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- Scritto da Riccardo Tanco
- Categoria: Recensioni film in sala
- Pubblicato: 03 Marzo 2016
Reginald e Ronald Kray (Tom Hardy) sono due fratelli gemelli e noti criminali nella Londra degli anni '60. Più razionale e pragmatico il primo, paranoico e instabile il secondo, nonostante le diversità d'approccio al lavoro di gangster sognano entrambi di arrivare ai vertici del crimine britannico.
Tratto dal libro The Profession of Violence: The Rise and Fall of the Kray Twins scritto nel 1972 da John Pearson, Legend è il quinto film da regista di Brian Helgeland, apprezzato sceneggiatore e premio Oscar nel 1998 per L.A. Confidential e autore dello script di Mystic River firmato Clint Eastwood.
Presentato in anteprima al Festa del Cinema di Roma nel 2015, Legend racconta le vicende dei gemelli Kray, criminali realmente esistiti, a capo di una potente organizzazione a Londra a cavallo tra gli anni '50 e '60. A sdoppiarsi ed interpretare i ruoli dei gemelli Kray, l'attore inglese nominato all'Oscar Tom Hardy.
Più che un classico biopic che narri il pubblico e il privato dei Kray, con Legend si è di fronte a un anonimo gangster movie dai toni violenti ma purtroppo estremamente derivativo nell'immaginario e nello sviluppo di una sceneggiatura più che debole. Con una messa in scena dal gusto vintage che però si fa presto patinata, Brian Helgeland punta in alto quando a riferimenti, guardando al mafia movie di scorsesiana memoria. Tuttavia Legend pare più vicino al cinema estetizzante del Guy Ritchie di Snatch – lo strappo o di Lock & Stock di cui però non mantiene nemmeno il semplice gusto per il genere e per lo spettacolo.
Così si assiste un po' stancamente all'ennesima storia di crimine sull'ascesa e la successiva caduta di due malavitosi, con il film che non si riserva nessuna sorpresa e procede su un binario di racconto quanto mai prevedibile e poco interessante. E le tematiche che prova a sviscerare, come il lato oscuro dei rapporti familiari o l'amore/odio insito nel legame tra i gemelli Kray, vengono lasciate cadere in un film che fa di tutto per apparire mediocre e che non viene salvato dall'impegno inutile di un pur bravo Tom Hardy.
Voto: 1,5/4