Porcellum: Consulta dice no, bocciato il referendum
Respinti entrambi i quesiti sulla legge elettorale
La Consulta ha bocciato con due ‘no’ entrambi i quesiti presentati dal comitato promotore del referendum sulla legge elettorale, sia, dunque, quello che chiedeva l’abrogazione totale della Calderoli sia quello che ne chiedeva l’abrogazione per parti. Lo si e’ appreso da fonti della Corte Costituzionale.
VIZZINI, IL 17 GENNAIO IN COMMISSIONE SENATO - La commissione Affari costituzionali del Senato martedì 17 gennaio affronterà, in Ufficio di Presidenza, il tema della legge elettorale, già all’ordine del giorno dei proprio lavori. “Si rende, infatti necessario – afferma in proposito il senatore del Ps Carlo Vizzini, presidente della Commissione – valutare subito gli effetti della decisione negativa della consulta sul referendum, in modo che il Parlamento possa decidere in tempi brevi come procedere in una materia così importante”.
LA NOTA - La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibili le due richieste di referendum abrogativo riguardanti la legge 21 2005 numero 270 (modifiche alle norme per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica). La sentenza, fa sapere la Consulta, sarà depositata entro i termini previsti dalla legge.
COSA CHIEDEVANO I QUESITI - Il primo quesito proponeva l’abrogazione in blocco del ‘porcellum’, il secondo perseguiva lo stesso risultato con singole amputazioni della normativa attuale. L’obiettivo era comunque tornare alla legge precedente, cioé al ‘Mattarellum’, che nel 1993 introdusse al posto della disciplina precedente (di tipo proporzionale), un sistema misto, in base al quale i seggi di Camera e Senato erano assegnati per il 75% mediante l’elezione di candidati in altrettanti collegi uninominali, e per il restante 25% con metodo proporzionale.
Secondo il Comitato promotore infatti abrogando la legge Calderoli, l’effetto sarebbe stato la “reviviscenza” delle norme precedenti: insomma se fosse passato il referendum le due Camere avrebbero potuto essere elette attraverso le regole introdotte nel 1993. Un principio che però non è pacifico.
(ANSA)