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Le vite sommerse degli accumulatori compulsivi

Da Psicotorino

I problemi legati all’accumulo compulsivo sono giunti all’attenzione del pubblico attraverso produzioni televisive come “Sepolti in casa” (in onda su Real Time). Finora si è sempre trattato di puntate ambientate negli Stati Uniti: per la prima volta andrà in onda uno speciale girato in Italia.

Le vite sommerse degli accumulatori compulsivi

Si tratta di “Vite sommerse“, docureality che andrà in onda venerdì 10 alle 22:10 su Real Time in occasione della Giornata Mondiale della salute mentale. Questo special è il frutto di una collaborazione tra l’ASL di Milano e la casa di produzione Discovery. La finalità è quella di fare luce sul fenomeno, aiutando chi ne soffre a rivolgersi a un apposito team di sostegno.

Che cosa accade nel Disturbo ossessivo-compulsivo da accumulo?
Chi ne soffre è spinto ad accumulare e a raccogliere grandi quantità di oggetti, molto spesso inutili e inservibili,  vivendo con estrema ansia all’idea di doversene disfare ( disposofobia). L’accumulo non si interrompe nemmeno quando vengono ostacolate attività come cucinare, lavarsi, fare le pulizie o semplicemente spostarsi da una stanza all’altra.
Attenzione: è differente dal collezionismo, perché in questo caso le persone non amano mostrare i loro oggetti, come invece capita con le collezioni.

L ‘International OCD Foundation (organizzazione no-profit internazionale creata da persone affette da disturbi ossessivo-compulsivi, familiari e professionisti) ha stilato una serie di linee guida per la definizione e il trattamento del disturbo, da me riportate in un precedente articolo postato QUI (dove rimando chi fosse interessato a un approfondimento).

Questo genere di produzioni televisive suscita spesso un dilemma di tipo etico: quanto è corretto “mostrare” il malessere di una persona? Dove si trova il confine tra documentario e morbosa curiosità?
Nelle edizioni statunitensi, così come accadrà in questa italiana, c’è una rete di supporto di professionisti che aiuta la persona a riconoscere il problema e a venirne fuori. Pensiamo anche all’aspetto economico: molte di queste persone non potrebbero permettersi di richiedere un aiuto specialistico.
Devo ammettere che non so ancora darmi una risposta a questo dilemma. Allo stesso tempo, riconosco l’opportunità che questo special offrirà a tante persone, mostrando l’esistenza di un problema e la strada per provare a risolverlo e stare meglio.



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