venerdì 28 dicembre 2012 di Carlo Nix
Sono poche le cose che mi porto appresso nella mia breve e intensa esistenza solitaria. Pochi oggetti, poche cianfrusaglie che sono mie e di nessun altro. È difficile chiamare casa un appartamento di quaranta metri quadri da dividere con altre due persone. Poi, quando cambi casa e cominci a spostare le tue cose da una stanza ad un’altra, da un edificio ad un altro, da una via ad un’altra, ti rendi conto che per la maggior parte sono indumenti delle varie stagioni, con peso specifico differente. Un comodino bianco e un tavolino nero, la mia chitarra, un enorme tappeto rosso, due lampade, la mia personalissima collezione di candele profumate dentro bicchieri, candele finite da tempo immemore di cui non riesco ancora a disfarmi. Magari un giorno potrebbero essere riutilizzate, chi lo sa!
Ma c’è una cosa che mi fa sentire a casa, solo un piccolo particolare che a malapena si nota entrando all’interno di quel piccolo loculo buio che la proprietaria di casa si ostina a definire “ampia e luminosa stanza”. Quel dettaglio che un osservatore attento potrà notare con difficoltà altro non è che la mia piccola libreria. Molto piccola e poco libreria. In realtà è una cassetta della frutta dipinta di blu, inchiodata alla parete accanto alla finestra e a quella grossa macchia di muffa nera. Un ricordo del vecchio abitante del loculo che ho appeso con orgoglio e dentro la quale ho messo i miei pochi e piccoli libricini da viaggio. Non leggo molto. È difficile trovare un momento nella giornata da dedicare alla lettura di un bel libro. C’è chi legge sull’autobus andando a lavoro, chi in pausa pranzo seduto su una panchina in un bel parco, magari sgranocchiando dei cracker e sfogliando la carta ruvida di un libricino tascabile. Infine c’è chi prima di coricarsi e spegnere le luci allieta gli ultimi istanti della propria giornata immergendo i propri pensieri dentro ad un racconto, fantasticando ed immaginando le storie descritte dal proprio autore preferito.
Io che purtroppo vado a lavoro in macchina, che salto a piè pari la pausa pranzo e che svengo sul letto non appena metto piede a casa, sono riuscito a trovare il mio spazio per leggere la mattina poco prima di scendere per andare a lavoro, comodamente seduto sul cesso. Con la porta chiusa a chiave, doppia mandata (non si sa mai!), accucciato accanto al termosifone acceso, con la neve che cade silenziosa e i capitoli che si susseguono rapidi insieme alle richieste di aiuto da parte dei miei coinquilini, anche loro bisognosi della fantomatica tazza. Sì, perché leggere è come perdersi. Il tempo di lettura si confonde con il tempo reale che passa, e due capitoli diventano 30 minuti, 30 minuti che passo dentro al cesso, con conseguente ritardo a lavoro. Al di là dei problemi di tempo (e di bagno), cominciare la giornata con una bella lettura rilassa e attiva gradualmente il cervello, senza stress.
Immergersi nei racconti e nelle parole, rigo dopo rigo, allena e allieta la mente e la fantasia. Immedesimarmi nei personaggi, rendendoli reali e vividi, è ancora oggi il gioco che più preferisco. Fanculo la Playstation e anche i Blockbuster! Fanculo la nazionale e i reality in TV, piazzatevi sul vostro cesso, o sul vostro sofà se preferite, e aprite qual cazzo di libro, Cristo Santo (va bene anche la Bibbia al limite)!
Brevi istruzioni all’uso: prendete un libro, annusatelo prima di aprirlo, è fondamentale annusarlo! Se non annusate il libro non potete goderne appieno la potenza e l’importanza. La carta, la colla e l’inchiostro vi accompagnano dentro il mezzo, dentro il testo, dentro la scrittura, per far esplodere improvvisamente la vostra fantasia. Adesso toccate il libro. A palmo aperto, così, bravi, con la mano che allarga le due pagine per poter vedere meglio la scrittura, appiattendo la gobbetta nel mezzo per rendere più chiara e precisa la lettura, facilitando il lavoro dei vostri occhi senza stancarli troppo.
Tutto deriva da un libro. Un film, un piatto prelibato, la costruzione di un megagrattacielo! Tutto, prima di compiersi, è stato scritto. Da quando l’essere umano ha imparato a scrivere e ad annotare i suoi pensieri non ha più potuto smettere. Abbiamo perso magari un po’ di memoria, è vero, ma ne abbiamo guadagnato in fantasia e ingegno. Leggi, scrivi, esprimiti, cazzo!
Perché l’unica cosa che mi fa sentire a casa, nella mia piccola stanzetta fredda e colma di muffa alle pareti, è solo e soltanto la mia piccola ed insignificante libreria. Quei pezzi di legno assemblati insieme, dentro ai quali posso posizionare in ordine sparso la mia modesta cultura, i miei sogni, le mie fughe e il mio modo di essere. Siamo ciò che leggiamo al pari di quello che mangiamo. Perché nutrirsi di cultura affievolisce l’appetito e gli appetiti in generale. Leggere allarga gli orizzonti, apre la mente e ti porta lontano, lontano dal tuo cesso, lontano dalla tua realtà. Le letture aiutano la circolazione del sangue e dei pensieri. Che sia un Topolino o Tolstoj poco importa, l’importante è sfruttare al massimo un mezzo che ti permette di essere vivo anche se all’apparenza rimani lì passivo, inerte e indifferente, perché in realtà è la tua mente che viaggia, che si allontana gradualmente dal tuo corpo.
Che il tuo corpo sia al mare accompagnato dal rumore delle onde o dalle urla dei bambini, o che sia in montagna o in un parco cittadino, che tu sia comodamente seduto sul cesso o coricato nel letto non importa. È quel preciso momento in cui la mente focalizza l’attenzione su una storia, quel preciso momento in cui apprezzi una per una le parole che leggi. E sei lì in piedi, che aspetti il treno, o sull’autobus prima di imbarcarti su un aereo. L’uso assolutamente sconsigliato è quello della cosiddetta “lettura alla guida”. In quest’ultimo caso è meglio attendere momenti migliori per poter sfogliare un libro!
Stiamo perdendo il piacere della lettura. Stiamo perdendo l’abitudine di leggere i quotidiani e le riviste (menomale!) e di pari passo anche i libri sono sostituiti da nuovi media multimediali che passivamente stimolano i nostri sensi. Ma ancora oggi i libri sono alla disponibilità di tutti mi pare! Fino a prova contraria le librerie esistono ancora e non sono illegali stile Fahrenheit 451. Non esiste ancora uno spaccio illecito di libri e oltre le grandi catene delle più rinomate case editrici i libri si possono trovare a pochi euro in numerosi mercantini, magari riciclati da vecchi proprietari. Ottima idea regalo, per qualsiasi tipo di festa, per esempio Natale e natali vari. Regalatevi e regalate un libro, stracazzo!
E se proprio non è nelle vostre mire costruirvi la vostra piccola libreria, potete sempre riutilizzare la carta in vari modi. Per non far traballare il mobile in salotto, o per accendere il fuoco del camino secondo la vecchia tradizione nazista!
Un giorno i libri moriranno. Un giorno non ci sarà più carta e nemmeno inchiostro per propagare e diffondere le idee e raccontare le storie. Oggi Martin Luthero avrebbe aggiornato il suo stato su Twitter senza ausilio del suo vecchio amico Gutenberg! Un giorno non troppo lontano i computer rileveranno i nostri pensieri e li pubblicheranno in tempo reale sui social network… Beh, al momento ci stiamo ancora lavorando, e nel frattempo prendiamo appunti ancora sui nostri vecchi fogli di carta bianca.
Ma per non far morire il primo e il più importante mass media della storia, il mezzo di comunicazione più importante mai creato al mondo, prima di piangere la sua morte trascinandoci tristi e disperati al funerale del Libro, prima che giunga quel fatidico momento, esci fuori, compra un fottuto libro, comprane uno anche per me e leggi… leggete cazzo!