Leggende della Formula 1: James Hunt

Da Magazinef1 @MagazineF1

James Simon Wallis Hunt (Londra, 29 agosto 1947 – Londra, 15 giugno 1993) fu un pilota automobilistico britannico. Veniva chiamato anche Hunt "The Shunt", cioè "Hunt lo schianto" per indicare i suoi frequenti incidenti durante l'inizio della sua carriera agonistica. Corse in Formula 1 per i team Hesketh, Mclaren e Wolf dal 1973 al 1979, conquistando 10 gran premi e il Mondiale 1976.

Infanzia

James Hunt è nato a Surrey, un quartiere di Londra, nel 1947. Secondogenito di Sue e Wallis Hunt, un agente di cambio di successo, crebbe in una famiglia aristocratica formata da altri 3 fratelli e due sorelle.
Durante la sua infanzia si trasferì prima a Sutton e in seguito a Belmont, dove la sua famiglia si fermò stabilmente. La passione per l'automobilismo non arrivò subito: il giovane Hunt infatti passò i suoi anni scolastici dedicandosi al cricket, al calcio (nel ruolo di portiere) e infine al tennis mollando quest'ultimo sport per via di una sconfitta subita durante un torneo under-16.
Fin da bambino Hunt ha sempre mostrato un temperamento ribelle, fuori dagli schemi, dimostrato dal suo vizio del fumo che iniziò a coltivare dall'età di 10 anni.
L'inglese ebbe il suo primo contatto con una vettura attraverso un trattore in una fattoria nel Pembrokeshire, in Galles mentre era in vacanza con la famiglia, non riuscendo a cambiare le marce per via della troppa forza necessaria.
A 17 anni prese la patente e un anno dopo vedendo il fratello di un suo amico del tennis correre a Silverstone si innamorò dell'automobilismo.

Mini Racing

Hunt iniziò quindi la sua carriera correndo nelle gare turismo con una Mini. La sua prima corsa fu sul circuito di Snetterton dove gli fu impedito di competere da parte dei giudici per via di molteplici irregolarità presenti sulla sua vettura. Deluso ma deciso ad entrare nel mondo dell'automobilismo, Hunt riuscì a trovare l'appoggio di una compagnia telefonica garantendosi la partecipazione a tre eventi di questa categoria.

Formule Minori


Formula Ford

Dopo la sua prima esperienza con le Mini, passò alla Formula Ford nel 1968. Guidando una Rassell Alexis Mc comprata a rate riuscì subito ad impressionare il pubblico nella sua prima gara sempre a Snetterton, arrivando al 5° posto, nonostante avesse perso 15 cv per via di un errore nell'impostazione dell'accensione del motore.
Nello stesso anno Hunt riuscì addirittura ad aggiudicarsi la sua prima vittoria a Lydden Hill, oltre che il record sul giro nella versione ristretta del circuito di Brands Hatch.

Formula 3

L'anno successivo passò in Formula 3 grazie alla sponsorizzazione dei Gowrings di Reading che gli permisero di acquistare una Merylin Mk11 A. Hunt vinse diverse gare ottenendo ottime prestazioni e venendo giudicato dalla stampa britannica come uno dei piloti più promettenti in circolazione.
Nel 1970 fu coinvolto in un controverso incidente con Dave Morgan nel corso della terza gara dell'anno sul circuito di Crystal Palace. Mentre stavano lottando per il secondo posto Morgan tentò di attaccare il suo rivale all'esterno della curva South Tower all'ultimo giro, ma la sua vettura e quella di Hunt entrarono in contatto finendo contro le barriere.
Furioso per essere stato buttato fuori gara, Hunt scese dalla vettura e arrivò alle mani con Morgan spingendolo a terra, venendo molto criticato in seguito dalla stampa per questo gesto.
Dopo un investigazione del RAC che ascoltò le versioni di entrambi i piloti Hunt non ricevette alcuna penalità mentre il suo rivale venne estromesso dalle corse per 12 mesi.
La carriera di Hunt continuò nel 1972 con la March sempre in Formula 3. Nella sua prima gara sul circuito di Mallory Park arrivò terzo, a cui seguirono poi un 4° ed un 5° posto a Brands Hatch e infine un nuovo terzo posto dopo un lungo duello con Roger Williamson sempre al Mallory Park.
La successiva gara di Zandvoort però non fu disputata da Hunt dopo che la March decise di disertare l'evento.
Nel maggio dello stesso anno il team annunciò l'esclusione di James Hunt per favorire l'ingresso del tedesco Jochen Mass, lasciando l'inglese senza un sedile. Hunt allora consultò il suo ex team manager Chris Marshall che mise a sua disposizione una vettura di riserva.
Fu un periodo molto difficile per Hunt che vide la sua vettura fermarsi per una serie di guasti meccanici nelle successive gare. Il periodo nero toccò il suo apice nella gara di Monaco quando Hunt che subì un problema alla sua vettura nel giro di riscaldamento, contravvenendo all'ordine del suo direttore Max Mosley salì su un'altra March gestita da un differente team il cui sedile era stato lasciato improvvisamente libero dal ritiro del pilota Jean Claude Alzerat.
Dopo queste gare il team STP-March decise di chiudere definitivamente il contratto con Hunt, che venne però contattato da Lord Hesketh, un giovane inglese che si divertiva a spendere soldi nell'automobilismo con uno stile molto libertino, molto affine con il carattere di James Hunt.


James Hunt impegnato in F2 con il team Hesketh

La Hesketh racing si iscrisse in Formula 2 raccogliendo però scarsi risultati visto la poca esperienza del gruppo nella gestione di una scuderia. Non appagato però Lord Hesketh decise di tentare la strada verso la Formula 1, non troppo costosa se paragonata alla sua serie cadetta.


Formula 1


Il periodo con la Hesketh (1973-1975)

1973

Hesketh acquistò una March 731, assumendo il giovane progettista Harvey Postlethwaite per lo sviluppo della vettura. La squadra, presa poco seriamente dagli altri per via dello scarso impegno con cui il suo patron si dedicava al mantenimento del team, sorprese gli addetti ai lavori, con la 731 guidata da Hunt capace di offrire prestazioni di gran lunga superiori rispetto alle vetture gestite dalla squadra ufficiale.

La March 731 con cui Hunt esordì a Monaco in F1

Il primo anno in Formula 1 per Hunt fu molto positivo, con l'inglese che in 7 apparizioni (partecipò anche al Gran Premio d'Italia ma venne squalificato già nelle prove libere per via di un incidente) raccolse ben 14 punti, frutto di due podi (un secondo e un terzo posto), un quarto ed un sesto posto. Il primo arrivo a punti per Hunt venne registrato alla sua seconda gara di Formula 1 in carriera, sul circuito del Paul Ricard in Francia dove riuscì ad infilarsi tra le due Ferrari di Jacky Ickx e Arturo Merzario.

Il primo podio arrivò due gare dopo, in un Gran Premio d'Olanda ricordato per il decesso del pilota inglese Roger Williamson, che rimase intrappolato nella sua vettura in fiamme mentre la corsa non fu sospesa dai commissari con il solo compagno di squadra David Purley a cercare di salvarlo.
James Hunt con una gara in rimonta dopo essere partito al settimo posto riuscì a concludere terzo alle spalle di François Cevert e di Jackie Stewart che conquistò la sua 26° vittoria in carriera, superando il record del maggior numero di gran premi vinti in Formula 1 fino ad allora detenuto all'inglese Jim Clark.


Peterson, Hunt e Lord Hesketh festeggiano sul podio

Con il secondo posto alle spalle di Ronnie Peterson nell'ultimo Gran Premio dell'anno negli Stati Uniti Hunt conquistò oltre al suo primo giro più veloce in carriera, altri 6 punti che gli permisero di chiudere la stagione all'ottavo posto in classifica piloti con 14 punti complessivi


Nel 1973 il pilota della Hesketh ha avuto anche una breve avventura nella Nove ore di Kyalami valida per il mondiale Endurance copilotato da Derek Bell, riuscendo ad arrivare secondo.Questi risultati portarono Hunt ad essere premiato con il Trofeo Campbell assegnato dal RAC al miglior pilota inglese della stagione.

1974

Per il 1974 Postlethwaite progettò la sua prima vettura interamente realizzata dalla Hesketh denominata 308 che debuttò nel terzo appuntamento dell'anno sul circuito sudafricano di Kyalami. Non fu però una stagione facile per Hunt che tra incidenti e problemi alla vettura molto spesso vide vanificare la possibilità di raccogliere degli ottimi piazzamenti, come nella gara di Sudafrica dove Hunt si ritirò per la rottura di un semiasse mentre occupava la quinta posizione.

Hunt sulla Hesketh 308 nel 1974

Tuttavia l'inglese migliorò notevolmente nella seconda parte dell'anno raccogliendo ben 3 podi (tutti terzi posti) e un quarto posto nel penultimo appuntamento del Mondiale in Canada.

James Hunt riuscì quindi a migliorare il suo punteggio finale di un punto, senza però guadagnare posizioni in classifica e concludendo per il secondo anno consecutivo all'ottavo posto.
In quell'anno Hunt riuscì ad imporsi in una gara non valida per il Mondiale a Silverstone contro molte vetture di F1.

1975

Il 1975 partì subito bene per Hunt che arrivò secondo nella gara inaugurale dell'anno in Argentina. L'ottimo stato di forma proseguì in Brasile con un sesto posto finale dove riuscì a precedere la Parnelli di Mario Andretti.

La Hesketh 308B con cui Hunt corse nel 1975

A queste gare seguì una serie di ritiri: in Sud Africa fu il V8 Cosworth ad abbandonare l'inglese, mentre in Spagna dopo aver condotto i primi sei giri scivolò sull'olio perso dalla vettura di Jody Scheckter finendo contro le barriere e venendo costretto di nuovo al ritiro.

Nel successivo Gran Premio di Monaco Hunt mostrò di nuovo il suo temperamento ribelle: dopo essere stato buttato fuori pista nella curva del Mirabeau dal francese Patrick Depailler, l'inglese aspettò nello stesso punto in cui aveva parcheggiato la sua vettura il pilota della Tyrrell per dargli del matto dopodichè riprese la via dei box.
Dopo altri due ritiri per noie meccaniche in Belgio e in Svezia, l'inglese riuscì nel Gran Premio d'Olanda ad aggiudicarsi la sua prima vittoria nella massima Formula.


Hunt precede Lauda nel Gp d'Olanda 1975

Il merito di questa vittoria è da attribuire tutto a Hunt, che azzardò anticipando l'entrata ai box per montare gomme da asciutto su una pista ancora bagnata ma che andava asciugandosi.

Resistendo al forcing finale di Niki Lauda il pilota della Hesketh portò a casa il primo posto per la felicità del suo boss Lord Hesketh che sfilò davanti ai box dei top team festeggiando a braccia alzate la vittoria del suo pupillo.

Finalmente Hunt riuscì a mostrare tutto il suo potenziale e nelle sei gare successive raccolse altri 2 podi (entrambi secondi posti in Francia e Austria) e altri tre piazzamenti a punti che catapultarono l'inglese al quarto posto nella classifica finale con ben 33 punti accumulati.


L'approdo in Mclaren e la conquista del titolo (1976-1978)

Alla fine della stagione 1975 però arrivò una brutta notizia in casa Hesketh. Il patron della scuderia aveva esaurito i fondi e con una squadra che ormai aveva imboccato la via del tramonto Hunt si trovò costretto a cercare in poco tempo un team competitivo per il 1976.
L'occasione si presentò grazie all'improvviso abbandono da parte di Emerson Fittipaldi della Mclaren, con il brasiliano che aveva deciso insieme al fratello di avviare il progetto Copersucar, un team con sponsor, vettura e fabbrica provenienti interamente dal Brasile.
In assenza di top driver disponibili e con la Marlboro (marchio di sigarette che sponsorizzava il team inglese) che insisteva per trovare un pilota degno di essere chiamato come tale, la Mclaren contattò James Hunt, che firmò un contratto di 200 mila dollari all'anno.
L'inglese si fece subito notare per aver rifiutato di firmare la clausola che imponeva al pilota di indossare abiti firmati dagli sponsor del team, essendo abituato a vestire con t-shirt e jeans e in alcuni casi addirittura a piedi nudi.

1976

Il 1976 è stato il migliore anno di Hunt in Formula 1, in una stagione rivelatasi drammatica e controversa. La vettura che la Mclaren gli affidò per gareggiare fu la M23, un modello abbastanza obsoleto calcolando che venne introdotto in F1 nel lontano 1973 ma che con le opportune modifiche e un buon motore Ford Cosworth V8 si dimostrò ancora in grado di lottare per la vittoria.

I due rivali 1976: Lauda e Hunt

Nonostante questo, l'avvio di stagione di Hunt fu molto deludente, con Niki Lauda e la Ferrari che sembravano avviati a bissare il successo del 1975 con ben 5 vittorie e 3 podi nei primi 9 gran premi dell'annata per l'austriaco contro le due vittorie, un podio e un quinto posto da parte dell'inglese, che dopo il Gran Premio di Gran Bretagna si trovò con uno svantaggio di 35 punti in classifica.


Accadde inoltre nel Gran Premio di Spagna che Hunt venisse squalificato dopo aver vinto la gara per via di una irregolarità riscontrata sulla sua auto (il cui passo era di 1,8 centimetri più largo rispetto alla misura massima consentita). Successivamente il pilota inglese fu riammesso in gara, vedendo quindi aggiunti altri 9 punti al suo bottino stagionale.

Anche nel Gran Premio di Gran Bretagna Hunt fu vittima di un'altra squalifica. Durante il primo giro infatti il pilota inglese fu coinvolto in un incidente che provocò la sospensione dell'evento. Quando i piloti si schierarono per la ripartenza anche Hunt prese il via con il muletto. L'inglese della Mclaren vinse la sua gara davanti all'austriaco Lauda, ma la Ferrari presentò appello contro la partenza irregolare di Hunt, con la FIA che diede ragione al team italiano e squalificò la Mclaren regalando i 9 punti al Campione del Mondo in carica sempre più destinato a vincere anche il Mondiale 1976.

L'incidente di Lauda

Nel Gran Premio di Germania, sul terribile tracciato del Nurburgring avvenne la svolta del Campionato: Lauda fu vittima di un terribile incidente mentre era in testa e la sua vettura andò in fiamme e fu solo per l'intervendo di Merzario e Lunger che l'austriaco riuscì a cavarsela, rimanendo però gravemente ustionato e dovendo saltare i successivi due appuntamenti del Mondiale.


Hunt approfittò dell'assenza del rivale vincendo sia al Nurburgring che sulla pista di Zandvoort in Olanda (dove battagliò per tutta la gara con il suo connazionale John Watson) e conquistando un quarto posto in Austria, risultati che gli permisero di recuperare ben 21 dei 35 punti di distacco che aveva nei confronti di Lauda.

Il pilota austriaco, intimorito dai risultati del suo avversario, affrettò i tempi della sua riabilitazione rientrando dopo soli 40 giorni dall'incidente nel Gran Premio d'Italia a Monza, dove le Mclaren subirono nuovamente una penalità per via di una irregolarità nel carburante Texaco che il team inglese utilizzava in quella stagione.
Con Hunt costretto a una rimonta incredibile dall'ultimo posto Niki Lauda approfittò della situazione assicurandosi il quarto posto che gli fruttò 3 punti preziosi a distaccare il rivale che forzò troppo in gara e si ritirò all'11° giro vittima di un testacoda.


Hunt e Lauda in lotta nel Gp degli USA 1976

Avendo solo 3 appuntamenti a separare i piloti dalla fine della stagione l'impresa per Hunt sembrava impossibile. L'inglese però non si diede per vinto e riuscì a vincere sia il terz'ultimo che il penultimo gran premio dell'anno portandosi a soli 3 punti da Lauda, il quale non avendo ancora pienamente recuperato dall'infortunio del Nurburgring, in queste due gare raccolse un ottavo ed un terzo posto.


I due rivali giunsero quindi all'ultimo appuntamento del Mondiale in Giappone sul circuito del Fuji con l'inglese galvanizzato dalla sua poderosa rimonta.

In qualifica ha la meglio l'inglese che conquista il secondo posto sulla griglia di partenza al fianco del poleman di giornata Mario Andretti e davanti al ferrarista Lauda.

Il giorno della gara sul circuito del Fuji si abbatte un violentissimo acquazzone che fino all'ultimo momento mette in dubbio la partenza del Gran Premio. Alla fine si decide comunque di correre e Niki Lauda, intimorito da un nuovo incidente su una pista impraticabile al secondo giro decide di ritirarsi.

Hunt impegnato nel Gp del Fuji 1976

James Hunt dopo aver guidato gran parte della gara vede sfuggirgli la vittoria per via di una foratura rientrando in quinta posizione dietro ad Alan Jones e all'altro ferrarista Clay Regazzoni. Al 71° giro Hunt riesce a sbarazzarsi di entrambi, e con il terzo posto conquista il titolo iridato scavalcando Lauda per un punto.

Hunt è stato l'ultimo britannico ad aggiudicarsi il Campionato di Formula 1 fino al 1992 quando Nigel Mansell si laureò Campione di Formula 1 con la Williams.


1977

Nella sua prima gara da Campione del Mondo Hunt riesce a piazzare la sua Mclaren M23 al quarto posto, in un weekend molto travagliato. Al suo arrivo in Sudafrica infatti fu arrestato dai funzionari della dogana per aver contravvenuto alle leggi di oscenità in luogo pubblico del paese che ospitava la prima tappa del Mondiale. Successivamente fu rilasciato e in qualifica conquistò la pole position. In gara però due collisioni con la Wolf di Jody Scheckter e la Tyrrell di Patrick Depailler ne pregiudicano il risultato facendolo scivolare ai piedi del podio.


Hunt sulla M23  N°1

Nei primi otto gran premi della stagione non arrivarono grandi risultati nonostante 3 pole position infatti l'inglese raccolse soltanto un secondo ed un quarto posto, vedendo i rivali Andretti, Lauda e Scheckter allontanarsi in classifica.



Ormai fuori dalla lotta per il Mondiale, con l'arrivo della M26 nella seconda metà della stagione Hunt migliorò i suoi risultati riuscendo a vincere in tre occasioni, tra cui spiccò la vittoria nel Gran Premio di Gran Bretagna a Silverstone dove lottò per ben 25 giri con il britannico John Watson su Brabham riuscendo a prevalere nelle ultime fasi della gara.

La M26 che sostituì il modello M23 dal Gp di Spagna 1977

Hunt fece parlare di se in occasione del Gran Premio del Canada, in cui dopo aver tamponato il suo compagno di squadra Jochen Mass, fu multato di 2000 dollari dalla direzione di gara per aver aggredito un Marshall, subendo poi una seconda multa di altri 750 dollari per essere tornato ai box in un modo non sicuro.

Vinse poi l'ultimo appuntamento dell'anno sul circuito del Fuji rifiutando però di partecipare alla cerimonia del podio e venendo nuovamente multato di altri 20.000 dollari.
James Hunt concluse la stagione al quinto posto in classifica con 40 punti, 32 in meno del Campione del Mondo di quell'anno Niki Lauda.

1978

Prima della partenza del Mondiale 1978 James Hunt era molto fiducioso sulla conquista del suo secondo titolo, tuttavia la Lotus schierò la 79, vettura che sfruttava al massimo l'effetto suolo rendendo tutte le altre vetture del lotto obsolete e riducendo la lotta per il Mondiale ai soli Ronnie Peterson e Mario Andretti che pilotavano l'incredibile monoposto venuta fuori dal genio Colin Chapman.
La Mclaren provò a rivedere il progetto della M26 aggiungendo due fiancate posticce che abbassavano ulteriormente la scocca della vettura ma lo stratagemma non funzionò e la vettura si dimostrò poco competitiva.

La M26 del 1978

Nonostante un buon quarto posto nel primo Gran Premio dell'anno per Hunt fu una stagione disastrosa con un solo podio conquistato (terzo posto in Francia) e condizionata dal terribile incidente sul circuito di Monza che causò la morte dello svedese Ronnie Peterson.

Accadde nel Gran Premio d'Italia che la partenza fu data mentre le vetture negli ultimi posti della griglia si stavano ancora schierando dopo aver completato il giro di ricognizione.

Il risultato fu una partenza lancio con le vetture davanti molto più lente di quelle che venivano dal retro: l'effetto imbuto fu inevitabile e Hunt fu coinvolto in un incidente con l'italiano Riccardo Patrese e con lo stesso Peterson che andò a impattare contro il guard rail.


Grazie al tempestivo intervento del pilota inglese della Mclaren con l'aiuto di Regazzoni e Depailler lo svedese della Lotus fu estratto dalla vettura ma le sue gambe erano ormai tumefatte e fu necessario operarlo.


Il giorno dopo Ronnie Peterson morì per via di un embolia gassosa provocata dalle oltre 30 ore di intervento chirurgico e la procura avviò un indagine sulle effettive responsabilità dell'incidente.

Inizialmente fu Riccardo Patrese ad essere colpevolizzato vedendosi estromesso dal successivo appuntamento del Mondiale in Canada, ma dopo molti anni l'italiano fu scagionato da un video che mostrò la colpevolezza di Hunt che strinse il pilota italiano non permettendogli altro se non di impattare contro la vettura del povero Peterson.
Il pilota inglese, scioccato dal decesso del suo collega mise in serio dubbio il suo futuro in Formula 1, ma alla fine della stagione decise di restare siglando un contratto con la Walter Wolf Racing Team, che perse alla fine dell'anno il sudafricano Scheckter accasatosi in Ferrari.

L'ultimo anno alla Wolf (1979)

Abbandonata una Mclaren in profonda crisi, l'inglese sperava con la nuova scuderia di poter tornare a lottare al vertice ma ancora una volta le sue speranze furono presto rovinate dalla scarsa competitività della sua vettura.
Nelle prime gare della stagione Hunt subì diversi ritiri per guasti meccanici, che gli permisero di concludere solamente il Gran Premio del Sudafrica dove nonostante avesse rischiato di colpire il guard rail per via di un problema ai freni riuscì comunque a proseguire terminando la gara all'ottavo posto.

Hunt impegnato nel Gp di Monaco 1979, l'ultimo della sua carriera


L'arrivo della WR8 non migliorò le cose con Hunt che continuò la sua serie di ritiri in Spagna, dove un guasto ai freni lo fece fermare dopo appena 26 giri. Dopo altri due ritiri in Belgio e a Monaco, avendo ormai perso tutto il suo entusiasmo decise di ritirarsi per sempre dalla Formula 1, pur continuando il suo ruolo di ambasciatore per i suoi sponsor personali Marlboro e Olympus.

Dopo le corse

Hunt ricevette diverse offerte per tornare in Formula 1 sia da parte della Mclaren che dalla Brabham di Bernie Ecclestone che nel 1982 arrivò ad offrire uno stipendio di 2,6 milioni di dollari, che il pilota inglese rifiutò.
Fu allora Jonathan Martin capo della divisione sportiva della BBCad avvicinare l'inglese per offrirgli un ruolo di commentatore televisivo al fianco dello storico cronista Murray Walker.
Sorprendentemente Hunt accettò l'incarico anche se inizialmente si presentò alla telecronaca con un atteggiamento poco serio, arrivando nella cabina di commento ubriaco o litigando con il co-presentatore per poter parlare al microfono.
L'inglese però pian piano riuscì ad adattarsi al suo nuovo ruolo, dimostrando un'ottima capacità di analisi del Gran Premio oltre che la propensione alla critica senza peli sulla lingua nei confronti dei piloti De Cesaris e Arnoux, in netto contrasto con Walker molto più signorile nella conduzione.

Altre attività

Hunt venne assunto da John Hogan come consulente e tutor per i piloti sponsorizzati dalla marca di sigarette Marlboro, come ad esempio Mika Hakkinen, cui Hunt diede spesso consigli sia sullo stile di guida che sulla vita al di fuori delle corse.
Il pilota inglese ebbe anche l'occasione di apparire in una commedia televisiva britannica oltre che a numerosi spot pubblicitari per la Texaco.

La Morte

Hunt è morto nel 1993 all'età di 45 anni, per un attacco cardiaco nella sua casa di Wimbledon, poche ore dopo aver proposto alla sua compagna dal 1989 Helen Dyson di sposarlo.

L'inglese viene ricordato come una delle icone della Formula 1 degli anni '70. In quegli anni ancora non esistevano tutte le restrizioni attuali e gli sponsor ancora non avevano tutta quella importanza nel gestire la vita del pilota come fanno oggi.

Di conseguenza James Hunt ha avuto l'opportunità di mostrare tutto il suo lato eccentrico diviso tra sesso, droga e rock 'n' roll ammirato dai giovani e criticato dai ben pensanti, ma è stato anche un pilota che ha sempre dato il massimo in pista, tirando sempre al limite e oltre, non risparmiandosi mai e vincendo forse meno gare di quanto avrebbe meritato il suo incredibile talento.

Fu molto significativa la sua lotta con Niki Lauda, con cui era agli antipodi nello stile di vita e nel modo di rapportarsi alle corse, ma con cui instaurò un legame molto forte di amicizia (i due arrivarono addirittura a vivere insieme a Londra nei primi anni di carriera agonistica).
Nella sua carriera in Formula 1 incrementò la sua fama di playboy, cambiando spesso le donne che lo accompagnavano in pista; il suo modo di vestirsi contravveniva a quello che era lo stile spesso molto serioso dei piloti: spesso lo si vedeva nel paddock scalzo, con jeans e maglietta.

Omaggi

Enzo Ferrari, storico patron dell'omonimo team di Formula 1 nel suo libro 'Piloti, che gente!' parlò di James Hunt definendo la sua vita come la sintesi perfetta della vita di un pilota di Formula 1: all'inizio egli è affamato di vittoria, spende ogni grammo della sua energia per raggiungere l'ambito obiettivo, spesso supera i limiti a volte evidenti del mezzo meccanico e in una specie di trance agonistica raggiunge la vittoria Mondiale ma poi, distratto e logorato dalla fama, dagli agi e dagli impegni sempre più pressanti e numerosi dovuti alle incessanti richieste di tutti, perde quel tocco magico e si avvia prima o dopo ad un lento ma inesorabile declino verso la mediocrità, fino quando decide di dire basta e ritirarsi. Per alcuni piloti ciò avviene più repentinamente, altri raggiungono ancora una, due o più volte la consacrazione, ma per tutti arriva poi il momento fatale di lasciare un mondo che non riconoscono più come proprio.



Il pilota finlandese Kimi Raikkonen, Campione del Mondo di Formula 1 nel 2007 e profondo estimatore della Formula 1 degli anni '70, ha voluto rendere omaggio a James Hunt colorando il suo casco con gli stessi identici colori del pilota inglese in occasione del Gran Premio di Monaco 2012.


Nel settembre del 2013 uscirà 'Rush', film del regista americano Ron Howard, dedicato alla lotta del 1976 tra Hunt e Lauda.

Un'immagine tratta dal film 'Rush'



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