LA SFIDA
Il pastore è lì che se ne sta sull’uscio dell’ antica capanna
E il suo sguardo è come stranito sotto un sole implacabile.
La natura primordiale gli è compagna ma solo e come sempre
per assistere piuttosto distratta e indifferente ai suoi sfinimenti.
Giorni sempre troppo lunghi infatti e notti brevi sono le sue.
Alternarsi di avare stagioni con occhi , che insistenti, scrutano il cielo .
Fatiche che, per poco che sia, trovano requie appena sulla vecchia stuoia
quando fuori c’è quel silenzio surreale, perché pare quasi per un attimo
che il mondo tutto abbia deciso davvero di quietare.
Non è allegro e non è triste, la sua fierezza lo sostiene.
Egli non andrà mai in città per trasformarsi nel clown
di se stesso ad uso del turista mordi e fuggi.
Immagina a volte ampie vallate e pascoli verdi per il suo bestiame
ma sa bene che la posta in gioco è oramai soltanto sfidare la sorte.
Una volta ha creduto in un’alba migliore.
Ci ha creduto quella volta che è arrivato
l’uomo bianco, che ha proferito tante parole e poi è andato.
Di uomini di Paesi lontani ne sono venuti poi anche altri.
Ma nulla è cambiato per lui.
Raccoglie allora i suoi poveri arnesi insieme ai suoi cenci
e prova ad attizzare il fuoco per la notte.
Il sole sta per tramontare.
E un altro giorno è terminato.
di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)