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Legge elettorale, le tre proposte di Renzi

Creato il 02 gennaio 2014 da Candidonews @Candidonews

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Queste le ‘tre proposte renziane’ sulla legge elettorale. Spero sia approvata quella che garantisce maggiormente una vittoria chiara dopo il voto. Chi vince governi.

Stendiamo un velo pietoso sull’SMS grillino per non far rispondere i parlamentari 5Stelle sull’argomento.

  • Il sistema ‘ispanico’. Come dice la parola stessa, ‘vige’ in Spagna. Si basa su collegi provinciali (mediamente ‘piccoli’ per numero di elettori ivi compresi) e liste bloccate (la media è di sei candidati). E’ un sistema proporzionale corretto che produce effetti maggioritari. Come spiega il professor Stefano Ceccanti (Università La Sapienza), che ne è tra i maggiori conoscitori e cultori, “premia i partiti grandi (come potrebbero essere il Pd da un lato, Forza Italia dall’altro, ndr.) e quelli che hanno un consenso concentrato in certe aree geografiche come sono, in Spagna, il partito basco e i partiti catalani in Catalogna (in Italia, in teoria, la Lega, ndr.). Penalizza, invece, i partiti piccoli e i partiti di medio peso, soprattutto se privi di radicamento territoriale (in Italia, NCD di Alfano, SC di Monti, forse M5S di Grillo, ndr.)
    ….
  • Il Mattarellum ‘rafforzato’. Nella sua versione originaria (in vigore in Italia, e solo in Italia, per le elezioni politiche dal 1994 al 2001) è un sistema maggioritario a turno unico. Assegna tre quarti dei seggi in collegi uninominali (secondo il principio inglese ‘the first win all’) e il restante quarto con un metodo proporzionale su liste bloccate. La proporzione del Mattarellum originario (75% e 25%) verrebbe però ritoccata con un ‘raddoppio’ di correzione iper-maggioritaria (forse a rischio di incostituzionalità, peraltro) che riguarderebbe o lo scorporo di una parte del ‘quarto’ di proporzionale (15% sul 25%, lasciando così un 10% da assegnare in via proporzionale: il ‘diritto di tribuna’) oppure il ‘doppio premio’ in seggi al miglior vincitore nei collegi che avrebbero comunque per effetto il premio di maggioranza nazionale. Antica proposta ‘ufficiale’ del Pd (poi abbandonata per il cd. sistema ‘a doppio turno’ alla francese, scelta a sua volta oggi abbandonata…) è un sistema che favorisce, all’interno di ogni coalizione o somma di partiti, i partiti piccoli e le liste minori: minacciando di presentare candidature ‘di disturbo’ nei collegi marginali, essi ottengono così, dai partiti grandi, candidature in collegi ‘sicuri’ e aumentano il loro potere coalizionale. Piace a un pezzo di FI (Brunetta) e PD (Renzi).
  • Il ‘sindaco d’Italia’. E’ un sistema di impianto proporzionale, corretto da un forte premio di maggioranza, in vigore in Italia dal ’93 quando si votò per la prima volta con sistemi maggioritari corretti e non più con il sistema proporzionale in vigore nella I Repubblica (1946-1992) a causa dei referendum maggioritari Segni (1991-1992). Da non confondere con il sistema detto ‘Tatarellum’ e in funzione, sia pure con diverse correzioni, ancora oggi nelle Regioni ‘ordinarie’ (base proporzionale, liste con preferenze, premio di maggioranza), il modello ‘sindaco d’Italia’ è in vigore nei comuni sopra i 5 mila ab. Assegna i seggi su base proporzionale e liste fornite di preferenze, ma ‘apre’ al ballottaggio o secondo turno (di partito o di coalizione) tra le prime due liste o coalizioni o partiti più votate cui assegna un premio che assicura fino 60% dei seggi al candidato vincente. Piace all’NCD di Alfano e a parte del Pd (Renzi e renziani, ma non solo), ma pure ai Popolari di Casini-Mauro, a molti partiti minori (Sel, etc.) mentre non piace a tutta FI causa il doppio turno (inviso, da sempre, al centrodestra: teme di non convincere tutti i suoi a tornare a votare) e non piace a una parte dei renziani perché troppo proporzionalista.

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