Legione straniera made in Usa per proteggere gli sceicchi

Creato il 16 maggio 2011 da Coriintempesta

Abu Dhabi si affida al boss dell’ex Blackwater: un’arma contro la primavera araba

Nello sterminato deserto di sabbia dentro il quale affondano le città-Stato degli Emirati del Golfo scintillanti di grattacieli di vetro e acciaio e di fantasiose costruzioni avveniristiche, da alcuni mesi è nata una piccola, polverosa, anonima, cittadella militare che non ha davvero nulla di avveniristico né di stravaganti architetture postmoderne: si chiama Zayed City, ed è soltanto una larga cinta muraria sovrastata da catene di filo spinato, con all’interno (per chi riesca a sorvolarla) un normalissimo reticolo di baracche militari, un piazzale per le esercitazioni di tiro, e alcune strutture di simulazione per l’addestramento fisico e militare dei soldati. Tutto qui, nulla che varrebbe attenzione e curiosità se non fosse che i «soldati» che vengono addestrati non sono soldati, e che le uniformi che loro indossano non hanno nulla a che vedere con le forze armate degli Emirati.

La cittadella Zayed è l’arma segreta degli sceicchi del Golfo, la loro Spectre, l’arsenale sul quale puntare per difendere la loro sicurezza dalle minacce che sempre più acute e più drammatiche gli piovono addosso: con i loro poveri eserciti ricchi soltanto di mostrine e di medaglie, con dotazioni di artiglieria mai sperimentate sul terreno, con una tensione sociale e fondamentalista che erode clandestinamente l’apparenza d’una condizione felice di ricchezza, e con la presenza inquietante e muscolata del grande vicino iraniano sull’altra sponda del Golfo, è parso indispensabile al giovane principe di Abu Dhabi, Mohammed bin Zayed al-Nahayan, creare per sé e per suoi cugini sceicchi ed emiri uno strumento militare consolidato, professionale, di prevenzione e di repressione, e costruirselo a due passi dalla sua villa megagalattica.

Uomini della Blackwater impegnati in una operazione contro le milizie islamiche di Muqtada a Baghdad

Come tutti i suoi cugini sceicchi e petrolieri, il principe Zayed ha studiato arti militari nella più rigorosa e tradizionale accademia britannica, la vecchia eterna Sandhurst, e a Sandhurst ha appreso soprattutto che – se non prepari armi adeguate – hai perso la tua guerra già in partenza. E poiché nelle volenterose ma poco efficienti caserme del Golfo c’era ben poco da lavorare, si è rivolto ai professionisti, anzi ai professionisti che più non ce n’è: i «contractors» privati del Blackwater Worldwide, gli stessi ch’erano stati affittati dall’esercito americano in Iraq e Afghanistan per fare la parte più sporca della guerra al posto dei marines.

Sappiamo che laggiù non tutto filò liscio, che il contratto dovette essere annullato per i troppi guai scatenati dalla spregiudicatezza operativa di quei soldati senza uniforme. Ma il principe Zayed non ha uno standard etico come quello che il Pentagono dovette indossare in quelle guerre dannate, ed ecco che nello scorso novembre sbarca all’aeroporto di Abu Dhabi un primo manipolo di giovani muscolati provenenti dalla Colombia e dotati di speciali permessi di soggiorno intestati alla società Reflex Responses. Nessuna indicazione porta il nome dei Blackwater, e l’uomo che li guida non si chiama come il boss dei Blackwater, Erik Prince; ma l’attenzione, il rispetto, e la cura, con cui vengono fatti passare attraverso i controlli doganali, e poi il rapido viaggio notturno nel deserto fino alla cinta impenetrabile della cittadella militare appena montata, li rivela come merce speciale.

La storia è stata svelata dal New York Times , che ha scoperto come il piano Spectre dello sceicco preveda la formazione di una brigata di 800 mercenari da ogni parte del mondo (tassativamente esclusi, però, i musulmani), una legione straniera addestrata da ex agenti speciali americani e da veterani inglesi e tedeschi. L’investimento, di parecchie centinaia di milioni di dollari, è un primo intervento, destinato a immaginare la creazione di un esercito di 20.000 mercenari. Solo che i mercenari di oggi non sono più quelli di una volta, che una parte degli ingaggiati è stata già rispedita a casa perché nemmeno sapevacome si spara a un uomo, che un’altra parte si è rivelata inaffidabile, interessata più al whiskey e al cognac che alle pratiche militari, e che gli uffici della R2 di Abu Dhabi sono ancora alla caccia di aspiranti «legionari» che abbiano un minimo di credibilità. Pare che non sia poi così facile.

di:Mimmo Càndito

LaStampa.it


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