Bello! Mi è bastato saltare una puntata di questo appuntamento settimanale per dimenticarmene completamente. Quindi eccomi qui, nelle soffuse luci di un mercoledì sera qualunque, a scrivere un post che da una cosa come 48 ore avrebbe già dovuto trovarsi sul blog.
Oggi tocca agli orchi, o meglio all'Orcul. Quella di questo leggendario personaggio è forse una delle figure più famose dell'immaginario friulano. Proprio per questo non dimentico di ricordare e segnalare la sua comparsa ne L'Ultima Valle di Carlo Sgorlon (post sul libro).
Visto che quanto c'è da dire sull'Orcul viene già spiegato alla perfezione nel brano di oggi, bando alle ciance e buona lettura:
« L'Orcul, che come l'italiano Orco, il francese Ogre, il tirolese Orge o Norge, trae il nome dall'antico dio degli Inferi, Orcus, è uno spirito montano ed è anche per i friulani l'uragano reso persona. Molto abile nel cambiare l'aspetto, nelle Alpi friulane assomiglia in tutto al genio Rübezahl. La maggior parte delle leggende che riguardano quest'ultimo vengono riferite anche all'Orcul. Le sue metamorfosi vanno spesso a danno degli uomini. A volte si mette sulla strada a forma di pallina. Quando però qualcuno vuole passargli sopra, di colpo si gonfia fino a diventare un enorme pallone che si mette ad inseguire il passante spaventato finché questi non cade privo di sensi.Avendo trovato altre leggende riguardanti questa magica figura sono tentato seriamente di scrivere altri post a riguardo. Sempre sperando di farvi cosa gradita :)
Oppure, con l'aspetto di asino, tira colpi mancini ed è fortunato il cavaliere disarcionato che se la cava con ferite lievi.
I contadini cercano di tenerlo lontano dalle cucine e dalle stalle, ricorrendo a determinati incantesimi. Quando scompare, lascia dietro a sé un odore sgradevole. Da ciò il modo di dire nel Litorale e nel Tirolo: -Puzza come l'Orcul-.
Talvolta rende difficile il viaggio al viandante mandando pioggia e gelo. Se questi poi scivola, si sente sghignazzare l'Orcul dal bosco.
Spesso attira in zone sconosciute i viandanti che la mattina dopo si ritrovano sfiniti nel punto in cui erano partiti la sera precedente. A ciò si riferiscono parecchi detti del Goriziano. Al marito che rincasa tardi la moglie suol chiedere dove l'abbia attirato l'Orcul. In Friuli si dice: sembrare l'orco (avere la raucedine), voce di orco (voce bassa e rauca), ha visto l'orco (è antipatico), ecc. »
E.