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Lea Garofalo: crimine di gelosia? Richiesti 3 ergastoli

Creato il 15 maggio 2013 da Yellowflate @yellowflate

lea_garofalo_figlia_corso_sempione_milano-300x2071Lea Garofalo non è vittima d’ndrangheta, così sembra e così ritiene anche il il pg Marcello Tatangelo.

Secondo il PG il movente sarebbe la gelosia ed il disonore.  E, al termine delle requisitoria, il pg di Milano Marcello Tatangelo ha chiesto tre ergastoli, una condanna a 27 anni e due assoluzioni per il sequestro e l’omicidio di Lea Garofalo.

La pubblica accusa ha richiesto  l’ergastolo per Carlo Cosco,  Vito Cosco e per Rosario Curcio.  Secondo quanto si apprende Carlo Cosco perchè avrebbe comunque agito sfruttando il fragile equilibrio di Lea,  Cosco sarebbes tato “l’organizzatore” dell’omicidio della testimone di giustizia Lea Garofalo ed avrebe “sfruttato cinicamente le debolezze e le fragilita’ di Lea e anche di sua figlia”. Cosco avrebbe attirato Lea in trappola così ha detto Tatangelo”E’ impensabile che gli si possano concedere le attenuanti generiche – ha affermato il pg – Cosco ha attirato Lea Garofalo nella sua trappola. Io non so se si meriti l’odio di sua figlia, e sinceramente neppure mi interessa, quello che so e’ che la pena che si merita e’ l’ergastolo e con lui suo fratello Vito”.

La confessione di Cosco sembra essere parziale e solo dopo che comunque Venturino ha parlato, per altro il comportamento del Cosco sembra persino essere stato diabolico. Secondo quanto richiesto dalla pubblica accusa invece a Venturino spetterebbero  27 anni di carcere. Venturino era stato condannato in primo grado all’ergastolo. Il rappresentante della pubblica accusa ritiene che gli debbano essere concesse le attenuanti generiche per il contributo chi ha fornito alle indagini dal carcere, dopo la sentenza di primo grado. E’ stato proprio Venturino ad indicare agli inquirenti dove si trovavano i resti di Lea Garofalo e a far emergere che il cadavere della donna non era stato sciolto nell’acido, come si era pensato, ma bruciato. La pubblica accusa ha considerato attendibile Venturino, le cui dichiarazioni “hanno un peso probatorio forte, anche perche’ e’ una persona che si e’ autoaccusata di un omicidio”. Proprio la ricostruzione fornita da Venturino ha portato il pg a chiedere l’assoluzione per Massimo Sabatino e Giuseppe Cosco, che erano stati condannati in primo grado all’ergastolo. “Non sono certo che siano estranei all’omicidio – ha affermato Tatangelo – ma il dubbio ce l’ho e dopo le dichiarazioni di Venturino tra due possibili innocenti in galera e sue possibili assassini fuori la mia coscienza di uomo e di magistrato mi impone di chiedere che siano assolti”.

Secondo il Pg Tatangelo comunque sembra chiaro che Cosco abbia ucciso Lea e che il crimine sia maturato  “dall’odio profondo che nutriva verso di lei che l’aveva abbandonato e soffriva del disonore tipico degli ambienti criminali mafiosi”.

E’ quanto emerge da un passaggio della requisitoria nel processo d’appello. Per questo la Procura non ha mai contestato anche l’aggravante della finalità mafiosa.

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