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Leggere tanto e appassionarsi alla lingua: i consigli del viaggiatore Patrick

Creato il 14 gennaio 2014 da Maryandthebooks @MaryTraf
Viaggio in Islanda

Patrick in Islanda, un luogo che ama

E’ un viaggiatore scrupoloso Patrick. Quando si avvicina la partenza per un luogo importante o un’avventura lunga, i libri (e ancor meno le guide) non bastano. Si aggiungono documentari, interviste, saggi. Un approfondimento a tutto tondo che spesso trova spazio anche nel suo blog. Patrick è infatti il travel blogger che vi presento oggi, suo è Orizzonti, il blog dove racconta i suoi viaggi in luoghi mai banali e con una “penna” di grande suggestione. Insomma, avrete capito che il blog mi piace (e vi consiglio di farci un giro) e dunque è stato un vero piacere per me ospitare Patrick qui. Anche perchè, come vedrete, di libri di viaggio e affini ne ha davvero da raccontare. Cominciamo!

Patrick,quanto contano i libri di viaggio (non le guide in senso stretto) per te nella preparazione di una partenza?

Contano molto, ma non seguo regole. Alle volte è bello partire sapendo pochissimo. Ma più spesso mi piace prepararmi. Amo prepararmi accuratamente, specie per i viaggi importanti. Leggo molto, ma non solo romanzi in realtà. Sul mio blog, per esempio, ho raccontato come mi sono avvicinato al viaggio nei Balcani  o quello a Cuba in cui ho utilizzato saggi, documentari, interviste.

In questo tipo di viaggi credo che capire bene quello che vedi, collegare certe immagini alla storia sia fondamentale. A volte cerco anche di imparare un po’ di lingua se ho tempo sufficiente. E’ più facile di quanto si possa credere ed è incredibile quanto sia utile conoscere anche solo poche frasi: è un atto di umiltà che ti avvicina a chi vive in un posto. Spesso invece non si compie nemmeno il minimo sforzo: bastano pochi giorni per imparare l’alfabeto cirillico (Umberto Eco dice che basta una serata, ma non è vero), specie a chi ha fatto il liceo classico. Eppure molti non fanno nemmeno questo minimo sforzo”.

Intanto ecco alcune foto scattate da Patrick durante i suoi viaggi:

Le bocche di Cattaro, Montenegro
Le bocche di Cattaro, Montenegro
Il deserto marocchino a Merzouga
Il deserto marocchino a Merzouga
L'attraversamento pedonale a Shibuya, Tokyo
L’attraversamento pedonale a Shibuya, Tokyo

Alle volte leggere un bel libro di viaggio è un modo di rivivere emozioni passate, oppure è semplicemente una fonte di ispirazione, sia per la mia scrittura, sia per i miei viaggi futuri. Le immagini, le emozioni che quel libro mi ha dato vanno ad arricchire i miei sogni. Spesso l’idea di un viaggio nasce così”.

Riusciresti ad indicare i tre libri di viaggio più belli che hai letto e che consiglieresti e perchè?

“E’ una domanda difficile perché alcuni libri sono legati a un viaggio ed è difficile scindere la bellezza del libro dalle emozioni provate in quel viaggio. Naturalmente fra quelli che ho amato di più ci sono quelli di Kapuscinski, quelli di viaggio di Terzani, alcuni di Messner. Ma preferisco parlare di tre libri meno conosciuti, forse non i più belli che ho letto, ma che mi hanno colpito molto.

Leggere tanto e appassionarsi alla lingua: i consigli del viaggiatore PatrickComincio da ‘Il monaco e la signora – una stagione a Kyoto‘ di Pico Iyer, uno scrittore poco conosciuto in Italia. E’ un racconto di un avvicinamento al Giappone, un Paese estremamente accogliente, ma allo stesso tempo sfuggente, ermetico. E’ una conoscenza che avviene attraverso l’incontro con una donna e attraverso gli haiku: poesia breve, piacevole, ma il cui significato è spesso elusivo.

libri Bill Bryson Una citta' o l'altraUn altro libro che amo molto è ‘Una città o l’altra’ di Bill Bryson, il racconto di un viaggio in treno in Europa fatto dall’autore. E’ il romanzo che racconta meglio, secondo me, un’esperienza simile a quella dell’interrail, che per me è stato fondamentale. Ho sentito un po’ di critiche sul fatto che alcune battute siano un po’ banali o sugli stereotipi che prende in giro. Credo che molto dipenda in realtà dalle traduzioni in italiano, che appiattiscono lo stile brillante di Bryson e il suo splendido inglese. Fra l’altro questo libro ha una pagina secondo me splendida dedicata a un’orario dei treni. E mi ha fatto ripensare alle emozioni che provavo al tempo dell’interrail, guardando le cartine, soffermandomi a fantasticare sui nomi di stazioni remote in Norvegia. Ci ho scritto un post

Libro AusterlitzE infine cito Austerliz di W.G. Sebald che non è un libro di viaggio in senso stretto, ma lo è al massimo grado. Se è vero che il grande scrittore di viaggio si distingue non da quello che tira fuori dal luogo, ma da quello che il luogo tira fuori da lui, questo è il libro di viaggio per eccellenza. Qui i luoghi (in particolare Anversa e Praga) vengono esplorati ossessivamente, anche attraverso foto e mappe e si fondono con una dolorosa storia personale. Uno dei pochi capolavori letti negli ultimi dieci anni”.

(a questo punto sono la prima a ringraziare dei consigli, prendo appunti e metto in lista…)

Librerie (di viaggio e non) in giro per il mondo: quali sono quelle che ti hanno colpito o incuriosito di più?

Ricordo vividamente la City Lights di San Francisco, per la storia che si porta dietro, legata al movimento beat. Ma proprio a San Francisco è stato bellissimo curiosare nelle tante librerie dei vari quartieri, piene di polverosi volumi di seconda mano, vecchie riviste. A Cuba, invece, è bellissima Plaza des Armas con il mercatino dei libri vecchi e antichi. Il piacere di visitare le librerie però è spesso limitato quando non si conosce la lingua“.

Spostiamoci invece sul tecnico: meglio le guide “tradizionali” o App e simili?
“Io sono per la guida cartacea, ma partiamo da una premessa: l’ideale sarebbe viaggiare senza guida. Spesso però non è possibile, anche perché il tempo è poco e le guide aiutano. Sono preziose, ma vanno usate con saggezza, altrimenti si rischia di vivere la stessa esperienza delle altre migliaia di persone che hanno comprato quella guida: ti ritroverai in un bar pieno di altri turisti con la stessa guida in mano. E’ un rischio vero, da non sottovalutare, quello di banalizzare, svuotare l’esperienza di viaggio.

Le guide però sono interessanti anche in fase di preparazione di un viaggio. Quelle ben fatte, come le Routard italiane (‘depurate’ dai troppi riferimenti alla Francia che ci sono in quelle originali… un po’ troppo sciovinismo?) alle volte si avvicinano per qualità della scrittura alla letteratura di viaggio e possono essere una splendida fonte di ispirazione.

il Myrdalsjokull nei pressi di Emstrur

Islanda, il Myrdalsjokull nei pressi di Emstrur

Ricordo che questo passaggio su una Routard mi fece venire la pelle d’oca e modificai il percorso e le date del mio viaggio per andare a Spalato (e feci molto bene). E’ una descrizione sintetica, precisa, ma piena di emozione.

A Split, la macchina del tempo ottiene effetti strepitosi e l’effetto sul visitatore può essere sconvolgente. La sola contemplazione delle rovine lo porta ad attraversare in un solo istante molte epoche diverse. Questo effetto straordinario, che non si percepisce da nessun’altra parte, è il fascino specifico di Split (Guida Routard, Croazia 2004)

(quando si parla di Routard non posso non inserirmi nuovamente, sono anche io una loro fan)

Certo però che mi informo anche su blog, su tripadvisor e, specie quando sono in viaggio, con la app di minube, che è fantastica per scoprire nuovi posti”.

Quale sarà il tuo prossimo viaggio? Sai già con quale libro partirai?

Tornerò in Giappone il prossimo mese per la quinta volta, ma ormai sul Giappone ho letto molto (e faccio fatica a trovare nuovi libri interessanti). Mi porterò comunque sicuramente un libro, forse un romanzo anche se purtroppo il nuovo libro di Haruki Murakami per ora è disponibile solo in giapponese (e non sono ancora abbastanza bravo col giapponese per leggerlo). Se non trovo un libro di ambientazione nipponica mi porterò ‘Dark star safari’ di Paul Theroux che è sul comodino da un po’. Così comincerò a sognare il prossimo viaggio… dal Giappone. Non è bello?

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