E’trascorso un anno da quella notte
e da quell’alba interminabile
fatta di cuscino sprimacciato e lacrime
in silenzio.
Poi quiete. Tregua. Resa agli eventi.
La poesia mi ha fatto compagnia
Perché scrittura è fisicità, corpo,
sesso.
Così dicono.
Forse lo sai anche tu.
I ricordi rivissuti migliaia di volte
sono oggi più nitidi che mai
solo perché lo voglio io.
Ma il dolore non c’é. E’ scemato.
E io sono quel clown che ogni giorno
improvvisa tra le gente giochi nuovi
e recita nuove filastrocche.
Fino a quando?
Non si sa. Non lo so.
Tornerai ?
Forse.
Peggio è per quelli che, pur volendo,
non possono più tornare.
A costoro un fiore.
Un fiore di campo senza pretese.
Com’è per il viaggiatore.
Marianna Micheluzzi