Figli e figliastri, figli di seria A e figli di serie B, chiamateli come volete ma questa è la tanto cara e propagandata ‘Famiglia Berlusconi’. E’ di questi giorni l’ennesima legge ad personam per il Premier. La riforma della ‘legittima‘, ovvero la quota di eredità che spetta per legge in caso di morte a moglie e figli. Il 50% del patrimonio, ad oggi, va dato ai figli, ripartito in parti uguali. Ciò vorrebbe dire che i due ereditieri di ‘primo letto’ Marina e Piersilvio, quelli che di fatto gestiscono l’Impero (la prima come numero uno della Mondadori, il secondo come capofila di Mediaset) potrebbero vedersi ‘spodestati’ dai tre figli di Veronica. Ed ecco che spunta una leggina che concede al Premier la possibilità di dare maggior peso ai Marina e Piersilvio.
Come si sentiranno i tre figli di un Dio minore? Il loro potente padre non li considera al pari degli altri due? E meno male che era un uomo ‘attaccato’ alla famiglia. Peccato che usi due pesi e due misure.
Vogliamo poi sottolineare come si riesca, anche in un momento drammatico come questo, ad anteporre i propri interessi a quelli del Paese?
Da Famiglia Cristiana:
Tra le pieghe del Decreto sviluppo imposto e sollecitato all’Italia dalla diarchia Merkel-Sarkozy si nasconde infatti l’ennesima legge ad personam di Silvio Berlusconi: la “taglia-legittima” (o “anti-Veronica”, chiamatela come volete). Tre righette a pag. 203 della bozza. In pratica viene rivista la cosiddetta legittima, la quota di eredità che spetta per legge in caso di morte a moglie e figli. Qualunque cittadino, Berlusconi compreso, sarebbe obbligato a girare il 25 per cento del suo patrimonio alla moglie (e Veronica Lario, nonostante vi sia una separazione in corso, rimane tale fino al divorzio) e il 50 per cento ai figli. Solo il 25 per cento può essere assegnato a discrezione di chi fa testamento. Ma in casa Berlusconi evidentemente c’è qualche problema. Almeno questa è la legittima…suspicione, il legittimo sospetto. L’attuale formula infatti concentrerebbe automaticamente nelle mani della seconda moglie e dei suoi tre figli il controllo del Biscione, relegando Marina e Piersilvio nel ruolo di azionisti di minoranza.
Il Decreto sviluppo - ritoccando l’articolo 537 bis del Codice civile - cambia le carte in tavola e consente al premier maggiore discrezionalità: consentendogli, se lo desidera, di lasciare l’impero di famiglia ai due primogeniti e di ridimensionare la seconda moglie e i suoi figli a soci di minoranza. Del cinquanta per cento riservato ai figli, infatti, solo la metà va divisa in parti uguali. Il resto può essere distribuito a scelta di chi fa testamento. E così ancora una volta i panni del premier vengono lavati, anziché in famiglia, da tutti gli italiani.