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L'istat sferra un duro colpo alla propaganda governativa

Creato il 19 giugno 2015 da Vincitorievinti @PAOLOCARDENA
Già conoscete la storiella della propaganda governativa, che non perde occasione per raccontare un'Italia che non c'è, che non esiste, soprattutto nell'ambito del mercato del lavoro.

Vi riporto alcuni tweet

Anche oggi leaders internazionali e tanti cittadini hanno affollato @Expo2015Milano Che bella l'Italia che vince le sfide #lavoltabuona — Matteo Renzi (@matteorenzi) 17 Giugno 2015

I dati INPS di oggi dicono che cresce il lavoro (più 268mila) come non succedeva da anni. Le riforme servono, avanti tutta #lavoltabuona — Matteo Renzi (@matteorenzi) 10 Giugno 2015

Dati ISTAT: abbiamo 159mila occupati in più in aprile primo mese pieno di #jobsact. Avanti tutta su riforme: ancora più decisi #lavoltabuona — Matteo Renzi (@matteorenzi) 3 Giugno 2015
Oggi a Melfi. Ci hanno detto di tutto contro il #jobsact Ma l'Italia riparte con chi crea lavoro, non con chi fa slogan. #lavoltabuona — Matteo Renzi (@matteorenzi) 28 Maggio 2015 
Insomma, la solita storiella per la quale si potrebbe andare avanti per ore: l'Italia che riparte, la volta buona di qua, la volta buona di là.
Peccato che i dati raccontino tutt'altra storia che, purtroppo per Renzi, è assai più aderente alla realtà.
L'Istat, da qualche giorno, grazie alla pubblicazione degli indici, generale e settoriali, del "numero delle posizioni lavorative dipendenti",  ha arricchito gli indicatori del lavoro nelle imprese. E il quadro che ne emerge non è dei più rosei, contrariamente a quanto afferma Renzi & C.
Da Istat:
Nel primo trimestre 2015 le posizioni lavorative nel totale dell'industria e dei servizi diminuiscono, in termini destagionalizzati, dello 0,1% sul trimestre precedente. Rispetto ai primi tre mesi del 2014, l'indice cala dello 0,8%. L'indice destagionalizzato delle posizioni in somministrazione aumenta, in termini congiunturali, del 6,9% e, in forma grezza, del 18,8% rispetto al primo trimestre 2014.
Nel complesso dell'industria e dei servizi, il monte ore lavorate diminuisce, in termini destagionalizzati, dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Nel confronto con il primo trimestre del 2014 il dato corretto per gli effetti di calendario rimane invariato.
Le ore lavorate per dipendente nel primo trimestre 2015 non mostrano variazioni, in termini destagionalizzati, sul trimestre precedente. Rispetto allo stesso trimestre del 2014, l'indicatore, corretto per gli effetti di calendario, segna un aumento dello 0,2%.
Che tradotto, in estrema sintesi, significa che non si lavora di più, o perlomeno non nei termini raccontati da Renzi & C.
L'ISTAT SFERRA UN DURO COLPO ALLA PROPAGANDA GOVERNATIVA

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