole nuovo
come tanti raccontano
ogni fallimento è
carta stretta in mano
al destino ingordo
di paragoni descritti
sui diari di frustrazione
ma tra i mille colori
nelle mani dei bimbi
ci sono sfumature
sempre nuove e preziose
come le singole vite.
Nell'immagine una scena del film "Dogville"