Le voci delle donne
26 novembre 2013 di Pierluigi Camboa
Opera pittorica di Francesca Mele
Le voci delle donne sono come le voci della natura, collegate con chi le riceve non solo da ben noti nessi sensoriali, ma anche da incomprensibili elaborazioni emotive e “cerebrali”. Una voce sonora, alta, forte e decisa simula il galoppo di un cavallo selvaggio nella prateria e ci fa venire alla mente solo l’immagine di una fredda marcia militare. Una voce cavernosa, bassa, scura e cupa, ricorda gli indistinti suoni degli animali del bosco nella notte e ci riporta sul tenue confine tra il sogno e la paura. Una voce acuta, stridula, metallica e pungente, ci fa sentire come una mela nel frullatore, traghettandoci con violenza nel caos della quotidianità, senza alcuna indulgenza al sogno o all’incanto. Una voce garrula, chiara, trillante e squillante ci richiama al dolce verso dell’usignolo e ci conduce, tendendoci per la mano, al sereno riposo della mente e dell’anima. Una voce anfrattuosa, calda, profonda e roca ci riporta, invece, al tenue bagliore luminoso dell’alba, allo straordinario risveglio della natura e della vita dopo il buio della notte. È una voce sensuale e penetrante, che ti percuote tutto il corpo pur senza trapassarti come una spada. È una vibrazione intensa e costante, che ti attraversa le membra quasi per osmosi e che continua a vibrarti dentro senza sosta, inondandoti d’un’energia vitale che ti fa ritornare alla ribalta taluni ormai remoti e sepolti impulsi giovanili. È il suono intenso e battente d’un contrabbasso che ti entra con dolcezza nella mente e che ti percuote senza interruzione, ma senza mai farti del male… Ed è questa, la tua voce, quella la cui eco mi pulsa battente nelle tempie e che mi evoca, giorno dopo giorno ed in ogni istante della giornata, antichi sogni perduti, che non rivivrò mai più…