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LEGGERE NEL WEEK-END / "GENTE IN CAMMINO" di MALIKA MOKEDDEM

Creato il 30 aprile 2011 da Marianna06

In un villaggio del deserto algerino si è fermata Zohra, la nomade Tuareg che il destino ha costretto a farsi sedentaria.

Per evadere dall'immobilità Zohra ricorre alle sue doti di narratrice e cerca di riportare nella vita quotidiana tracce di fiaba e di magia, ricordando le tradizioni e le storie della sua"gente in cammino".

Da quello stesso villaggio, da quella stessa duna sull'orlo del deserto partirà la nipote della vecchia Zohra, Leyla, che fin da bambina ha sognato di uscire dai confini del mondo patriarcale in cui è nata.

Mentre la resistenza algerina lotta contro il colonialismo francese, Leyla conduce la sua battaglia personale per studiare, per viaggiare, per amare secondo la propria vocazione, trasformando in realtà il miraggio di libertà che la nonna le ha lasciato in dono.

"Gente in cammino", pubblicato in Francia nel 1990 ,è da considerarsi ormai un classico della letteratura maghrebina.Un libro che, letto una volta, di sicuro verrà riletto ancora.

I temi affrontati vanno dalla condizione femminile all'attaccamento alle tradizioni, dal desiderio di emancipazione al dialogo tra culture diverse.

Sotto il profilo della lingua scritta "Gente in cammino" ha una "scrittura ad un tempo densa, grumosa,  quasi come sangue rappreso  ma poetica, di una fantasia sbrigliata, ad esempio, nella scelta delle metafore.

Non è un libro" da spiaggia" per intenderci. Ovvero da lettura superficiale. Perché non lo consente.

Leggi un capitolo e avverti di doverti fermare a riflettere.

Sequenza nararativa dopo sequenza è tutta una scoperta di un mondo affascinante ma assolutamente inimmaginabile per noi occidentali,visi pallidi e sedentari, che non conosciamo il piacere del "non tempo" e dei lunghi silenzi.

Leggi un paragrafo, un  periodo, breve o lungo che esso sia, e sei catturato dal registro descrittivo, dalla levità  naturale di certi paragoni, che possono solo appartenere alla cultura dell'"io" narrante.

Un plauso particolare va inoltre fatto alla traduttrice in italiano, che ha saputo rendere nella nostra lingua intatto tutto il fascino dello scritto originale.

Insomma un romanzo autobiografico,che non è affatto solo tale e che  sarebbe decisamente riduttivo confinare tout court  all'interno del suo "genere".

Buona lettura...allora e buon week-end!

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

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