Leggere per me non è solo un hobby. Certo, è un hobby meraviglioso, uno dei modi più belli di passare il tempo, ma non è solo un hobby.
Leggere per me non è solo un corso di lingua italiana. Certo, solo leggendo si può veramente imparare come usare le parole senza abusarne - che sia un post, un racconto o un tweet - ma non è solo un corso di lingua italiana.
Leggere per me è anzitutto un gesto di umanità. Quando leggo un romanzo, una poesia, un racconto, un saggio (o un tweet) sto entrando nel mondo di una persona che esattamente come me ha la passione per la scrittura. Una persona che in un modo o nell'altro - attraverso un editore che ha pubblicato le sue parole, attraverso una testata giornalistica che lo paga (a volte) per scrivere, attraverso l'iscrizione gratuita a una piattaforma di blog o un social network - ha trovato la voglia, il coraggio e la costanza di mostrare agli altri questa sua passione. E a volte lo fa dannatamente bene.
Leggere è entrare in casa di qualcuno che ha lasciato la porta socchiusa. Sulle prime sono imbarazzata, quasi a disagio, perché quella persona per un motivo inspiegabile mi sta lasciando entrare in casa sua. Curioso qua e là con la paura di essere scoperta, mi chiedo cosa ci faccio lì. Non lo so mica, cosa ci faccio lì. Ma si sta così bene.
Leggere è un segno di libertà. Al mondo esistono ancora moltissime persone che non sanno leggere. Al mondo esistono ancora moltissime persone a cui è impedito di imparare a leggere. Leggere è aprirsi al mondo in ogni sua forma, perché non ci sono due modi uguali di mettere insieme le parole. Se si riesce a non essere razzisti o prevenuti di fronte alla lettura, si riuscirà a non esserlo in nessun'altra circostanza della vita.
Leggere è bellissimo.
Leggere è la prova della nostra umanità.