Legend (UK, Francia, USA 2015) Regia: Brian Helgeland Sceneggiatura: Brian Helgeland Ispirato al libro: The Profession of Violence: The Rise and Fall of the Kray Twins di John Pearson Cast: Tom Hardy, Tom Hardy, Emily Browning, Christopher Eccleston, Taron Egerton, David Thewlis, Paul Anderson, Tara Fitzgerald, Paul Bettany, Sam Spruell, Chazz Palminteri, Duffy Genere: doppio Se ti piace guarda anche: Dom Hemingway, Operazione U.N.C.L.E.
Sono stufo di essere il gemello “sano”. Quello che deve tenere a freno le stronzate che scrive quotidianamente o quasi Cannibal Kid. E dico quasi solo perché ci sono giorni in cui non posta niente. Mi sento un po' come il protagonista sveglio del film Legend, Reggie Kray. Se non ci fosse lui a mantenere l'ordine nell'attività criminale che conduce insieme al fratello gemello Ronnie Kray, quello con il cervello “danneggiato”, non sarebbero mai diventati due tra i delinquenti più popolari nell'intera storia della Gran Bretagna, o se non altro degli anni '60.
Non è la prima volta che Tom Hardy ha un ruolo del genere. Già gli era capitato con la pellicola che l'ha lanciato nel cinema che conta, Bronson di Nicolas Winding Refn, dedicato alla figura di... Bronson, esatto, uno che la stampa britannica si divertiva a definire “il più violento prigioniero britannico vivente”. In Legend di criminali ne interpreta addirittura due e la cosa gli riesce in maniera credibile. Non sarà fenomenale quanto la Tatiana Maslany multipla di Orphan Black, ma se la cava parecchio bene.
Bella la doppia parte però, diciamolo, a tenere in piedi non solo l'attività criminale dei fratelli Kray, ma il film tutto è lui: Reggie, quello furbo, quello sveglio, quello che si innamora al primo sguardo di Emily Browning. Se non è sveglio lui.
Una cosa poco sveglia è invece quella del regista, che per questo film ha preso Emily Browning, l'attrice di Sleeping Beauty, e poi ha deciso di farla recitare vestita per tutto il tempo. Ma che, sei scemo? Questa sì che è una follia degna del gemello folle, Ronnie. Fortuna che ci sta Reggie. È lui l'anima della pellicola, con la sua storia d'amore, i suoi guai con la legge, il suo grande senso imprenditoriale. Non date retta a quello che vi dirà quel pazzo del mio gemello Cannibal Kid nella sua (evitabile) recensione qui sotto. Il vero motivo per cui Legend va visto, considerando che Emily Browning manco si spoglia, è lui e soltanto lui. (voto 6,5/10) Marco Goi
Sono stufo di essere il gemello “pazzo”. Quello che deve mettere un po' di pepe nei post noiosi che scrive quotidianamente o quasi Marco Goi, altrimenti non se li filerebbe nessuno. Ma le avete lette le puttanate che ha scritto qua sopra?
No, ma dico?
Siete riusciti a leggerle senza manco addormentarvi? O senza che vi venisse voglia di trasferirvi in un paese in cui non esiste la libertà di stampa e la libertà di pubblicare certe assurdità? Allora vi meritate una medaglia, una coppa, o se non altro uno di quei pupazzini Star Wars Rollinz che regalano all'Esselunga e che non so a cosa diavolo servano, ma sono tanto carucci. Avete davvero creduto a quello che vi ha detto Marco Goi? Pensate davvero che nel film Legend il trascinatore possa essere quella palla al piede di Reggie?Certo che no! Il vero protagonista del film è il fratello Ronnie, il ruolo in cui Tom Hardy mette in mostra tutte le sue doti nell'arte di interpretare un personaggio psyco, già mostrate soprattutto in Bronson e ne Il cavaliere oscuro - Il ritorno, e che qui possono esplodere in tutta la loro potenza con una parte più virata sul versante comedy. Perché Legend è sì una pellicola criminale, ma è una di quelle che possono piacere anche a un pubblico non fan hardcore dei gangster movies. Legend è un film che sa far ridere ed è parecchio brillante, soprattutto nella prima parte. Peccato che nella seconda invece si dilunghi e pretenda di fare troppo sul serio perché, se avesse mantenuto i toni leggeri dell'inizio, si sarebbe potuto trasformare in un piccolo cult, o quasi. Dico quasi perché al film manca pure un forte tocco autoriale. Mancano le scene davvero memorabili. La colonna sonora 60s è parecchio cool e, insieme a una selezione piuttosto originale di brani d'epoca, presenta pure la rediviva Duffy, che ha pure un cameo all'interno del film. Solo che manca una sequenza in cui ci sia una canzone che resti davvero impressa. Una di quelle che dici: “Bella la musica anni '60, però per fortuna che non vivo negli anni '60 altrimenti non potrei correre a scaricarla subito!”. Oltre a ricordare vagamente il recente Dom Hemingway, Legend è un film molto in stile Guy Ritchie, quello anche noto per essere stato Mister Ciccone, e invece a dirigerlo è tale Brian Helgeland, quello che nel 2001 aveva diretto Il destino di un cavaliere con Heath Ledger. Pure quello un film parecchio brillante, ma molto derivativo, senza un suo stile preciso. Legend poteva essere un piccolo cult, dicevo, se solo avesse avuto più personalità. E anche un tocco maggiore di follia non sarebbe stato male.
Follia, ci vuole follia nella vita, o almeno nei film. È quello che la gente vuole, o se non altro ciò che io voglio! Con meno spazio a quella lagna di Reggie e i riflettori puntati solo su Ronnie, sì che ne sarebbe uscita una pellicola davvero da leggenda! (voto 6,5/10) Cannibal Kid