Lega Nord: mistificazione storica, leggenda o vergogna nazionale?

Creato il 11 aprile 2012 da Postscriptum

Che non si dica che la Lega Nord non sia il partito politico più divertente d’Italia!
Ma cosa c’è in realtà dietro la Lega Nord? Cosa si annida dietro i borbottii sconclusionati di Umberto Bossi? Cosa c’è oltre la cortina di fumo eretta a protezione del tenero virgulto ittico della famiglia Bossi che risponde al nome di Trota Renzo?

C’è il più grande e vergognoso caso di mistificazione della storia d’Italia. L’appropriazione indebita e la distorsione sistemica e sistematica dei fatti e delle cronache che solo Santa Madre Chiesa può eguagliare, un lavoro costante nella sua assurdità, indefesso nel suo essere traditore, preciso nella sua malizia che fa di una personaggio leggendario del secolo dodicesimo la chiave di volta di un partito politico falso nella sua costituzione stessa e inutile come un cerino all’inferno.


La storia della Lega Nord, o meglio quella che i leghisti ottusi e ignoranti vogliono far passare per vera, ruba a mani basse dall’immaginario leggendario italiano del tempo di Federico Barbarossa, quando la Lega Dei Comuni lombardi lottava contro l’esercito imperiale, quando la figura leggendaria di Alberto da Giussano si ergeva come italico Robin Hood o William Wallace, se volete, a difesa del territorio natio.
Il personaggio simbolo della storica battaglia di Legnano è stato letteralmente strumentalizzato da alcuni prodi federalisti veneti e lombardi, la sua spada piegata al volere ipocrita e antidiluviano di movimenti politici e destinati all’oblio dai nomi che rievocano ancestrali paure: federalismo, regionalismo, settentrionalismo e l’ancor più terribile etnonazionalismo, fanno tutti rima con due ismi che hanno rovinato e infangato la storia dell’uomo.

Oggi la Lega sta vedendo cadere il castello di privilegi che il Cavaliere gli aveva eretto intorno puntellandolo con la sua protezione sacra; il giocattolino dei razzisti del Nord si è rotto, inceppato, a causa delle azioni di alcuni emeriti idioti che mi sentirei di eleggere come eroi nazionali, imbecilli figuri che hanno attinto alle casse del partito per i propri tornaconto personali, una fitta schiera di cui fa parte anche il tanto citato Renzo Bossi, la rotella più stupida dell’ingranaggio che però ha saputo bloccare il meccanismo grazie ad una filettatura non proprio perfetta, per non dire assolutamente sbagliata.

Tolto il velo di belle parole, di assurde ipotesi su una non giustificata supremazia della razza nordica sul resto d’Italia, quella stessa razza che ha attinto ai forzieri del decadente regno borbonico per la ricostruzione dopo che il Barbarossa e l’esercito indipendentista veneto-lombardo avevano ridotto il nord Italia peggio delle lande di Mordor, rimane il marcio di una classe di uomini abituata come al solito a osannare la mediocrità con parole e fatti, a ritenersi tanto furbi quanto più si riesce a fregare il prossimo che, ignaro di tutto, continua a meravigliarsi della malefatte di Little Bossi, di Caldeorli e di tutti gli altri stronzi di verde agghindati.

Vorrei che Alberto da Giussano, se veramente è esistito, tornasse dall’Oltretomba per rivendicare il suo onore e chiedere vendetta a questi signori che ne hanno infangato l’immagine: se il leggendario personaggio accoglie il mio appello lo pregherei anche di essere clemente con la ragazza che ci ha deliziato l’apertura del post con quel bel paio di gambe.

Perché un bel paio di gambe abbronzate ci sta sempre bene, anche se si parla di politica!


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