Mancate comunicazioni. O comunicazioni travagliate, forse volutamente travagliate.
Ieri ho intervistato Marco Bollesan che ha mi ha espresso la sua sorpresa e la sua contrarietà all’utilizzo di quel nome per la nuova franchigia federale. Poi la ricostruzione di come sono andate le cose, con il via libera all’uso del nome Zebre dato alla FIR da Renato Tullio Ferrari, co-fondatore della vecchia squadra a inviti.
Ora sono finalmente riuscito a parlare direttamente con Ferrari, che mi ha confermato che il via libera al presidente Dondi l’ha dato lui di persona. Con un però: la “via” con cui si è arrivata a quel sì è un po’ più tortuosa di quanto si pensi.
L’idea di usare Zebre nasce in ambiti FIR: il consigliere federale Giavazzi contatta Lorenzo Bonomi, altra ex-Zebra, per sondare il terreno. Bonomi chiama Ferrari spiegandogli la situazione e dicendo che Bollesan è d’accordo. Ferrari a quel punto dà il via libera e chiama Dondi. L’inghippo sta nella versione di Bonomi, perché come ben sappiamo Bollesan è contrario. La mancata comunicazione/telefonata tra Ferrari e Marco completa l’opera.
Buona fede da parte di Ferrari, quindi, meno da parte di Bonomi che racconta una storia non vera.
La domanda di base rimane la stessa: perché questo giro bizantino di comunicazioni allungate a dismisura? Non bastava far partire dalla FIR tre-telefonate-tre ai diretti interessati? Oppure si è cercato di by-passare qualche (presumibilmente flebile) opposizione?