Segnali di fumo articoli
a cura di Dale Zaccaria
A prima vista gode di buonissima fama. Cosa c’è di meglio della lealtà ? Di Massimo Fini sulla rivista Linus Anno XXXI
” Cosa c’è di più rispettabile di un uomo leale cioè di chi, come dice il Palazzi “mantiene le promesse fatte?” Lo stesso Palazzi dà i seguenti sinonimi di leale: fedele. fido, retto, sincero, giusto, onesto, galantuomo, probo, integro. E sinonimi di lealtà sono: fidatezza, galantomismo, onestà, rettitudine, onoratezza. Ma già quest’ultimo termine, onoratezza, fa scattare un campanello d’allarme. Il mafioso è infatti chiamato uomo d’onore e la mafia onorata società. Del resto anch’io, all’inizio, ho abbinato l’uomo leale a quello rispettabile ma nel codice di Cosa Nostra il mafioso è detto anche uomo di rispetto. Ci accorgiamo allora che il termine lealtà è ambiguissimo. Perché sta al crocevia fra l’uomo e la legge. Lealtà indica infatti un tipo di rapporto fra gli uomini che si crea al di sotto, al di sopra, o comunque fuori dalla legge. Non è un caso in cui l’epoca in cui il concetto di lealtà ebbe maggior corso è quello feudale quando, caduto l’Impero romano e il suo ordinamento giuridico, gli uomini si radunano in gruppi relativamente piccoli (i feudi) per motivi di autodifesa in assenza di una legge generale o di chi possa farla rispettare, “essere l’uomo di un altro uomo” dice Marc Bloch, esprime l’essenza del rapporto feudale, cioè un vincolo personale che si sostanzia di lealtà e fedeltà. Infatti per gruppi di uomini che vivono nell’assenza di leggi, certe, come avviene, nella sostanza, nel mondo feudale, la lealtà e la fedeltà reciproche sono essenziali, pena la scomparsa del gruppo. Questo è lo stesso motivo per cui lealtà e fedeltà sono basilari in tutti quei gruppi che all’interno di un ordinamento costituito e stabile si muovono al di fuori della legge: malavita, tangentocrati, camorra, mafia (non a caso la mafia, non è che inizialmente, il rifiuto da parte dello mondo feudale dello Stato unitario e delle sue leggi). Chi nella malavita, nella camorra, nella mafia viola il codice di lealtà e fedeltà tradisce e tradendo mette a rischio la sopravvivenza dell’intero gruppo, è perciò bollato col più sprezzante dei nomi: infame. La lealtà si trasforma quindi in omertà mafiosa quando questo vincolo personale è utilizzato contro l’ordine costituito. Di questo si era ben reso conto Dante che nel Convivio dà, invertendo i termini, una definizione capovolta della lealtà: “lealtà è seguire… quello che le leggi dicono”. (…)”